Savoca
Abbiamo intervistato lo storico savocese Santino Lombardo
Carissimo Santino, approfitto della nostra ormai lunga amicizia, per porgerti le classiche CINQUE domande quale erudito (ma umile), conoscitore della storia del territorio savocese e non solo.
Da Santo Lombardo a Giovanni Bonarrigo. Responsabile del “Foglio di Sicilia.it”
Carissimo amico mio è con molto piacere che rispondo alle tue Cinque domande, premettendo che mi onoro di essere stato attenzionato da una persona sensibile e amante della vera cultura quale sei tu.
1) Santino, universalmente risaputo dei tuoi sei libri pubblicati, ti chiedo: cosa ti ha spinto e ti spinge a scovare e rovistare fra impolverati documenti storici?
Risposta1. Sai bene che nei mie libri ci sono molte notizie inedite. Io mai copio quello che hanno già scritto gli altri, anche se si tratta di autori antichi. Vado alla ricerca di documenti inediti che si trovano negli archivi che nelle nostre zone sono in stato di abbandono. Bisogna andare a Palermo e questo comporta sacrifici. Su ciò che mi spinge a scrivere, forse, vale la massima Pirandelliana:” La vita o si vive o si scrive”
2) Fra le tue opere, c’è “La presenza ebraica nella terra di Savoca e dintorni”. Uno dei riferimenti a monumenti tutt’ora esistenti, è quello alla chiesa di S. Michele. Cosa ci puoi aggiungere storicamente parlando e viste lo stato di abbandono (profonde fessurazioni sulla muratura), come pensi di poter sollecitare le istituzioni competenti e quali risultati pensi di poter ottenere?
Risposta2. Sulla presenza ebraica, secondo l’asserzione degli studiosi in Sicilia si sa ancora poco; su quella in Savoca e dintorni quasi nulla, prima delle mie ricerche. Per quanto riguarda la sinagoga della terra di Savoca si sa che esisteva in un lungo documento del 1470 ma sulla sua ubicazione che “era nel centro e nel migliore luogo” non vi è nessuna certezza. Solo ipotesi. L’argomento dal punto di vista storico e archeologico va approfondito.
3) Le “Catacombe” del Convento dei Cappuccini. Nel tuo libro, evidenzi non solo nomi e cognomi illustri, ma date, caratteristiche e scorci di vita dei personaggi. Anche quì grande lavoro di ricerca, ma era questa la Savoca a cui ci dobbiamo ispirare oggiAggiungi un appuntamento per oggi, oppure il modernismo porta inesorbilmente ad altre mete?
Risposta3. Per quanto riguarda le cosiddette “ Catacombe “ ultimamente vi sono state operazioni di spostamento di cadaveri e manomissioni dei corpi che valuto negativamente anche da un punto di vista squisitamente religioso. Quei personaggi erano uomini di fede, legati all’ordine dei Cappuccini, che volevano riposare in pace nel loro “cimitero sotterraneo”. Essi fanno parte della storia di Savoca , oggi anche a finalità turistica. Vanno storicamente conosciuti
4) Un riferimento al tuo ultimo libro sui detti e Pricantozzi popolari. Tu stesso dichiari che trattasi perlopiù di superstizione, ma taluni “proverbi dei poveri” risultano ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi calzanti e attuali. Quanto ti senti parte del mondo di questi detti di contadini?
Risposta4. Per quanto riguarda il mio ultimo libro sui proverbi si tratta di una delle ricerche più approfondite da me effettuata perchè va all’origine storica dei fatti da cui i proverbi scaturiscono. Infatti, i fatti sono diversi,ma i detti dell’antico sono tutti veri ed erano la bibbia del contadino ma venivano utilizzati anche dai ceti più acculturati. Per quanto riguarda i pricantozzi (termine adoperato solo nelle nostre zone) alcuni credono alla possibilità della guarigione grazie al loro aiuto. Il malocchio, poi, per me, in certi casi,esiste ed è un fenomeno scientifico: in pratica è quello che in natura c’è e ancora non si riesce a capire.
5) Infine un riferimento alla poesia che, nello stesso ultimo libro (a pag. 153-154 ed è scritta anche in inglese), alla tua poesia “Pizzo di Cucco”. A chi e/o cosa ti sei ispirato descrivendo luoghi, Casali, campagne ecc.? Quali i tuoi sentimenti?
Risposta5. La poesia Pizzo di Cucco, che è un colle sopra Savoca , è una poesia sofferta e particolare. Per certi punti è l’opposto del significato leopardiano della poesia “L’infinito”. Il suo significato recondito, anzi la rilevazione, è che il destino esiste, anzi tutto è già scritto per grande linee e noi non possiamo farci niente, Ci tengo che tu la pubblichi per primo su un sito internet.
Con foglio a parte te ne allego una copia.
Con tanta stima Santino Lombardo
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