Furci Siculo
PATTI DI FRATELLANZA O “GEMELLAGGI”: SERVONO VERAMENTE A QUALCOSA OPPURE NO?
E’ di questi giorni il gemellaggio fra Octeville sur mer e Furci Siculo. (nella foto, fra gli altri i due sindaci: Bruno PARISI e Jean Louis ROUSSELIN). Un evento che sembra aver portato un lampo di gioia ed ottimismo, quantomeno fra coloro che hanno preso parte alla manifestazione.
Porta invece la data del cinque Dicembre 2009 la firma del Patto di Fratellanza (siglato presso l’auditorium comunale di Nizza), fra Nizza di Sicilia e Priekuli, (i due sindaci: Mara Jasupa e Giuseppe Di Tommaso) ma in questi ultimi anni quanti, tanti dei nostri Comuni jonici hanno “giocato” questa attualissima “carta”, o se vogliamo: hanno creduto in questa opportunità di scambio interculturale e intereconomico.
Gennaio 2007. Roccalumera (dopo aver inviato una sua delegazione nella meravigliosa cittadina maltese, fra cui il sindaco Miasi e signora), a sua volta una nutrita rappresentanza di Pembroke viene per circa una settimana a Roccalumera. Visite guidate nei paesi vicini con pranzi a base di prodotti tipici, poi incontri con le categorie della scuola nello stesso nostro paese, categorie del commercio del turismo e via fino alla bellissima sfilata per la via centralissima via Umberto I fra Bande musicali e rappresentanze di Croce Rossa ed associazioni varie.
Ancora Roccalumera, qualche tempo dopo siglava (questa volta con molti minori clamori) un patto con la cittadina (torinese) di Carmagnola. Lì, invia successivamente una sua delegazione per la importante Sagra del peperone, dalla quale sagra tanto avremmo dovuto apprendere, ma poi com’è finità? Boh! Successivamente, grazie all'”Amore patriottico” di un emigrante roccalumerese d’origine di nome Gino Bonarrigo, la cittadina inglese di Kenilworth (che lo ospita ormai da cinquant’anni), ha intrapreso il lungo e vorticoso percorso verso uno nuova fratellanza fra popoli e culture differenti. Quì, poco informato sui fatti, il sottoscritto sa soltanto di una ormai remota visita dei siciliani nella bassa Inghilterra, e (di poco successiva all’alluvione dell’uno Ottobre 2009), un loro pellegrinaggio a Roccalumera, con serata clou proprio presso l’antica filanda. Solo per fare alcuni esempi: – anche la bella Savoca ha recentemente ospitato una delegazione per un gemellaggio, e perfino il Comune forse più piccolo d’Italia, Roccafiorita, vi ha fatto ricorso. La storia si farebbe lunga quindi. Infatti, oggi viaggiando in auto sulla via principale dei paesi jonici, è facilmente visibile un cartello che evienzia un gemellaggio ad inizio di quasi ogni Comune.
INSOMMA: STI GEMELLAGGI o PATTI DI FRATELLANZA o come vogliamo chiamarli, servono a qualcosa o sono fini a se stessi. Tanto fumo, “panza mia fatti ca panna” per pochi, escursioni sul bel vulcano Etana e poi scriviamoci come puerili fidanzatini? Boh! Meglio di niente, si potrebbe obiettare. E’ vero, se non ci facciamo conoscere nessuno saprà mai che esistiamo e con noi rimarranno ignorate le nostre bellezze, usanze, il nostro partimonio culturale, storico-artistico, (tanto decantato ma mai veramente reso fruibile), enogastronomico, ecc. ecc.
Ma, stante l’ormai risaputo grave dissesto economico dei bilanci di molti dei Comuni e la staticità atavica e arretratezza (tanto più affossata dai tragici eventi dello scorso primo Ottobre e non solo), in cui versano gli stessi Comuni jonici, a più di uno di noi sembra che si voglia costrire il palazzo iniziando dal tetto.
Non solo Taormina. Infatti, se è il tanto decantato TURISMO che vogliamo incrementare o lanciare, prima dovremmo essere in grado di offrire strutture adeguate in rete fra i vari pesi. Strutture che latitano: dalle spiagge attrezzate in estate ai “Paesi albergo” uniti ad itinerari turistico-culturali, per un’ospitalità non più fai da te e finalmente per tutto l’anno. Dato che, siamo fra i primi al mondo quanto ad ospitalità anche quando ci bussa alla porta l’amico mentre stavamo facendo la pennichella del pomeriggio, tanto più facile ci verrebbe trarre il massimo profitto nel rispetto ed a beneficio dell’ospite, per reperire finalmente posti di lavoro seri e definitivi a lungo attesi. Nulla a che vedere con gli atavici cantieri scuola, che hanno messo e mettono “una pezza temporanea”, per poi restituire alla disoccupazione studenti e indigenti di ogni età, subito dopo i tre mesi di pseudo lavoro.
Diciamo subito che: a qualcuno i suddetti progetti di Gemellaggio servono comunque a sfruttare – diciamo così – la situazione del momento, ma quì parliamo di isolati casi in cui una scuola invia alcuni suoi alunni per un perfezionamento in terra madre (attingendo a fondi europei?), o addirittura i soliti noti della politica nostrana che fanno passerella e si pubblicizzano in barba alla crisi e noi… brindiamo alla loro salute.
Per farla breve. Se qualcuno dei nostri lettori, jonico o no, siciliano oppure no, italiano o europeo o perfino residente dall’altro lato del Globo terrestre, ha qualcosa da dire in merito (cosa su cui nutro i miei dubbi), lo invito cortesemente a farsi avanti e scrivere, se gli è possibile smentirmi con i fatti, documentarmi e documentare chi ha ormai perso la fiducia sulla reale interazione fra eventi-convegni, progetti e ricaduta pratica sul mondo del lavoro. Lavoro, non chiacchere e panini con la salsiccia gratis il giorno prima delle elezioni.
Giovanni BonarRIGO
Invia un Commento