Cronaca
IRAN: per Amnesty International, la sospensione della condanna alla lapidazione non basta
Amnesty International ha accolto con favore la dichiarazione delle autorità iraniane che la condanna alla lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata temporaneamente sospesa, ma ha chiesto che questa venga del tutto annullata.
“Questa notizia non è sufficiente” – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “Speriamo che questa non sia solo una cinica mossa delle autorità per sviare le critiche internazionali. Questa sospensione temporanea da parte del capo dell’autorità giudiziaria potrebbe essere revocata in qualsiasi momento, lasciando Sakineh Mohammadi Ashtiani a rischio di esecuzione, in particolare se l’attuale revisione giudiziaria del suo caso portasse alla conferma della sentenza. Le autorità iraniane devono immediatamente fare i passi necessari per garantire che la sua condanna a morte sia annullata una volta per tutte“.
Mercoledì 8 settembre, la tv di stato Press Tv ha riferito che Ramin Mehmanparast, un portavoce del ministero degli Esteri, aveva affermato che l’esecuzione per adulterio di Sakineh Mohammadi Ashtiani era stata “fermata”. Ha inoltre ribadito che il caso era in fase di revisione, aggiungendo però che “la sentenza per complicità in omicidio va avanti”.
Amnesty International teme inoltre che le autorità iraniane si stiano preparando a formulare possibili nuove accuse contro la donna in relazione alla morte di suo marito, Ebrahim Qaderzadeh, sebbene il suo avvocato di nomina statale avesse già comunicato all’organizzazione per i diritti umani che Sakineh Mohammadi Ashtiani era stata assolta dall’accusa di omicidio.
Amnesty International non è riuscita a ottenere alcun atto giudiziario relativo alle indagini sulla morte dell’uomo.
“Nell’agosto del 2010, Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata costretta sotto minaccia a confessare in televisione il suo adulterio e il coinvolgimento nella morte del marito” – ha aggiunto Hassiba Hadj Sahraoui. “Se ora le autorità giudiziarie accusassero o giudicassero la donna su questa base, allora un altro elemento d’ingiustizia si aggiungerebbe a questa farsa“.
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