Cronaca
LA CASSAZIONE CONFERMA LA CONDANNA A SETTE ANNI (per mafia) A TOTO’ CUFFARO
( AGI) – Roma, 22 gen. – Salvatore Cuffaro e’ entrato alle 16,35 nel carcere romano di Rebibbia. L’ex governatore della Sicilia deve scontare una pena di 7 anni dopo che la Cassazione ha confermato la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e violazione del segreto istruttorio.
Cuffaro e’ entrato da un ingresso secondario a bordo di un’auto dei carabinieri.
In mattinata la Seconda Sezione Penale della Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, ha confermato la condanna a sette anni di reclusione inflitta in secondo grado all’ex presidente della Regione Sicilia.
La sentenza per lui diventa quindi definitiva. Il senatore si e’ costituito. A caldo ha dichiarato alla stampa: “Rispetto la magistratura ora sconto la pena”.
Si e’ costituito anche per evitare l’arresto plateale. “Questa prova – ha affermato – non e’ facile da portare avanti ma ha rafforzato in me il rispetto delle istituzioni. La magistratura e’ una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Se ho saputo resistere in questi anni difficili e’ soprattutto perche’ ho avuto tante fede e la protezione della Madonna”.
LA PROCURA DI PALERMO DIVISA SU ACCUSA MAFIA
La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Cuffaro ed ha confermato la tesi dei giudici della Corte d’Appello di Palermo che lo hanno ritenuto responsabile di favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra e di violazione del segreto istruttorio.
BACI, VOTI E INCHIESTE, LA PARABOLA DI “TOTO’ VASA VASA”
E’ durata 3 ore e mezza la camera di consiglio della seconda sezione penale della Corte di Cassazione presieduta da Antonio Esposito che ha confermato la condanna a 7 anni di reclusione per l’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro. Cuffaro non era presente alla lettura della sentenza. In aula c’era, invece, il parlamentare Saverio Romano, segretario del neo partito Italia Domani a cui appartiene il senatore Cuffaro dopo l’allontanamento dall’Udc.
Il verdetto della suprema corte ha confermato la sentenza della corte d’appello di Palermo emessa il 23 gennaio del 2010. Cuffaro e’ ritenuto responsabile di aver favorito Cosa Nostra, in particolare il manager della sanita’ siciliana Michele Aiello, considerato il prestanome del boss Bernardo Provenzano. L’episodio che ha incastrato Toto’ Cuffaro e’ quello che si riferisce al boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro. Le informazioni di Cuffaro avrebbero permesso al capo mafia Guttadauro di scoprire una microspia nella sua abitazione e cio’ ha favorito, secondo i giudici, l’intera organizzazione mafiosa.
CASSAZIONE CONFERMA CONDANNE ANCHE PER 10 IMPUTATI
Oltre al favoreggiamento di Cosa Nostra la condanna di Salvatore Cuffaro si riferisce anche al reato di rivelazione di segreto istruttorio. Ieri nella sua requisitoria il sostituto procuratore generale Giovanni Galati aveva, invece, asserito che il favoreggiamento di Cosa Nostra non era stato provato nelle indagini e per questo aveva chiesto alla Corte di rinviare alla Corte d’Appello di Palermo il processo per rideterminare al ribasso la pena. Questa ipotesi avrebbe certamente determinato una condanna piu’ mite per l’ex governatore della Sicilia, mentre ora con la sentenza della Cassazione rischia il carcere.
E’ una sentenza che desta grande stupore”. Questo il commento dell’avvocato Oreste Dominioni, uno dei difensori di Salvatore Cuffaro, dopo la lettura della sentenza. “La procura generale – ha detto ancora l’avvocato Dominioni – ieri con una requisitoria molto argomentata aveva chiesto l’annullamento con rinvio della condanna escludendo l’aggravante mafiosa”.
23 GENNAIO 2011
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