Spiritualità
MESSINA FESTEGGIA LA “MADONNA DELLA LETTERA”. VOGLIAMO RICORDARE LE PAROLE DI PADRE PEDITTO
MESSINA – Oggi la città di Messina festeggia la “Madonna della Lettera”. Lettera che Maria volle donare all’umanità cosi come donò suo figlio Gesù. Vogliamo noi cogliere l’occasione per ricordare alcune frasi di un umile servo di Maria Santissima, padre Peditto, parroco salesiano, volato alla casa del Padre in data 25 marzo 2010. Di seguito leggete i suoi consigli ai seminaristi per l’Effusione.
25 febbraio 2007 – “Essere tristi, non è che è una cosa cattiva, è un sentimento. La domanda è fatta a proposito del canto. Avete cantato che ‘quando Gesù passa la tristezza se ne va’, allora se uno è triste vuol dire che Gesù non è passato? o è passato lo stesso? (tutti in coro dicono: “è passato lo stesso). Gesù è passato perchè Gesù passa sempre, momento per momento, e allora vuol dire che noi non ci abbiamo badato, cioè ci siamo fatti pigliare dalla nostra tristezza.
Vedete, che col Signore c’è questo fatto, dovete sempre tenerlo presente: che Lui fa se noi facciamo. Proprio oggi una sorella mi diceva che oggi ha avuto una ‘tristezza inspiegabile’, può capitare anche la tristezza inspiegabile, cioè uno si sente triste ma non ha un motivo per essere triste, no? E siccome son cose che possono capitare, noi siamo degli esseri un pochino complicati, ci rendiamo la vita più complicata di quanto dovrebbe essere. Però siamo complicati perchè siamo abbastanza ben fatti. Ora, siamo complessi ma noi ci facciamo diventare complicati, perchè quando abbiamo delle difficoltà, dobbiamo cercare di capire perchè abbiamo quelle difficoltà.
Quindi, pigliamo la tristezza che può capitare per qualsiasi ragione, basta che il figlio risponda… prima ci arrabbiamo e poi diventiamo tristi; basta che il cielo sia annuvolato e anche noi ci annuvoliamo dentro, vedete, sto dicendo di cose molto ordinarie. Ora vedete, noi dobbiamo capire che il Signore ci vuole sempre allegri, quando non siamo allegri, l’alegria è il contrario della tristezza. Perchè il Signore “passa” e la nostra tristezza se ne va, cioè noi la nostra tristezza la possiamo avere continuamente e allora dobbiamo stare attenti a quello che succede dentro di noi, perchè? se non prendiamo subito in mano il piccolo-grosso problema che abbiamo, il nostro problema va crescendo e la tristezza potrebbe anche diventare esaurimento nervoso. Guardate che non sono fantasie.
Quindi, noi siamo fatti così: più pensiamo a una cosa nel bene o nel male, e lo notate per esempio, noi veniamo al Ritiro, anche se arriviamo un pochettino frastornati, un po’ alla volta, un poco alla volta, pregando, cantando, ascoltando la Parola di Dio, stando insieme coi fratelli, adagio adagio andiamo crescendo. Poi c’è la Messa e… torniamo a casa diversi. Non sempre riusciamo subito a dire: “voglio essere allegro”. Per essere allegri, dobbiamo avere delle ragioni e l’unica ragione che ci può togliere la tristezza è il Signore Gesù con il suo Amore. Guardate, non cercate la gioia: “mi nnì facemu quattru passi”. Si, fateli pure i “quattru passi”… anche otto. Poi, come io vò detto, il Signore, quando noi ci incontriamo, stiamo uniti nel suo nome, cioè secondo la sua volontà, il Signore opera sempre.
3 Giugno 2011
Redazione
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