Politica
IMMINENTE LA SOPPRESSIONE DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE DI SANTA TERESA DI RIVA E DI ALI’ TERME
Territorio ed istituzioni in agitazione. Da voci accreditate provenienti dall’ambiente giudiziario pare confermata la notizia della probabile soppressione degli uffici del Giudice di Pace di Santa Teresa di Riva e di Alì Terme. Il provvedimento, sembra, sarà adottato dal Ministero della Giustizia entro il prossimo mese di novembre.
La notizia ha allarmato l’intero territorio da Scaletta Zanclea a Sant’Alessio Siculo. I presidenti delle tre Unioni dei Comuni; Gianni Miasi, Presidente delle Valli Joniche dei Peloritani, Lorenzo Grasso, Presidente della Valle del Nisi e delle Terme di Alì e Antonio Miceli, Presidente dell’Unione del Monte Scuderi, hanno proclamato lo stato di agitazione nei rispettivi territori e hanno convocato le rispettive giunte in seduta congiunta, per mercoledì 2 novembre 2011 alle h. 18.30 presso il salone di rappresentanza dell’Antica Filanda di Roccalumera. Alla riunione sono stati invitati, oltre alle giunte, i singoli Consiglieri delle Unioni, i Presidenti e i Vice-presidenti dei Consigli Comunali, la Deputazione Nazionale e Regionale, i Consiglieri Provinciali, gli Operatori Giudiziari e quelli Legali e i Cittadini.
Il Presidente dell’Unione delle Valli Joniche Gianni Miasi ha dichiarato: “Con i colleghi Presidenti delle Unioni, Grasso e Miceli, abbiamo convenuto che il territorio e le sue istituzioni, nella loro interezza, devono dare una risposta unitaria e ferma a questo tentativo illogico di impoverire ancora una volta il territorio. La nostra non è una battaglia di campanile ma rappresenta l’esigenza di evitare che le popolazioni vengano private del legittimo diritto di ottenere giustizia sul territorio in tempi ragionevoli e a costi accettabili. Gli uffici del Giudice di Pace amministrano la gran parte della richiesta di giustizia che proviene dal territorio: dagli incidenti automobilistici alle controversie civili fino a un certo valore, dalle multe alla repressione della microcriminalità. Tali aspetti rappresentano oltre la metà del ‘fatturato’ giudiziario del nostro territorio. Non possiamo assistere impunemente a tale furto. Dopo averci privati delle risorse destinate al ponte sullo Stretto adesso intendono privarci di un servizio essenziale. Speriamo che le deputazioni, sino ad oggi disattente, stiano accanto a noi e facciano sentire la propria voce”.
28 Ottobre 2011
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