Casa e Fisco
MANOVRA DI NATALE. IMU: CONFERMATA DETRAZIONE DI 200 EURO PER PRIMA CASA
“Il Sole 24 Ore” 15 Dicembre 2011 – Agevolazione di 50 euro per ogni figlio residente di età inferiore a 26 anni – Il tetto a 400 euro.
Con l’emendamento alla manovra debuttano i possibili sconti per gli immobili delle imprese (che potranno essere decisi dai Comuni) e le detrazioni familiari dell’Imu sperimentale – pari a 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni – a condizione che il figlio dimori e risieda anagraficamente nell’abitazione principale. L’importo complessivo delle detrazioni per figli, che si applicano per gli anni 2012 e 2013 non può comunque superare 400 euro. Resta invece confermata la detrazione base di 200 euro e le aliquote dello 0,4 per mille per la prima casa e dello 0,76 per mille per la seconda. In tutto ciò, come è evidente, non vi è traccia di collegamenti tra detrazione e la situazione reddituale o patrimoniale dei contribuenti. I figli non devono peraltro essere necessariamente a carico del proprietario dell’abitazione principale.
Nulla è precisato su come si suddivide la detrazione familiare quando vi sono più contitolari dell’immobile. Trattandosi di una maggiorazione della detrazione base dovrebbero trovare applicazione le regole relative a quest’ultima. Ciò significa, in pratica, che la maggiorazione dovrebbe essere suddivisa in parti uguali tra gli aventi diritto, a prescindere dalla quota di possesso dell’immobile.
Questo criterio però, va bene quando i contitolari dell’abitazione principale sono entrambi i genitori dei figli conviventi. Non è invece chiaro cosa accade quando i proprietari non hanno entrambi questa relazione di parentela. Si supponga che l’abitazione principale si di proprietà di entrambi i coniugi con quote di possesso del 70% e 30 per cento. Si ipotizzi inoltre che vi siano due figli di età non superiore a 26 anni, conviventi con i genitori. In questo caso la detrazione base di 200 euro deve essere maggiorata di 100 euro (50 euro per ogni figlio). In base alle regole ordinarie, la detrazione complessiva di 300 euro dovrebbe essere suddivisa a metà tra ciascuno dei contitolari (150 euro a testa).
Si faccia ora quest’altro esempio. Abitazione principale in proprietà di genitore e di uno dei figli, metà ciascuno. Nucleo familiare composto dai due genitori e da due figli. Non si comprende se la detrazione complessiva di 300 euro debba sempre essere divisa a metà tra i due contitolari, oppure se la sola maggiorazione di 100 euro, riferita ai due figli, debba essere attribuita per intero al genitore contitolare.
La risposta dipende dalla natura di questa detrazione maggiorata, se cioè si tratti di una agevolazione riferita alla persona del proprietario oppure di un beneficio rivolto al nucleo familiare che abita l’immobile. La soluzione corretta sembra quest’ultima poiché in questo modo non incidono le modalità di intestazione dell’unità abitativa. Se così non fosse, infatti, in presenza di un’abitazione principale interamente intestata ai figli la maggiorazione si perderebbe del tutto.
Non è cambiata la disciplina del potere comunale di elevazione della detrazione base. Il Comune può aumentare il beneficio ma se lo fa non può deliberare un’aliquota Imu più alta per le unità immobiliari a disposizione. Sarebbe stato opportuno ripristinare la disposizione del “vecchio” articolo 8, comma 3 del Dlgs 504/92, secondo cui l’elevazione della detrazione può essere limitata a determinate situazioni di disagio economico o sociale. Si sarebbe data così la possibilità di introdurre alcuni elementi di progressività dell’imposizione. Tale facoltà dovrebbe comunque essere possibile in forza dei poteri regolamentari generali, di cui all’articolo 52 del Dlgs 446/97.
L’altra novità dell’emendamento riguarda il coefficiente di moltiplicazione per fabbricati di banche e assicurazioni, che passa da 60 a 80. Per tutti gli altri fabbricati di categoria D, inoltre, il coefficiente di 60 diventa 65 a partire dal 2013.
COSTI. ECCO ALCUNI ESEMPI
Quanto dovranno pagare per Imu le famiglie proprietarie di un trilocale (categoria A3, 4 vani catastali) in zona centrale. Dati in euro.
ROMA: Rendita catastale = 1.394,43; Single o famiglia senza figli = 737,00; Coppia con figlio = 687,00; Coppia con due figli = 637,00; Coppia con tre figli = 587,00; Seconda casa per qualsiasi famiglia = 1,780,00.
MILANO: Rendita catastale = 1.017,42; Single o famiglia senza figli = 434,00; Coppia con figlio = 384,00; Coppia con due figli = 637,00; Coppia con tre figli = 334,00; Seconda casa per qualsiasi famiglia = 1,299,00.
NAPOLI: Rendita catastale = 531,95; Single o famiglia senza figli = 157,00; Coppia con figlio = 107,00; Coppia con due figli = 57,00; Coppia con tre figli = 7,00; Seconda casa per qualsiasi famiglia = 679,00.
CAGLIARI: Rendita catastale = 366,68; Single o famiglia senza figli = 46,00; Coppia con figlio = 0,00; Coppia con due figli = 0,00; Coppia con tre figli = 0,00; Seconda casa per qualsiasi famiglia = 468,00.
SPOLETO: Rendita catastale = 258,22; Single o famiglia senza figli = 0,00; Coppia con figlio = 0,00; Coppia con due figli = 0,00; Coppia con tre figli = 0,00; Seconda casa per qualsiasi famiglia = 330,00.
SENIGALLIA: Rendita catastale = 227,00; Single o famiglia senza figli = 0,00; Coppia con figlio = 0,00; Coppia con due figli = 0,00; Coppia con tre figli = 0,00; Seconda casa per qualsiasi famiglia = 290,00.
Nota. Quando l’importo è zero, la detrazione annulla l’imposta dovuta. Il calcolo è effettuato con aliquota ordinaria dello 0,4% per l’abitazione principale e allo 0,76% per la seconda.
N.B. Dati ripresi da “Il Sole 24 Ore” di Giovdì 15 Dicembre 2011.
ARTICOLO CORRELATO: SPECIALE MANOVRA SALVA-ITALIA: La super-Imu anticipata al 2012
Invia un Commento