Spiritualità
COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI, FRA RICORDI, TRADIZIONI E PREGHIERA
‘U jornu di mòtti”. Cari lettori del sito, oggi è il giorno in cui nella tradizione cristiana è usanza commemorare i propri defunti nei cimiteri. “U jornu di mòtti” per dirla alla siciliana. Ci sembra doveroso perciò tentare una riflessione che tenga conto dell’importanza di questo giorno, sia in relazione alla Fede che ad uno spirito di profonda emozione interiore dell’uomo.
Nel cimitero di Roccalumera ad esempio, (nella foto è quello a sinistra, mentre a destra vediamo uno scorcio di quello di Casalvecchio Siculo), oggi alla 15,00 -come di consuetudine- Padre Gaetano Murolo celebrerà la Santa Messa in suffragio dei nostri defunti. Di tutti i defunti. In altri paesi del comprensorio si farà la stessa cosa oppure si celebra in chiesa.
Ma, cos’è la Festa del 2 novembre? E’ giorno lavorativo ma durante il quale (insieme al giorno di Ognissanti), non può mancare la visita in camposanto con tantissimi fiori e lampadine da porre sulla lapide del proprio caro, dei propri cari. Non osiamo addentrarci nella più antica e radicata tradizione siciliana fatta di esternazioni forti, di lutti a vita, ma pur rimanendo ai giorni nostri, vogliamo cogliere il perpetrarsi della importanza di coloro che vissero con noi, e insieme a noi rimangono nei ricordi, nelle emozioni, negli insegnamenti dei tratti a volte impervi della vita passata e che anche nel presente “vivono” un viaggio che continua. Quella vita che genererà vita, ma che è essa stessa figlia e discendente della nostra personale storia.
Duri come pezzi di legno, l’”ossa di mottu” rappresentano il simbolo che richiama ad una diversa tradizione, quella del gusto. Per chi non li conoscesse, essi sono dei doci la cui glassa bianca e dura riproduce spesso anche la figura della madonna. “Stai attento chi tti rrumpi i denti”, forse anche a qualcuno di voi sarà capitato di sentirselo dire qualche volta mentre sgranocchiava questi dolci.
Ma torniamo “o jornu di murticeddi”, un giorno di tristezza, di pianto. Pianto di nipoti che recitano “l’eterno riposo” davanti a quella foto cara, di figli che forse hanno perso genitori troppo presto, di semplici amici di amici, che hanno vissuto tragedie come la recente del primo ottobre 2009 a Scaletta e Giampilieri e che (ri)vivranno negli anni a venire, nei caduti, anche quelle altrettanto tragiche di questi giorni di Liguria e Toscana. Portiamo con noi le gioie e gli effetti, portiamo con noi le tragedie di questa bella vita. Vita che a volte si sofferma a riflettere, con un crisantemo in mano, nella genuflessione di una preghiera al cospetto di una fredda lapide di marmo, ma caldo è il cuore che pulsa nel giorno dei morti. I nostri cari carissimi defunti.
02 Novembre 2011
Redazione
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