Cronaca
ITALIA MERIDIONALE: OLTRE CENTOMILA POSTI RISCHIANO DI SALTARE ENTRO LA FINE DELL’ANNO
Stime sindacali alla luce delle vertenze aperte dopo un triennio nero per l’occupazione.
L’anno appena cominciato potrebbe concludersi con la perdita di altri centomila posti di lavoro. Il dato, frutto delle stime dei sindacati confederati sulla base delle vertenze in atto, appare terribilmente realistico se si considera che dopo gli ultimi tre anni il territorio meridionale si ritrova con trecentomila occupati in meno e che l’area continua a essere teatro di drammatiche crisi industriali.
Tra cig, cigs e cassa in deroga le aziende meridionali l’anno scorso hanno beneficiato di più di 13 milioni di ore di ammortizzatori sociali. “Ci sono imprese sane –ha spiegato il segretario calabrese di Cgil Michele Gravano- che rischiano di chiudere per calo della domanda e stretta del credito. E ci sono altre imprese, sempre sane, messe in pericolo dai ritardi nei pagamenti della pa”.
Poi ci sono le grandi crisi di cui si sta occupando il ministero dello Sviluppo economico: a oggi risultano aperti 109 tavoli di mediazione a livello nazionale e, di questi, 41 riguardano una o più regioni del Sud. “E il quadro dell’esame dei tecnici del ministro Corrado Passera –commenta il segretario di Uil Puglia Aldo Pugliese- è addirittura parziale perché non tiene conto della crisi delle controllate di Finmeccanica né delle innumerevoli chiusure di Pmi”. Il primo fronte è oggetto di cronaca quotidiana: Alenia, l’industria aeronautica di Stato, novembre scorso ha chiuso un accordo con le parti sociali su complessivi 747 esuberi e il contributo più grande in termini di posti di lavoro lo ha dato lo stabilimento di Pomigliano d’Arco (241 unità in uscita). Sacrifici anche per Nola (81 posti di lavoro persi), Capodichino (63), Foggia (34) e Grottaglie (17), mentre il sito di Casoria, dopo una sforbiciata di 23 unità, è stato chiuso. Dopo Alenia, Finmeccanica si concentra su Fincantieri e Ansaldo-Breda. Anche in questi due casi per il Sud sono lacrime amare.
[…] Da salvare il futuro dei lavoratori di Iveco Irisbus, controllata Fiat Industrial con sede a Grottaminarda (Avellino) in dismissione. Da monitorare il passaggio di consegne tra l’azienda e la molisana Dr Groupe a Termini Imprese. Da inventare una strategia che scongiuri la perdita di altri 100mila posti di lavoro in un Sud già in ginocchio.
PROTESTA DEI CAMIONISTI: LA PARALISI COSTA 200 MILIONI AL GIORNO
Industria, agricoltura e distribuzione sull’orlo del collasso. Non bastava la crisi economica, ci si mette anche Tir selvaggio. E i conti sono presto fatti: i danni per la paralisi dell’autotrasporto possono essere stimati in almeno 200 milioni di euro al giorno. Sono 50 milioni di danni al giorno per frutta, verdura, latte e fiori e, per di più, bisogna sostenere i costi di smaltimento dei prodotti freschi che rimangono nelle aziende; tanto che oggi gli agricoltori della Col diretti regaleranno nelle piazze frutta e verdura rimasta nei campi e nei magazzini mentre gli scaffali sono semi vuoti e i prezzi sono alle stelle. Le catene commerciali lamentano i disagi generati da un’Italia spaccata e di un ciclo logistico impazzito: è in crisi il rifornimento di merci nei punti vendita sia quello proveniente direttamente dai fornitori sia quello che arriva attraverso i centri di distribuzione. Per iper e super in fumo il 40% dei prodotti deperibili.
Effetto domino invece nell’industria: nell’auto alcuni stabilimenti Fiat ieri hanno soppresso i primi due turni con una mancanza di produzione di 4.200 vetture.Oggi salta almeno il primo turno.
LE RAGIONI DELLA PROTESTA
Aumento dei costi autotrasporto dal 2008 al gennaio 2012; Gasolio per autotrazione + 54,4%; Pedaggi autostradali +16,7%; Inflazione +5,2%.
Costo assicurazione autoarticolati: variazione di prezzo medio 2011/2010: Assicurazione automezzo +40%; 3.200 euro (3.000 euro circa è il premio medio annuo a carico della motrice, 200 euro circa, invece, quello riferito al rimorchio;
L’IMPATTO DELLA PROTESTA SULL’ECONOMIA
– 20% di afflusso alle pompe di benzina; Settore alimentare: – 50milioni di euro di prodotti deperibili; Industria: Stabilimenti Fiat dove sono stati annullati i turni produttivi 5, Indesit a rischio fermo 6 stabilimenti; aumento import frutta e verdura dal Maghreb + 30%; Aumento medio dei prezzi + 10-15%.
NOTA: Testi tratti da “Il Sole 24 Ore” di oggi, Mercoledì 25 Gennaio 2012.
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