Politica
“CRISI MONDIALE, FASE DUE”. La riflessione di Pietro Palombara della Torre
La crescente crisi mondiale non è destinata a finire. C’è chi crede sia indotta, chi no. Complottisti o meno, vi assicuro che, da imprenditore, giramondo, capitano d’industria qual’ero, consta di tre punti facilmente individuabili. Come nel gioco degli scacchi, un bravo giocatore inizia col farsi mangiare le pedine, posizionare le proprie rimanenti in punti chiave e, infine, mettere sotto scacco l’avversario. Ma chi è il secondo giocatore, quello che vince? Non sta a me dirlo. Non più ormai.
Comunque, abbiamo già vissuto le prime due fasi. Nella prima, la crisi internazionale è stata veicolata a livello mondiale dal terrorismo, e a livello europeo dall’entrata dell’euro. Con il terrorismo la psicosi ha colpito le masse, e anche la borsa. Tutti depressi, anche i costi. Una casa, a causa della crisi, costa meno. Il settore immobiliare è andato in crisi? Si, ma quale settore? Io non sarei riuscito a vendere nemmeno una villetta o un appartamento, ma sarei riuscito, come del resto tutti i miei colleghi, a vendere un villone a due piani o un appartamento nel centro di una qualsiasi city europea, poiché chi aveva soldi prima ce li ha anche ora, e con la crisi compra il doppio, il triplo. L’euro moneta, dal canto suo, ha causato l’aumento del costo della vita, (giustificato dal fatto che se avete una moneta forte dovete pagare di più un panino o una casa) ma non direttamente. Infatti il rapporto 1 a 1 introdotto nei costi ha portato ad un’ impoverimento del cittadino medio. Questo in Europa, a causa dell’incoerenza dei mercati. Negli Stati Uniti, invece, a causa della coerenza dei mercati, gli americani si sono impoveriti a causa della svalutazione della loro moneta, afflitta della potenza dell’euro. Come dire, perde chi è debole e perde anche chi è forte. Naturalmente questo ha portato alla cancellazione del ceto medio e all’immiserimento del ceto dei poveri. I ricchi no. Parte due. Morto Osama bin Laden, il 02 Maggio 2011, i mercati si sono nuovamente impennati.
I valori dei beni cominciano ad aumentare, perché la crisi -si dice – finisce anche grazie alla fine del Regno del terrore. Quindi chi a comprato qualcosa (beni di lusso, oro, immobili) si ritroverà presto a gestire un capitale con un valore di molto superiore. Gli altri, dal canto loro, vedranno l’innalzamento dei costi come una spinta a vendere ciò che è rimasto (ad esempio la seconda casa, o la prima casa per passare poi all’affitto, o la macchina grande per passare a quella piccola, o titoli di stato, azioni, oro etc…). Sembra logico. E invece non lo è per niente. Perché, vendute anche le ultime risorse personali, i meno abbienti si ritroveranno a non avere niente, in un effetto simile al desiderio di recupero durante una perdita di gioco al casinò. E finalmente si arriverà ad un mondo in cui pochi hanno tutto e molti hanno nulla, e saranno sempre più dipendenti dalle risorse dei ricchi, in un nuovo medioevo economico in cui i ricchi sono i padroni e gli altri saranno i servi della gleba. Per ora siamo alla fase due. Dispiacerà avere ragione.
Pietro Palombara della Torre
…IL COMMENTO:
Un fantasma si aggira per le borse, è quello della recessione. Pietro, la estrema instabilità delle borse europee, unita a quella americana è una questione da economisti ma che (in un modo o in un’altro, consapevolmente o meno) ricadrà sulla povera gente. Anche i meno attenti, oramai, si dovrebbero essere accorti che la nostra bella Italia (che, se non sbaglio ha il secondo debito pubblico al mondo), è a rischio. Per scongiurare una recessione, l’Europa avrebbe già comprato Titoli italiani… ma ciò non basta.
E’ al vaglio una nuova Manovra economica del Governo per 45 miliardi di euro, ma quì nasce la contraddizione più grande. Si vuole acquisire denaro senza toccare i grandi ricchi. Per il momento sarebbero fatte salve le pensioni… ma un paventato aumento dell’IVA, (tassa che ricade in modo lineare su tutti, e quindi su ricchi e poveri allo stesso modo), potrebbe ridurre ulteriormente i consumi e, certamente incoraggerebbe ancora di più l’evasione fiscale che in Italia è a livelli stratosferici. Al ritorno (fra breve) dalle vacanze estive, l’impatto con la realtà consumistica di tutti i giorni potrebbe avere effetti devastanti al nord come al sud, tantopiù al sud dove l’occupazione non cresce. Preoccupa inoltre e non poco, un altro incubo.
Come quasi tutti sapranno, l’Italia ha il patrimonio storico-artistico (tramandatoci da millenni di dominazioni) più grande del mondo. Ebbene, non solo si pensa di svenderlo per fare cassa, ma già (e ci sono le prove) si è iniziato a farlo. Crisi dei Comuni, incertezza del domani. In definitiva, sono completamente daccordo con la tua pur scoraggiante conclusione: “si arriverà ad un mondo in cui pochi hanno tutto e molti hanno nulla, e saranno sempre più dipendenti dalle risorse dei ricchi, in un nuovo medioevo economico in cui i ricchi sono i padroni e gli altri saranno i servi della gleba”. Come reagire?
Giovanni Bonarrigo
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