Spettacolo e Cultura
“Anima e Azioni”. Racconti all’ombra di una torre saracena
In omaggio al simbolo principe del mio paese, ritraggo spesso il “tema” Torre saracena nei miei dipinti.
All’ombra della Torre, dei ricodi, dei miei lontani ricordi, c’è tutta la mia fanciullezza. Le mie emozioni per un dono ricevuto, per un bel voto a scuola. Ma sotto il suo manto secolare, c’è anche una storia di gente che con sacrificio lavorava la terra o con coraggio si avventurava per mare con la speranza di tornare a casa con un ricco pescato.
Per dar pane alla propria famiglia. Gente che, ha si lasciato il segno nei miei ricordi, ma che haimè non c’è più. In questo olio su tela 60 x 80, la “corona” della Torre, (non casualmente sottolineata da colori accesii), rappresenta la parte POSITIVA, sontuosa e trionfante nel tempo. La triscia a sinistra, invece: irta di alberi cupi dai quali si stagliano acque maldestre… vuole rappresentare la cosiddetta: “VIA IMPERVIA”.
Due sono le poesie che vi propongo: “I COLORI DELLA TORRE” e “ANIMA e AZIONI”. Accennato il tema della prima, della seconda aggiungo soltanto che trattasi di una riflessione… sul bene ed il male.
I colori della Torre
Una torre color rame, voglio dipingere,
per ricordarla antica e rugginosa, come i ricordi più profondi.
Una torre color verde, voglio dipingere,
per rivederla giovane e viva anche domani.
Domani, quando io sarò meno verde,
alzerò lo sguardo e, in te vedrò me stesso giovane.
A cavalcioni di una Vespa rossa,
timido e inconsapevole,
guardare oltre l’orizzonte,
lontano, molto lontano!
Voglio dipingere quella torre accanto casa.
Torre, che osservò il mare immenso dei pescatori,
che ci narra ancora, la fatica dei contadini.
Voglio dipingerla oggi,
in questo giorno grigio. Bigio, come i ricordi grigi.
Sicuro di un rosso domani, vermiglio, come il forte sole di Sicilia.
*********
Anima e Azioni
Fu Lui a crearci e a darci il respiro.
Percorriamo e vivendo il nostro destino,
che fu gioioso, or dunque è meschino.
Dove ti sbatterà il tuo turbine, oh follia?
Tempo. Neanche tu sai il dove sia.
Seppur greve e stizzosa, è anima pia?
Io scruto lontano, oltre la via,
spero più in là delle solite cose,
bramo verità, anche quando spinose.
Ma tu che fai, oh pazzia?
Or mi rinneghi, or gridi e mi offendi,
per un complimento al tuo verbo ti vendi.
Io, la ricordo con occhi diversi,
la madre che pianse le tue fughe a dispersi.
Son solo parole e non poesia,
Senza il passato, non sei nulla oh pazzia!
Lei madre, diede il battito ai nostri cuori,
oggi lontana, piange gli anziani dolori.
Giovanni BonarRIGO
Invia un Commento