Politica
LA CORTE DI CASSAZIONE DA RAGIONE ALL’ON. CATENO DE LUCA
“Il 20.12.2011, la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, su richiesta anche del Procuratore Generale Dott. Fraticelli, ha annullato senza rinvio l’Ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Messina il 19.07.2011, che aveva confermato il provvedimento di applicazione della misura cautelare emessa dal GIP, Dott.ssa Daria Orlando, sostituendo gli arresti domiciliari con il divieto di soggiorno nel Comune di Fiumedinisi in danno dell’On. De Luca.
La Corte di Cassazione con la citata pronuncia “… ANNULLA SENZA RINVIO IL PROVVEDIMENTO IMPUGNATO E DISPONE LA CESSAZIONE DELLA MISURA CAUTELARE”.
Comunicato stampa dell’On. Cateno De Luca
Il ricorso è stato discusso in Camera di Consiglio, dai difensori del parlamentare regionale l’ Avv. Prof. Carlo Taormina e Avv. Tommaso Micalizzi.
Dopo l’intervento del relatore, lo stesso Procuratore Generale aveva sollecitato la Corte Suprema all’annullamento senza rinvio dell’ordinanza del Tribunale della Libertà di Messina escludendo che i fatti contestati potessero, in diritto e in fatto, integrare i reati configuranti.
La Suprema Corte di Cassazione ha così riconosciuto la piena fondatezza dell’impianto difensivo dell’On. De Luca, fino a questo momento disatteso ed obliterato dalla Magistratura messinese, determinando grave danno fisico, psichico, morale e politico al deputato regionale ed alla sua famiglia.
Nel riservarsi ogni iniziativa a tutela per i pregiudizi sofferti, l’On. De Luca fin da ora annuncia che nei prossimi giorni, sarà convocata apposita conferenza stampa nella quale si affronteranno i seguenti argomenti:
- Sentenza della Suprema Corte di Cassazione;
- “I tre livelli” che hanno complottato per fare arrestare l’on. Cateno De Luca;
- Il movente di questa pirandelliana vicenda;
- Le finalità di questo procedimento penale.
Saranno, infine, preannunciati gli atti di denunzia per calunnia, falso ideologico, abuso d’ufficio e per i reati connessi, attraverso la cui consumazione è stato possibile guidare la mano della Magistratura contro la persona dell’On. De Luca e la sua presenza politica.
Ufficio Stampa On. Cateno De Luca”
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L’ON. DE LUCA, PER LA CASSAZIONE NON DOVEVA SUBIRE IL “DIVIETO DI DIMORA”
FIUMEDINISI – La quinta sezione penale della Corte di Cassazione, su richiesta del Procuratore generale Fraticelli ha annullato, senza rinvio, l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Messina il 19 luglio scorso, che aveva confermato il provvedimento di applicazione della misura cautelare emessa dal gip, Daria Orlando il 20 giugno scorso,
sostituendolo con il divieto di soggiorno nel comune di Fiumedinisi nei confronti del deputato regionale di ”Sicilia Vera” ed ex sindaco di Fiumedinisi, Cateno De Luca, arrestato il 28 giugno scorso nella sua qualità di primo cittadino, assieme al fratello Tindaro ”Gino”, al responsabile dell’ufficio tecnico comunale Pietro D’Anna e al presidente della Commissione edilizia, architetto Benedetto Parisi, con le accuse di tentata concussione e falso in atto pubblico. Solo De Luca, nei giorni immediatamente successivi al pronunciamento del TdL, aveva inoltrato ricorso in Cassazione, discusso ieri in camera di consiglio dai difensori del deputato, Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi. La pronuncia della Suprema Corte arriva dopo due mesi e mezzo dal momento in cui il Tribunale del riesame di Messina, esattamente il 14 ottobre, aveva revocato il divieto di dimora a Fiumedinisi sia a De Luca che al fratello Tindaro, a
D’Anna e Parisi. Adesso si attendono le motivazioni della sentenza dei supremi giudici. Per il deputato regionale e gli altri tre imputati rimane, ovviamente, l’impianto accusatorio della Procura di Messina per tentata concussione e falso in atto pubblico, reati commessi nel 2007, 2008 e 2009, per vicende riguardanti l’aprovazione e l’esecuzione del programma innovativo in ambito urbano denominato “Contratto di Quartiere II Vivi Fiumedinisi”. Nella vicenda giudiziaria figurano indagate altre 14 persone in attesa, assieme a De Luca, il fratello Tindaro, D’Anna e Parisi, che le accuse mosse dalla Procura di Messina vengano esaminate nell’udienza preliminare, ancora da fissare, per decidere o meno il loro rinvio a giudizio.
21 Dicembre 2011
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