Spiritualità
UNA DOMENICA, RICORDANDO E MEDITANDO LE PAROLE DI PADRE PEDITTO
L’argomento, così improtante per chiunque di noi esseri umani è ottenere una grazia. Nel ritiro con Padre Peditto quella Domenica si parlo proprio di Grazie ma sembrava proprio che alcuni convenuti non avessero le idee ben chiare in proposito.
A concludere il discorso, Padre Peditto disse: “Ansichè chiedere una grazia, perchè non chiederle tutte… ma quelle che vuol dare lui. La Parola di Dio è questa: “quanti temete il Signore aspettate la Sua misericordia”, dall’Antico Testamento già, non è del Vangelo, capisco che questo è stato scritto poco prima della venuta di Cristo già il Vangelo era vicino. Non deviate per non cadere, voi che temete il Signore confidate in Lui.
Non chiedete ma confidate, se il Signore ci ama che cosa ci dobbiamo preoccupare? Il vostro salario non verrà meno, cioè quello che il signore vi voleva dare non verrà meno. E visto che un fratello era più accanito, io dissi: “pensa quello che vuoi, se non ti costringe il Signore vuoi che ti costringa io a pensare diversamente da quello che tu…? Tu continua a dire al Signore quello che vuoi diventare, poi ti accorgerai che il Signore non te lo vuol dare e dirai “il Signore non me lo vuol dare”, ma intanto è passato il tempo, se situazioni sono cambiate, e potrebbe darsi che quello che il Signore ti voleva dare non te lo darà più perchè Lui ha un altro programma di misericordia per te, perche Lui per ogni momento cià un qualche cosa”.
“E allora, nell’ultima riunione che abbiamo avuto giovedì vi ho detto: “cari fratelli, vi ricordate che abbiamo avuto l’altra domenica il ritiro e abbiamo avuto una questione su quello che dobbiamo chiedere al Signore, io son curioso di sapere, qualcuno ha pregato per me? mi ascoltarono due, perchè cosa avete pregato? – Così, abbiam pregato. Qualcuno ha chiesto che il Signore mi togliesse i crampi alle gambe? – Dice no. E guardate non gliel’ho chiesto nemmeno io, però il mattino dopo il ritiro io non ho avuto più crampi alle gambe e la (….) si può ricordare qualche altro episodio, l’ultimo ritiro avevo bisogno di assistenza a destra e assistenza a sinistra per salire le scale”.
Ebbene, dopo il ritiro di Alì Terme io non ho mai chiesto al Signore che mi guarisca perchè penso che sia inutile chiederlo quello che Lui deve fare, no? E allora, nè mi pare che qualcuno aveva chiesto che io potessi camminare, comunque, l’avevano chiesto non l’avevano chiesto, io so che il mattino dopo uscendo dal bagno che ha uno scalino, è più elevato tante volta i bagni son fatti così no? Senza volerlo, al contrario di quello che uso fare perchè piego il sinistro e porto il destro che è più debole, in vece mi sono accorto che avevo sceso lo scalino al contrario con il piede destro, e senza dolore. Dico, che cosa mi sta succedendo? E allora, così come ero vestito appena alzato, sapete che c’è una scala con due piccole rampe, me la son fatto di discesa e di salita. Questa gamba funzionava meglio di quando io sono venuto a Taormina.
A questo punto interviene una delle “sorelle” (all’interno del Gruppo di preghiera tutti si definiscono fratelli e sorelle), per dare una testimonianza.
Dopo, riprende don Peditto: “E allora vedete, come qualche, non maligno diciamo buon pensante diceva, dico “buonpensante” per non…, dice, a lei il Signore ha fatto queste cose perchè lei è speciale. No, io non sono speciale, perchè ogni foglio di Dio è privilegiato, il Signore non fa differenza per nessuno. Quello che importa è abbandonarsi a Lui. E allora, tornando alla tristezza, vedete, la tristezza in se non è nè buona ne cattiva, è una senzazione che noi.. una situazione in cui le nostre forze sono un pochino diminuite, non riusciamo a pensare con calma e risolvere i problemi, non abbiamo tanta energia, perchè anche la tristezza toglie l’energia, no?
Quindi, non bosogna preoccuparsi, e questo non per una cosa che i medici hanno detto che non c’è pericolo ma per qualsiasi cosa anche pericolosa, anche anche difficile, anche mortale. Perchè, anche se è mortale, ditemi un po’, non dico io, ma voi morirete o no? (l’assemblea ben comprende la battuta finale). Dal gruppo, un fratello gli fanno notare che il tema era stato trattato il giovedì precedente. Don Peditto dice: “Ma ce lo dobbiamo fare sempre questo proposito, non solo il giovedì, anche quando non si fa nel gruppo, momento per momento.
Guardate, Don Bosco, ai suoi ragazzi, colleggiali, ogni mese faceva fare l'”esercizio di buona morte”. Con la meditazione, con le preghiere, in cui faceva dire tutto quello che si provava quando si moriva, le forze che mancano e questo e quell’altro, il giudizio di Dio, una cosa che durava un trequarti d’ora, un’ora, poi le Confessioni, la Messa la Comunione, alla fine o una passeggiata o… mortadella, cioè pensare alla morte ma vivere e godere nel Signore la vita.
E i giovani non diventavano tristi. Ora noi i Salesiani, l’abbiam tolto l’esercizio di buona morte. Anche noi non parliamo più nè di peccati, nè di paradiso, nè di purgatorio, nè di inferno, nè di confessioni, per carità i poveri Cristiani si si…
E allora, quindi dobbiamo rifletterci sempre, perchè la tristezza è un brutto principio. Quando noi non siamo allegri, attenzione essere allegri non significa divertirsi si può essere allegri anche nella sofferenza, quindi faccio un esempio: una cosa che capita continuamente, penso che se domandassi a qualcuno di voi se vive in casa con qualche persona, o il marito o la moglie o il figlio o la madre o il padre o il nonno, capita sempre qualche diverbio e, quando vengono da me a lamentarsi, io dico: ma dovresti invece essere contento, in quanto c’è qualcuno che ti da fastidio, perchè tu in quel momento puoi esercitarti ad essere libero da te stesso ed essere unito con Dio. Quello ti sta facendo dispiacere e tu pensi al Signore e godi, e godi di non agitarti, godi di voler bene a quella persona che ti sta disturbando. E sapete cosa succederà se veramente questo avviene? Quella persona che vi disturba, alla fine non ci trova nemmeno gusto a disturbarvi.
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