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MESSINA. OSPEDALE “PIEMONTE”: IMPORTANTE STRUTTURA PUBBLICA, VERSO LA CHIUSURA
IL PUNTO. L’Ospedale Piemonte di Messina è stato fondato nel 1912 grazie ad offerte dei piemontesi subito dopo il terremoto del 1908 che rase al suolo la città. Prima sede della facoltà di Medicina (la seconda dopo Bologna) con tutte le cliniche, che si sono trasferite negli anni 80/90 presso il Policlinico universitario G.Martino. rimasero tutte le specialistiche ospedaliere. E’ sempre stato punto di riferimento della cittadinanza per la sua pregiata posizione strategica (è individuato come punto di raccolta in caso di calamità naturali, dalla protezione civile). Il Governo Lombardo nel piano di rientro previsto dalle precedenti finanziarie ha accorpato l’Ospedale Piemonte con l’Ospedale Papardo che occupa un’area più vasta ma molto periferica. Si passò così dai più di 500 posti letto (sempre occupati, ed insufficienti) a 250. Dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 (dove fu quasi distrutto un ospedale di recente costruzione) si pensò bene di verificare l’antisismicità del plesso (che aveva resistito ad altri due forti terremoti dell’area dello Stretto). Il risultato fu che quasi tutto l’Ospedale fu considerato inagibile.
Nacque il Comitato Spontaneo Popolare Salvare l’Ospedale Piemonte per evitarne la chiusura. Dopo stenuanti battaglie si ottenne un decreto assessoriale che individuava 121 posti letto e salvava di fatto l’Ospedale.
Ad un primo Milione e 200 mila euro della protezione civile se ne sono aggiunti recentemente ben 12 milioni per la messa in sicurezza dei padiglioni del Nosocomio.
Una prima trance di lavori fu appaltata nel settembre 2010 (consegna dicembre 2010) ed ancora non se ne sa nulla.
Ad oggi l’Ospedale ha 48 posti letto occupati da Ostetricia, Ginecologia, Pediatria, Cardiologia, Chirurgia, Medicina, Ortopedia inoltre Unità di terapia intensiva neonatale e cardiologica nonchè Rianimazione e un pronto Soccorso.
Facile immaginare come possano lavorare in così poco spazio. A scapito della sicurezza degli operatori e soprattutto della salute degli utenti.
Tanto per capire però si pensi a ben 50 mila accessi al pronto soccorso nel 2011 e 1000 parti nello stesso anno (il doppio del lavoro rispetto all’altro plesso accorpato).
Si configura la situazione incredibile del piccolo Ospedale del centro che nonostante tutto viene preferito al più grande polo di periferia per oggettiva utilità pubblica. Il bacino di utenza è attorno alle 100 mila persone.
Nelle more la Dirigenza ha operato una sorta di depauperamento tecnologico e logistico. Dal centralino (l’ospedale non ha numero di telefono) al portiere di notte. Dal servizio trasfusionale alla cucina. Per non parlare di laboratorio analisi e casermaggio.
Insomma si rasenta il ridicolo quando alle 20 l’Ospedale chiude. Pur rimanendo un pronto soccorso generale ed ostetrico h24. Insomma senza gli standard minimi di sicurezza dettati dal buonsenso.
E’ naturale pensare ad un esercizio di consunzione che porterà inevitabilmente alla chiusura assistita.
Chiediamo che vengano appaltati, per tutte le somme ad hoc destinate al Presidio ospedaliero , tutti i lavori di manutenzione straordinaria ai Padiglioni dell’Ospedale. Che vengano riportati i servizi essenziali e le specialistiche salva vita in appoggio al Pronto soccorso generale che riceve pazienti anche dal 118 (facendo correre enormi rischi agli utenti).
Ridare dignità di ospedale ad un Presidio che nonostante tutto continua ad assistere sempre più gente con sempre meno servizi ed operatori medici e paramedici.
Sobrietà è utilizzare al meglio le risorse.
Qui viene perpetrato spreco avverso ai bisogni della gente. E questo è inumano.
24 Febbraio 2012
Redazione
NOTA: Nella foto, una delle tante manifestazioni di protesta contro la progressiva chiusura dei reparti dell’Ospedale.
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