Cronaca
MESSINA. Piemonte: due decessi in tre giorni. Cresce la rabbia dei medici
Monta la protesta del “Fials Medici”: Anche i messinesi e non solo gli indignados devono reagire a questa situazione.
“A proposito di ‘indignados’ sicuramente, la Puerta del Sol non è paragonabile alla biblioteca dell’Ospedale Piemonte di Messina dove i dipendenti comunque ci provano, proclamando lo stato di agitazione a seguito di gravi sviluppi che riguardano l’assistenza sanitaria”. Ad annunciarlo lo scorso sabato mattina, è stata la Fials provinciale e regionale Medici.
DUE MORTI NEL GIRO DI TRE GIORNI. Al rischio di chiusura del nosocomio della città dello Stretto – per la questione di razionalizzare le spese sanitarie – si aggiunge il preoccupante svuotamento dei servizi primari per il pronto soccorso e del personale da parte della dirigenza. Risultato? Due giorni fa, al presidio di viale Europa, è spirato un uomo di 62 anni, ricoverato d’urgenza per infarto. “Se ci fosse stata l’Unità di Emodinamica, si sarebbe potuto salvare?” A porsi la tragica domanda è sempre la Fials provinciale che ricorda ai vertici dell’azienda e all’assessore regionale alla sanità Massimo Russo come sia stato “assurdo e scandaloso trasferire i reparti d’emergenza-urgenza al Papardo, senza garantire il mantenimento di una struttura complessa al centro urbano”. Ed ecco che ieri, un altro uomo di 54 anni è deceduto.
OGGI UN PAZIENTE “RIMBALZATO” NEI DUE NOSOCOMI. Ed arriviamo alla giornata di oggi: un paziente, giunto al Piemonte, viene trasportato al Papardo per un’angioplastica (salvavita in caso di infarto), per poi essere ritrasferito al Piemonte, dove si trova in Rianimazione. Eventi, questi, la cui serietà probabilmente non viene intesa nelle stanze asfittiche del potere e dei bilanci finanziari. “Basta inoltre guardare a qualche giorno fa per accorgersi che la lista dei decessi ambigui continua e potrebbe avere come causa la mancanza dei servizi: questi fanno la differenza tra la vita e la morte in un ospedale dignitoso – sostinene la Fials – Qui non si tratta di manifestare contro le banche e le speculazioni finanziarie (…) qui si tratta di difendere il diritto alla salute che rischia di essere penalizzato giorno dopo giorno. Se la popolazione messinese si comportasse anche solo lontanamente come quella di New York, in questi ultimi giorni, otterrebbe molti più risultati nel miglioramento dei servizi della propria città sia in termini di qualità che di quantità”.
L’INCERTO DESTINO DEL PERSONALE PARAMEDICO. Ma ecco la goccia che fa traboccare il vaso: entro il 12 ottobre, il personale paramedico è stato spinto a partecipare a un bando di mobilità interna quindi da una parte potrebbe essere assorbito dall’ospedale Papardo, dall’altra è soggetto ad un destino incerto. Negli ultimi tempi, al presidio della zona nord, sono stati chiamati dal plesso centrale radiologi ed infermieri. I prossimi interessati saranno i tecnici di laboratorio. Per cui non solo, all’Ospedale Piemonte non si può più donare il sangue perché, ormai da due anni, il Centro Raccolta si trova al Papardo ma c’è persino il rischio che gli utenti non possano più sottoporsi ad analisi di routine. Infine è chiaro il monito dei medici:” diffidiamo il direttore generale Caruso dall’espletare il bando di mobilità del personale specializzato per evitare la paralisi di altri dipartimenti. Chiediamo inoltre che vengano utilizzati i ricavati delle aste pubbliche in cui sono stati venduti gli immobili del nosocomio di viale Europa per mettere in sicurezza i padiglioni 4, 5 e 6, come d’accordo dall’ultimo incontro del 3 agosto tra il direttore generale dell’assessorato Guizzardi e il Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”. Senza contare gli altri finanziamenti previsti dalla Commissione Regionale di controllo per cui i lavori di ristrutturazione sono iniziati e mai terminati”.
Ma gli indignados dell’ospedale non vogliono svilire il noto Piano Sanitario di Rientro: accorpare il nosocomio all’Asp 5 e mantenere tutte le specialistiche adeguate ad un presidio sanitario, senza per questo reclamare spese aggiuntive. Anzi i medici in esubero coprirebbero i posti vacanti (dovuti alla chiusura dei reparti) dell’Ospedale Piemonte.
11 Ottobre 2011
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