Storie di Sicilia
LA SINAGOGA DELLA TERRA DI SAVOCA. Il documento firmato dal vicerè Lop Ximen Durrea…
G. e B. Lagumina pubblicarono “nel loro codice diplomatico dei giudei di Sicilia” documenti fondamentali riguardanti la presenza giudaica in Sicilia. Un importante documento del 20 agosto 1470, scritto in latino, riguarda l’esistenza di una sinagoga nella terra di Savoca. Proponiamo una nostra trascrizione del documento per renderlo chiaro e intellegibile.
Palermo, 20 agosto 1470, ind. III
IL VICERE’ LOP XIMEN DURREA ORDINA CHE SIA ALTROVE FABBRICATA LA SINGOGA DELLA TERRA DI SAVOCA
“Giovanni etc,
Il Vicerè etc. Al nobile regio diletto Giovanni Oliveri, salute.
Fu a noi, con rispetto, esposto da parte del venerando messo del regio archimandrita del Santo Salvatore della lingua del foro della nobile città di Messina come nella terra di Savoca vi è una “mischita”, ossia sinagoga, di giudei situata nel centro, e nel miglior luogo, vicino alla piazza nella quale si trova il palazzo della Curia ed è ad ognuno restituito il proprio diritto; la qual cosa avviene ogni giorno; e inoltre nelle vicinanze di detta mischita vi sono molte case di cristiani, di quelli più osservanti della predetta terra, e altre chiese, nelle quali per mezzo di sacerdoti viene celebrata la divina liturgia e l’ufficio divino, nelle ore canoniche, nel mentre gli stessi giudei, specialmente nel giorno di Sabato, sempre cantano il loro ufficio, con voce tanto alta, secondo le loro usanze, a tal punto che non solo ciò è dannoso e molesto agli stessi cristiani che si trovano a loro vicini, ma è anche vero che nelle sopradette chiese viene perturbato il culto divino e l’amministrazione della giustizia.
Attorno alle chiese secondo le sacre costituzione del regno deve essere osservato l’assoluto silenzio, solamente qualche voce può essere appena percepita. Per questo a noi fu umilmente supplicato che ci degnassimo provvedere in merito alle dette cose opportunamente e nello stesso tempo comandare di dover trasferire la detta mischita, ovvero sinagoga, in un altro luogo. Noi, in verità, ricevuta una supplica di tal fatta, considerate le cose premesse vere e nello stesso tempo esistenti, abbiamo provveduto così come a voi diciamo, commettiamo, comandiamo che riguardo alla detta casa, ossia edificio della predetta mischita, le facciate valutare da alcuni esperti per niente poco sospetti; e fatta la detta stima e pagato il prezzo relativo ed in più una quarta parte ai maggiorenti di detti giudei o a chi di loro competerà, da parte di Filippo Storiale che si è offerto di comprare detta casa o edificio, come a noi fu riferito, la stessa casa o edificio sia consegnata al detto Filippo che è tenuto e deve ai maggiorenti o giudei consegnare o cedere un luogo in detta terra, o una casa adatta e comoda, agli stessi giudei, affinchè loro possano edificare e costrire, a loro esclusivo piacere, e senza incorrere in alcuna pena, la loro sinagoga o mischita; ma in tale luogo e parte della terra detta, sia costrita e edificata in modo che nessun danno, molestia o disturbo vi si rechi al culto divino e ai cristiani.
Comandiamo in merito a ciascun ufficiale e alle altre persone, e soprattutto ai predetti giudei, di qualunque grado, ufficio, dignità essi siano, poichè sotto la pena di 100 once da pagarsi al regio fisco da parte di colui che non osserva le prescrizioni dovunque, a voi in tutte le cose promesse, per voi da eseguirsi e da compiere effettivamente, a voi siano soggetti e ubbidiscano ed assistano con opere ed aiuti opportuni e dovuti, nè in alcun modo tentino il contrario o permettano di essere attentato, o di perturbare o di impedire senza alcuna ragione o causa, per quanto cara abbiano la grazia del RE e desiderano evitare la pena predetta, per la esazione della quale somma, nel caso di trasgressione (che non crediamo) comandiamo che si provveda”.
Lop Ximen Durrea
Il Sig. Vicerè comandò a me Gerardo Agliata, protonotaro.
Dato a Palermo il giorno 20 del mese di agosto, terza edizione, anno 1470. R. Protonotaro, Vol. 133, pag. 92.
QUINDI:
La sinagoga era ubicata nella “terra di Savoca” e poteva essere posta in qualsiasi luogo della terra compresi i casali.
Sorgeva nel centro e nel miglior luogo vicino alla piazza dove c’era il palazzo della curia e nelle vicinanze d’alcune chiese. Nelle vicinanze della “Mischita” vi erano molte case di cristiani. Pertanto la sinagoga si trovava posizionata fuori dal contesto urbanistico della Giudecca. Un certo Filippo Sturiale, infine, si era offerto di comprarla.
Tale descrizione, con riferimento all’anno 1470, è topograficamente compatibile sia con il centro urbano di Savoca che con quello del casale di Casalvecchio dove c’era la Judeca e un quartiere chiamato La piazza, ma non vi è traccia di un palazzo della curia, invece esistente a Savoca. La famiglia Sturiale, in quel tempo, era presente nel Centro urbano di Savoca, ma non è documentabile la sua presenza in Casalvecchio che, in ogni caso, non esiste nei rilievi del 1584 e degli anni successivi.
Pertanto, allo stato attuale, l’esatta ubicazione del luogo di culto giudaico è ipotetica e, in tale contesto, è ancora valida l’ipotesi che la vede collegata nella via San Michele dove però non c’era un quartiere giudaico. Sappiamo, però, da varie fonti bibliografiche che, in Sicilia, vi era un congruo numero di giudei che abitava fuori dalla Giudecca, in mezzo ai cristiani. Il non credente che si convertiva alla fede cristiana doveva salire a ginocchioni i sette gradini della chieda di San Michele e battezzarsi.
In conclusione, la questione sull’ubicazione della sinagoga ebraica della “terra di Savoca” rimane una questione aperta. Resta da stabilire, in particolare, che cosa successe dopo l’esproprio e la vendita del bene nel 1470. Fu costrito in un altro posto? Vi furono spostamenti della popolazione giudaica all’interno della “terra di Savoca”? A quasti interrogativi, allo stato attuale, non siamo in grado di rispondere.
N.B. Testi tratti da “LA PRESENZA EBRAICA NELLA TERRA DI SAVOCA E DINTORNI”. Edito a cura del Comune di Savoca e scritto da Santo Lombardo. Anno 2006.
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