Politica
GIANNI MIASI: RIFLESSIONE DI UN SESSANTENNE SUL TURPILOQUIO DELLA POLITICA PARLAMENTARE
Egregio Direttore,
leggo e guardo, come tutti, i quotidiani e la televisione e quel che leggo e vedo mi piace sempre di meno.
Il dibattito delle diverse opinioni (politiche, religiose, etiche, di costume) piuttosto che attenersi a parametri di correttezza, di educazione e di rispetto per l’altro, qualunque cosa esso pensi, trascende ogni giorno di più nel disprezzo, nella contumelia, nell’odio puro, quasi che esibendo la propria ferocia (indice, sempre, di vuoto assoluto e di ripetizione pappagallesca di ciò che qualcuno propina loro) si avesse la pretesa di convincere l’attonito telespettatore e lettore e non raggiungesse, invece, lo scopo di nausearlo.
Il fango campeggia su tutti i quotidiani e le televisioni: non c’è più rispetto per nessuno e da nessuno: l’obiettivo è distruggere chi la pensa diversamente da te, magari auspicandone la morte fisica, meglio se con violenza.
Non ci accorgiamo che il limite è stato varcato abbondantemente e che c’è il rischio concreto che succeda qualcosa di diverso e di più grave.
Quando i cittadini si stancano e si nauseano e rappresentano la maggioranza della popolazione, prima o poi si presenterà all’orizzonte “l’uomo della provvidenza”. In Italia “uomini della provvidenza” ne abbiamo avuti diversi e tutti, nessuno escluso, dopo che hanno fatto un mare di danni al paese, sappiamo come sono andati a finire.
Vorrei portare, in piccolo s’intende, l’esperienza del mio consiglio comunale.
Come è logico che avvenga, quasi mai tra maggioranza e minoranza vi è comunanza di vedute: ciò che va bene per la maggioranza, bene non è per la minoranza e viceversa. Ciò è perfettamente fisiologico e rientra nel normale dibattito politico:
Ebbene, da otto anni – e cioè da che sono Sindaco – ho partecipato a tutte le sedute del consiglio comunale e mai, dico mai, è avvenuto che il dibattito, spesso infuocato, degenerasse nell’insulto, nella contumelia; ha prevalso sempre il rispetto dell’altro e, se anche qualche volta è scappata una parola di troppo, immediatamente sono venute le scuse.
Ora io mi domando: ciò che avviane a Roccalumera, e nella stragrande maggioranza dei consigli comunali d’Italia, rappresenta la normalità oppure siamo dei poveri scemi, ancorati, ancora, al concetto del rispetto dell’altro e della buona educazione?
Ogni parlamentare percepisce al mese circa 20.000,00= euro, sia esso deputato o senatore: da cittadino comune penso che la stragrande maggioranza dei senatori e dei deputati meriterebbe ben altro trattamento che simili, astronomiche, somme.
Fatto si è che in noi, cittadini comuni, sta calando la stanchezza, la nausea di ciò che avviene attorno a noi e sta emergendo un sentimento di qualunquismo nonché il desiderio, in mezzo a tanto sfascio, di arraffare qualcosa, tanto “quelli fanno tutti così”.
Io non intendo fare la morale, Dio ce ne guardi, ma da sessantenne mi preoccupo per la generazione dei giovani che sta emergendo e che emerge: una generazione che non ha prospettive, non ha futuro e si è nauseata di tutto e di tutti.
Allora dico: ma chi ne ha il dovere (e siamo noi, la generazione adulta) non dovrebbe intervenire, fare sentire la propria voce – senza fare alcuna rivoluzione – semplicemente esprimendo il proprio punto di vista ed il proprio sentimento?
Nella speranza che le mie non vengano viste come le malinconiche considerazioni di un sessantunenne, ma come un invito a tutti, a reagire.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate Voi lettori e, soprattutto, i giovani.
Cordiali saluti.
Gianni MIASI – SINDACO DI ROCCALUMERA
N.B. Nella foto, il Sindaco Miasi accanto all’ex magistrato Gherardo Colombo, in occasione del convegno dibattito di quest’ultimo, avvenuto l’anno scorso a Roccalumera, presso l’antica Filanda. Si parlò di… rispetto delle regole sin dal tempo della scuola.
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