Politica
SANTA TERESA. MENTRE MORABITO IN PIAZZA SACRA FAMIGLIA ATTACCAVA, DE LUCA IN PIAZZA BIANCA TUONAVA
SANTA TERESA DI RIVA (Messina) – Sul palco, davanti alla chiesa Sacra Famiglia, poche ore fa, erano forse presenti tutti i componenti della lista “Città Libera” a fare da corollario al dott. Alberto Morabito in comizio. Eccezionalmente, (perché non è nostro costume rincorrere il martellante batti e ribatti dei comizi, peraltro De Luca ne offre uno ogni sera), abbiamo colto alcuni passaggi che già la dicono lunga sul momento da “lunghi coltelli” che si respira in questi giorni negli ambienti della politica santateresina.
Come giusto, il dott. Morabito ha decantato e difeso quello che ritiene essere il suo impegno di questi cinque anni. Secondo le sue parole, infatti, cinque sarebbero stati i milioni di euro spesi nella sua legislatura per far fronte alle necessità della “sua” gente. Il sindaco uscente, ha anche parlato di tremende menzogne e fango piovutogli addosso in questi giorni e non ha perso tempo a chiarire il nome ed il cognome a cui rivolgeva la sua profonda indignazione. L’Onorevole Cateno De Luca.
Innanzitutto, Morabito ha voluto squalificare -il personaggio De Luca- definendolo immeritevole del titolo di “Onorevole”, titolo di cui possono -sempre secondo lui- fregiarsi solo i personaggi della politica di ben alto spessore ed educazione. Dopo, il tono dell’illustre e distinto dottore, ha aggravato la sua asprezza, mentre un nutrito numero di persone (del quale, però, molti si astenevano dall’applaudirlo), lo ascoltava sia da questo che dal lato opposto della via, affermando: “questo individuo, farebbe bene a conservare un pò di fiato, se gliene rimarrà, per l’appuntamento con la giustizia che lo attende il prossimo 15 Giugno in tribunale”.
Con questa ultima iperbolica frase, Morabito ha certamente inteso non solo rispondere a tono alle dichiarazioni di Cateno De Luca, provocazioni rivoltegli in questi giorni e non certo con termini benevoli, ma a portare addirittura il colpo del Knock out a quello che probabilmente ritiene il suo principale competitore, colpendo ripetutamente col guantone da pugile su un punto certamente debole, scoperto e sanguinante del deputato fiumedinisano.
Ma ancora, a proposito della riconsegna della fascia di sindaco, ha voluto distinguere le motivazioni per le quali sarebbero maturate nei due casi, il suo e di De Luca. Io -ha precisato- la riconsegnerò per fine del mio mandato, mentre “questo individuo” lo ha dovuto fare per ben note circostanze giudiziarie. E con malcelata presunzione ha aggiunto: “e mi sa che l’otto Maggio questo signore mi rivedrà reindossare il tricolore”.
E’ anche tornato poi, ribadendo la sua onestà di uomo delle istituzioni alla quale si contrapporrebbe “gente che i soldi se li mette in tasca”, a bussare al dei suoi cari compaesani, ribadendo frasi già dette e cioè: l’illegittimità dello straniero venuto dalla montagna, a inserirsi in quella che lui reputa una Famiglia. Non mi permetterei mai – ha aggiunto – di presentarmi io nel suo paese a pretendere di essere eletto sindaco.
Un chicca sempre di Morabito, la sua rivelazione (vera o no, non sappiamo), secondo la quale, molti ragazzini che lo seguono nei suoi comizi, si sarebbero venduti per… 100 euro, per 50 euro e perfino per una ricarica del telefonino. E qui, soprattutto dai suoi sostenitori, un bell’applauso c’è scappato.
Nello stesso istante, mentre sul lungomare era impossibile transitare per le troppe macchine in fila, si udiva dalla “piazza bianca” di Bucalo, la ormai inconfondibile voce dell’ex sindaco di Fiumedinisi. Una sua sola frase, vi riferiamo: “certa gente è come i canditi, si i canditi, che scadono. Questi signori sono scaduti e non se ne sono ancora accorti, Sveglia, sveglia, driiiiin”.
Augurare ai santateresini che vinca il migliore, è il minimo che Fogliodisicilia.it (nella persona del suo responsabile), possa fare. Perché, se Mina un tempo cantava: “Parole, parole, parole…”, saranno invece i fatti che il nuovo eletto fra le quattro liste saprà realizzare nei prossimi cinque anni, a risollevare o meno l’economia -in tempo di profonda crisi- che il popolo che lavora a giornata come i piccoli e medi imprenditori, stanno attraversando in questi mesi.
Redazione
29 Marzo 2012
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