Spiritualità
“ROCCALUMERA IN FESTA”. LA MADONNA DELLA CATENA e il miracolo ai condannati a morte
La devozione alla B.V. Maria, venerata sotto il titolo glorioso di Madonna della Catena, ebbe origine in Sicilia, in Palermo, sulla fine del secolo XIV, da un prodigio di cui parlano noti storici come il Mongitore e il Pirri nei loro scritti. Regnando in Sicilia il giovane Re Martino ch’ebbe in moglie la Regina Maria d’Aragona ed ebbe il governo della grande Isola dal 1391 al 1409, furono in Palermo condannati a morte tre infelici giovani.
La storia non ne fa il nome. Erano già avviati presso la grande piazza della marina dove doveva aver luogo la tragica esecuzione, quando la Vergine benedetta, sia perché fossero innocenti sia perché avessero fatto ricorso a lei, venne loro in aiuto.
Nel cielo prima sereno improvvisamente sorse un temporale sì spaventoso con vento e tale scroscio di pioggia, che il popolo accorso, sgombrò in un istante; le guardie con i carnefici si dovettero rifugiare in una chiesetta, detta di S. Maria del Porto, aspettando che terminasse la bufera. Durò invece la burrasca tutta la giornata per cui fu giocoforza rimandare l’esecuzione al giorno seguente e alle guardie con gl’imputati passare la notte in quell’Oratorio.
A meglio custodire i condannati furono loro raddoppiate le catene e chiuse con maggior cautela le porte; ma ciò non valse che a confermare il miracolo. Le guardie sicure del fatto loro si abbandonarono ben presto al sonno; ma non così quei poveri infelici che trascinatisi con le catene ai piedi della Vergine, che si venera in quell’Oratorio, supplicarono la buona Madre di venire loro in aiuto, promettendo che avrebbero sempre per l’avvenire fatto buon uso della libertà e della vita.
Mentre così se ne stavano pieni di fiducia pregando, le catene si sciolsero spontaneamente e caddero a terra senza rumore.
Mentre così se ne stavano pieni di fiducia pregando, le catene si sciolsero spontaneamente e caddero a terra senza rumore.
Confortati dalle parole che loro parve udire dalla santa Immagine della Madonna: “Andatevene pure in libertà e non temete cosa alcuna; il divino Infante che tengo tra le braccia, ha già accolto le vostre preghiere e vi ha concesso la vita”, chetamente si allontanarono.
Sorto il sole, le guardie, svegliatesi, videro le catene infrante senza i condannati. Correndo quindi immediatamente in città ben presto li trovarono e volevano condurli al patibolo; ma il popolo edotto dal prodigio esclama che voleva consultare il re.
Questi volle subito che fossero assolti e messi in libertà coloro che la Vergine celeste aveva graziato. Anzi egli stesso con la sua sposa regale si recò al Santuario di Maria per vedere con i propri occhi i trofei del grande miracolo che la fama aveva già sparso per tutta la città.
Da quel giorno fu un continuo pellegrinaggio a quel santuario, che divenne sorgente inesausta di salute e di consolazione e prese il nome di santuario della Madonna della Catena.
La devozione alla Vergine della Catena si propagò rapidamente nella Sicilia e fuori, come nelle Calabrie, nel Napoletano ed in Basilicata.
A quel Santuario, rifatto e ingrandito dalla munificenza e dalla pietà del medesimo Re Martino I, nell’anno 1500 faceva la sua prima visita e umiliava la sua reale corona la Regina Giovanna di Napoli.
A quella sacra Immagine il famoso Viceré di Sicilia Francesco Conzaga ascriveva di essere uscito incolume da tanti pericoli corsi sui campi di battaglia. Senza dire che tanti di quelli che affluivano a Palermo, vi fissavano il proprio domicilio, pur di vivere all’ombra salutare della Madonna della Catena. Va ricordata, tra gli altri, la madre della serva di Dio suor Girolama da Messina, terziaria della stretta osservanza di S. Francesco, la quale venuta nel 1540 a Palermo, non volle più dipartirsene.
Molti Comuni la elessero a loro Patrona, moltissime Parrocchie a Titolare delle loro chiese.
A Roccalumera la devozione si sviluppò nell’ultima decade del 1800 quando la popolazione del quartiere “Ficara” ebbe la gioia di avere nel 1893 la chiesa e di dedicarla alla Madonna della Catena.
La venerazione alla Madonna della Catena era già molto sentita dai fedeli, perché nella valle del Chiodaro di Mongiuffi Melia dell’Arcidiocesi di Messina vi era già un Santuario della Madonna della Catena che richiamava molta gente del Messinese e del Catanese.
Sorto il sole, le guardie, svegliatesi, videro le catene infrante senza i condannati. Correndo quindi immediatamente in città ben presto li trovarono e volevano condurli al patibolo; ma il popolo edotto dal prodigio esclama che voleva consultare il re.
Questi volle subito che fossero assolti e messi in libertà coloro che la Vergine celeste aveva graziato. Anzi egli stesso con la sua sposa regale si recò al Santuario di Maria per vedere con i propri occhi i trofei del grande miracolo che la fama aveva già sparso per tutta la città.
Da quel giorno fu un continuo pellegrinaggio a quel santuario, che divenne sorgente inesausta di salute e di consolazione e prese il nome di santuario della Madonna della Catena.
La devozione alla Vergine della Catena si propagò rapidamente nella Sicilia e fuori, come nelle Calabrie, nel Napoletano ed in Basilicata.
A quel Santuario, rifatto e ingrandito dalla munificenza e dalla pietà del medesimo Re Martino I, nell’anno 1500 faceva la sua prima visita e umiliava la sua reale corona la Regina Giovanna di Napoli.
A quella sacra Immagine il famoso Viceré di Sicilia Francesco Conzaga ascriveva di essere uscito incolume da tanti pericoli corsi sui campi di battaglia. Senza dire che tanti di quelli che affluivano a Palermo, vi fissavano il proprio domicilio, pur di vivere all’ombra salutare della Madonna della Catena. Va ricordata, tra gli altri, la madre della serva di Dio suor Girolama da Messina, terziaria della stretta osservanza di S. Francesco, la quale venuta nel 1540 a Palermo, non volle più dipartirsene.
Molti Comuni la elessero a loro Patrona, moltissime Parrocchie a Titolare delle loro chiese.
A Roccalumera la devozione si sviluppò nell’ultima decade del 1800 quando la popolazione del quartiere “Ficara” ebbe la gioia di avere nel 1893 la chiesa e di dedicarla alla Madonna della Catena.
La venerazione alla Madonna della Catena era già molto sentita dai fedeli, perché nella valle del Chiodaro di Mongiuffi Melia dell’Arcidiocesi di Messina vi era già un Santuario della Madonna della Catena che richiamava molta gente del Messinese e del Catanese.
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