Motori, Sport
ADDIO “SUPERSIC” DURO IN PIASTA, GENTILE NELLA VITA
Sepang 2011 (Circuito della Malesia) – Scene agghiaccianti al secondo giro. E’ la motogp numero 58 sta perdendo aderenza in curva, è Simoncelli il combattente che tenta di puntarsi col gomito e col ginocchio per risollevarsi e compiere l’ennesimo miracolo di equilibrismo. Ma no, atroce il destino, la stessa bianca Motogp di “SIC” nel riversarlo sull’asfalto inventa una traiettoria inusuale e lo spinge in mezzo alla pista. La dove mille volte avrebbe dovuto trarlo via per la tangente. Ora è immobile mentre arrivano l’americano Colin Edwards e Valentino Rossiche non riescono a schivarlo. Il cinturino del casco spezzato dall’impatto, il casco che rotola in pista come una palla impazzita… Frattura delle vertebre cervicali, segno di una gomma sul collo, cuore che va in choc, ferite alla testa e al torace. Così muore un pilota di Motogp.
Marco in Malesia nel 2008 aveva vinto su Gilera il campionato 250. Marco lì ci teneva a fare bella figura. Voleva vincere per la prima volta nella classe regina delle moto.
Un metro e 91 di grinta e gentilezza. Lo chiamavano “SIC”. La passione per una vita vissuta sul filo dei millesimi di secondo, si sa, la MotoGP non è uno sport per vecchi… è purtroppo, uno sport pericoloso. Molto. Nonostante i tanti progressi di questi anni. Modificati i tracciati, ampliate le vie di fuga, la tuta del pilota, il casco…
Piange il “vecchio” ragazzo Valentino Rossi, nel suo box tiene la testa fra le mani. “Era per me come un fratello minore” dice. Forse roso dal rimorso di non averlo potuto schivare, lui che gli voleva bene, appunto, come ad un fratello. Volti sconvolti, fra i piloti, anche Pedrosa è pietrificato, immobile. Avrà ripensato alle scaramucce verbali fra i due dopo quella spalla rotta e le gare saltate quest’anno… per un sorpasso di SIC. Tantissimi gli attestati di stima per un giovane “vecchia maniera”, sia dal mondo delle corse, che dai tifosi. Zanardi lo ricorda… lui, miracolato ma che porterà per sempre i segni della crudeltà della pista.
“SIC”, Un ragazzo “pulito”, semplice e portatore di valori che vanno via via scomparendo nella società. Perché proprio lui? Ma no, non dovrà più succedere a nessun pilota, ci si augura ricordando l’anno scorso a Misano quanto accadde al giapponese Shoya Tomizawa, 19 anni, morì travolto a 240 km orari dall’italiano Alex De Angelis e all’inglese Redding. Calpestato anche lui senza fine, quando era indifeso sulla pista. No, perdere la vita così giovani, nonostante (o per colpa?) della tecnologia delle moto da GP.
Addio Marco, sei stato il “Villeneuve” delle due ruote di oggi. Non ti dimenticheremo.
Redazione
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