Politica
150 ANNI DI UNITA’ D’ITALIA. De LUCA: “Potremmo festeggiare la disunità!”
Il leader di Sicilia Vera e sindaco di Fiumedinisi: “Potremmo celebrare la disunità d’Italia e la morte della vera classe politica siciliana”.
“Non parteciperò a nessun evento celebrativo perché ritengo che la Sicilia ed i siciliani abbiano ben poco da festeggiare, anzi interpretando il malessere diffuso che cresce quotidianamente nella nostra amata terra mi viene voglia di affermare che potremmo celebrare la disunità d’Italia”. È quanto sostiene il sindaco di Fiumedinisi, Cateno De Luca, in merito ai festeggiamenti di domani per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
“Non mi sento, inoltre – prosegue il leader di Sicilia Vera – di partecipare al dibattito sulle motivazioni storiche in quanto faccio l’amministratore locale ed il parlamentare e non mi occupo di analisi storiche, meglio che le facciano gli storici di professione”.
“Non mi sento poi – aggiunge il deputato regionale – di associarmi all’ipocrita schieramento che sottolinea che è colpa “del governo ladro” perché, nonostante il nostro Statuto di autonomia (oltre 65 anni..!) abbiamo dimostrato, che pur avendone gli strumenti siamo stati incapaci. Mi verrebbe da esclamare che il 17 marzo potremmo commemorare la morte della vera classe politica siciliana, che ha utilizzato la nostra autonomia per creare l’attuale sistema regionale parassitario e lobbistico”.
D’altronde dove è stata la nostra classe politica nazionale e regionale in questi ultimi 65 anni?”, chiede De Luca. E ancora: “Ha più colpe Bossi che in modo folcloristico e denigratorio difende il proprio territorio, o i nostri blasonati parlamentari che hanno fatto i giullari e gli ascari di corte di professione?
“Amo l’Italia – precisa il primo cittadino di Fiumedinisi – mi commuovo sentendo l’inno di Mameli, mi sento di appartenere ad una nazione e rispetto il tricolore. Non posso però sopprimere la mia rabbia di giovane siciliano che, a differenza di altri, ha legato il proprio destino e quello della propria famiglia alle sorti della Sicilia”.
“Auspico che il 17 marzo sia una giornata non celebrativa, ma di ‘giuramenti’ da parte di tutta la classe politica siciliana rispetto ad una italianità sostanziale che in Sicilia dobbiamo ancora affermare, rifuggendo dall’ipocrisia e dagli atteggiamenti alla Ponzio Pilato – conclude De Luca – Io ritengo di comprendere cosa deve essere radicalmente modificato in Sicilia e lotterò con tutte le mie forze per consentire ai siciliani di potersi definire al più presto italiani”.
Mercoledì 16 Marzo 2011
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