Cronaca
Alluvione di Giampilieri e Scaletta, indagate venti persone
Sono amministratori, funzionari della protezione civile, dirigenti locali e regionali. Reati: disastro colposo ed omicidio colposo plurimo.
Che qualcuno avesse delle colpe, era palese. E diversi adesso, pagheranno per le responsabilità che la Procura della Repubblica di Messina ha individuato in venti soggetti indagati per il disastro che causò 38 morti a Giampilieri e Scaletta il 1 ottobre del 2009. Le indagini scattarono a pochi giorni dall’evento calamitoso, sulla base di denunce in merito alla mancata messa in sicurezza dei territori e ritardi nei soccorsi.
La Procura, dopo l’alluvione del 2009, integrò un fascicolo aperto dopo i fatti omologhi accaduti il 25 ottobre 2007, dall’allora aggiunto Giuseppe Siciliano, quando si verificò un gravissimo evento che provocò frane, allagamenti e vari danni materiali senza causare, per puro miracolo, delle vittime.
In quei due anni, nessuno agì per mettere in sicurezza il territorio e nel 2009 tutti sanno quello che è accaduto e ciò che, ancora oggi, la popolazione alluvionata, continua a subìre anche in termini di “beffe politiche” dal governo centrale con la complicità dei politici messinesi. Adesso, dopo corpose perizie tecniche e materiale fornito sia dai carabinieri che dalla polizia di stato, il Tribunale di Messina ha inviato un avviso di garanzia a venti persone, tra assessori comunali, provinciali, regionali, funzionari della protezione civile, dirigenti locali e regionali. Le ipotesi di reato contestate sono: disastro colposo ed omicidio colposo plurimo.
21 Novembre 2011
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