Storie di Sicilia
MANDANICI: LE SUE ORIGINI, I SUOI MONUMENTI E… IL CAV. LUIGI MAZZULLO
Coloni greci di Calcide spinti all’insediamento nella Sicilia orientale (parte della Magna Grecia), fondarono uno dei tanti accampamenti rudimentali anche nella valle che oggi ospita Mandanici.
Probabilmente Mandas (monastero) alla dea Nike (dea della vittoria). Nel tempo il posto subì tutte le dominazioni ed influssi, grazie al fatto di essere anche rudimentale strada di passaggio accessibile a quei tempi, disegnata per un ampio tratto dalla fiumara Dinarini che, dopo una barriera montuosa di scarso spessore, già raggiungeva il versante tirrenico. Vi si stabilirono anche i Mamertini, soldati mercenari al servizio di Siracusa nel periodo antecedente alla prima guerra punica. Dei Mamertini una traccia inequivocabile è stata ritrovata alla fine degli anni ’50, durante un lavoro di scavoper la piazza antistante il Duomo, una moneta bronzea reca infatti l’effigie di un soldato armato e la dicitura “MAMERTINOV” in lingua greca.
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Il nome del villaggio si trasformò in Mandranikis e, successivamente, in Mandranikium, e quindi in lingua volgare divenne Mandranice. A partire dalla fine dell’anno Mille(1061 in poi), arrivarono in Sicilia i Normanni, navigatori del nord Europa dopo le note vicissitudini al servizio della Cristianità. Il conte Ruggero come in altri posti fece erigere una Abbazia nella Badia di Mandanici e qui diede il nome di S.Maria Annunziata in segno di voto Cristiano per la vittoria sulla precedente dominazione araba, fino a qualche anno fa centro studi panortodosso “San Niceforo il Solitario”, già sede dell’abate Filadelfo e dell’illustre Baarlam. Nel periodo Normanno anche altre opere sorsero a testimonianza della Cristianità, come ad esempio il Duomo(X-XII sec.), situato nell’allora centro del Casale di Mandanici, nella piazza che diede i lustri anche a nobiltà del tempo, a case di nobili che ancora oggi si possono ammirare, i palazzi Mastroieni-Longo e Scuderi. Di Malachia Scuderi resta una lapide che con Giuseppe La Scala furono pastori metodisti e poi un busto in piazza del garibaldino Luigi Mazzullo, garibaldino Mandanicese
Corso Mazzullo si estende per tutto il paese “tagliandolo in due” Piazza Dante Alighieri oggi è il centro del paese situata a metà cammino del Corso, il salotto sotto gli alberi di acacia d’estate e sui sedili è l’occasione forse persa nelle città di socializzare anche se in dialetto siciliano talvolta si intende “cuttigghiu” , comunque scambio di opinioni. Nella foto la Patrona del paese S. Domenica da Tropea in un giorno di festa appunto la festa del Patrono.
IL DUOMO
Il Duomo di Santa Domenica, monumento di antica origine, probabilmente risale al XII secolo, la facciata risale al XVII secolo, anche se conserva una impostazione romanica. Gli intern i sono impreziositi da stucchi barocchi risalenti al 1696 e più precisamente rococò del 1711. Le colonne interne che esterne sono in pietra del posto dalla cava del Monte Ilici.
LA BIBLIOTECA COMUNALE
La Biblioteca Comunale. Palazzo Mastroieni-Longo, fu costruito tra la fine del ‘500 ed i primi del ‘600 per la nobile famiglia Mastroieni di cui, ancora oggi, si può ammirare lo stemma sullo spigolo sinistro della facciata prospiciente alla Piazza Duomo. Oggi proprietà del Comune di Mandanici è sede di una attrezzata biblioteca con antichi volumi di Miceli, abate, studioso del luogo e poi vescovo di Lipari.
IL MONASTERO DI BADIA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA
L’abbazia o badia, che comprende il monastero e l’annessa chiesa venne istituita nel 1100 dal Gran Conte Ruggero I (Magnus Comes Rogerius) con un privilegio, in base al quale si donava ad essa il territorio ed il villaggio di Mandanici con tutti i suoi abitanti (homines habitatores) che, sottoposti al potere (potestatem) dell’abate-barone, acquistarono lo status di vassalli. Il figlio del Conte, Ruggero II, con un diploma del 1145, rilasciato all’abate Filadelfo, menziona la data della fondazione del Monastero.
N.B. Testo tratto dal sito mandanici.net
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