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“FATTI E NON PAROLE”. QUESTE LE ACCORATE RICHIESTE DI MONSIGNOR LA PIANA
Come un anno fa durante l’omelia dei funerali delle vittime dell’alluvione, continua l’appello alla responsabilità di Monsignor La Piana.
Avremmo voluto vedere una città in lutto oggi, in occasione del primo anniversario dell’alluvione che ha colpito Scaletta, Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore. Ma come sempre quando accade un’avvenimento, finito il tam-tam mediatico, dopo un paio di settimane tutto passa nel dimenticatoio e si ritorna ad argomenti insignificanti e futili.
E nemmeno oggi, mentre la voce di monsignor Calogero La Piana tuonava, nel Duomo di Messina, il suo dolore e la sua delusione “per chi già orfano, si sente anche abbandonato in attesa di un bagliore di luce”, la cittadinanza ha dato un forte segno di solidarietà al dolore dei parenti e degli amici delle vittime di un dramma che poteva essere evitato.
A vergognarsi, quindi, non deve essere soltanto l’incoerente ed ipocrita rappresentante dello Stato italiano, ma soprattutto noi messinesi. Con nostra grande sorpresa, infatti, abbiamo constatato che degli esercizi commerciali non hanno abbassato le saracinesche durante la messa in suffragio delle vittime. Le scuole hanno continuato le loro attività come se fosse un giorno qualunque e solo piccole rappresentanze di scolaresche sono intervenute alla funzione di oggi.
01 Ottobre 2010
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