Spiritualità
16 DICEMBRE. INIZIA LA NOVENA DI NATALE: FRA CELEBRAZIONE POPOLARE E LITURGIE UFFICIALI
Il Natale è la festa che rivela il progetto che Dio si era proposto. Dio non ha voluto rimanere unicamente Dio. Il Creatore ha deciso di farsi anche creatura. Non ha voluto comunicare solamente il suo bene, la sua verità, la sua bellezza. Egli ha voluto fare qualcosa di molto più grande. Ha voluto donarsi: Dio sa stesso. Il Verbo si è fatto carne nel seno della Vergine Maria. Dio non è rimasto indecifrabile; è uscito dalla sua luce inaccessibile per venire nelle tenebre umane. Non è rimasto nella sua onnipotenza eterna; è penetrato nella fragilità della creatura. Egli è venuto in mezzo a noi e si chiama Gesù di Nazareth. E’ per mezzo di questo bambino che Dio ha detto definitivamente al mondo e all’universo: “Io ti amo”.La Novena del Santo Natale ci accompagna in questi giorni di novena (dal 16 dicembre in poi) alla riscoperta della nascita del Salvatore.
La novena di Natale, pur non essendo “preghiera ufficiale” della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle nostre comunità cristiane. Proprio perchè non è una preghiera ufficiale essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma un indiscusso “primato” spetta alla novena tradizionale.
E’ quindi l’occasione per proporre non una mera spiritualità devozionale, ma una soda spiritualità ispirata profondamente dalla Parola di Dio.
Le novene sono celebrazioni popolari che nell’arco dei secoli hanno affiancato le “liturgie ufficiali”. Esse sono annoverate nel grande elenco dei “pii esercizi”. “I pii esercizi – afferma J. Castellano – si sono sviluppati nella pietà occidentale del medioevo e dell’epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano”.
La novena di natale è una “antologia biblica” ricca di nutrimento per lo spirito. È quindi l’occasione per proporre non una spiritualità devozionale ma ispirata profondamente dalla Parola di Dio. Non è l’occasione per fare “bel canto” ma per lasciarsi coinvolgere esistenzialmente dalla Parola di Dio cantata.
Prepariamoci, quindi, ad accogliere nella preghiera e nell’umiltà il Bambino che nasce, oggi come allora, e che dona al mondo la testimonianza dell’amore di Dio verso i suoi figli.
16 Dicembre 2011
Pina Abate
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