Politica
SPENDING REVIEW. Operatori sanitari e medici verso lo sciopero generale del 28
I sindacati non accettano la strategia di indebolire il sistema sanitario pubblico, per fare largo alle strutture private.
Concluso il ciclo di assemblee organizzate dalle funzioni pubbliche di Cgil e Uil nelle aziende sanitarie per organizzare la mobilitazione del 28 settembre, contro la spending review del governo Monti. Nel corso dell’assemblea gli operatori sanitari e i Medici hanno espresso viva preoccupazione per gli ulteriori tagli in sanità a rischio i livelli minimi di assistenza.
Si riduce finanziamento al servizio sanitario nazionale per il 2012 di 900 milioni di euro, per il 2013 di 1,8 miliardi di euro, per il 2014 di 2 miliardi e di 2,1 miliardi a decorrere dal 2015. A ciò si aggiunge ulteriore taglio ai posti letto ospedalieri. Infatti, il 31 dicembre del 2012 è il termine fissato entro il quale ci sarà una riduzione in base al nuovo standard di 3,7 posti per mille abitanti (rispetto all’attuale pari al 4 per mille). I sindacati sostengono che la strategia è quella di indebolire il sistema sanitario pubblico, per fare largo ai privati, riducendo i servizi e tagliando il personale. Sono previsti percorsi di mobilità , con spostamenti di personale da parte della Regione in aziende sanitarie, al di fuori dell’ambito provinciale. Mobilità cassa integrazione e, infine, potrebbero scattare anche i licenziamenti.
Si prevede un blocco dei rinnovi contrattuali, tagli al salario accessorio, blocco del turn-over. Insomma, anche il diritto alla salute è gestito in termini “ragionieristici”. “Una situazione ancora più drammatizzata -commentano Crocè e Calapai- dalla crescente carenza di risorse, più evidente nella nostra Regione sottoposta al Piano di Rientro dove, a causa dei tagli, sono stati ridotti drasticamente i servizi in modo arbitrario senza toccare, però, interessi precostituiti (le cosiddette baronie degli enti privati). Non può reggere un sistema -proseguono i due sindacalisti- in cui il manager è confermato se riduce le spese e/o, in alcuni casi, se ha risposto alle richieste improprie della politica partitica, dagli appalti alle nomine professionali, nella gestione aziendale. Carriere, chiusura ed aperture di servizi, esternalizzazioni, consulenze ed incarichi, non possono più essere decisi da manager nominati dai partiti”.
I Segretari delle funzioni pubbliche di Cgil e Uil, lanciano, infine, l’allarme ospedale Piemonte. Sono state cancellate le risorse per un piano nazionale di aggiornamento strutturale e tecnologico degli ospedali di medie e grandi dimensioni, costruiti secondo vecchi modelli non più funzionali. “Non vorremmo – concludono Crocè e Calapai- che fossero azzerati i finanziamenti per la ristrutturazione dell’importante Presidio”.
22 Settembre 2012 – Vai alla fonte
NOTA: Nella foto una manifestazione tenutasi un paio d’anni fa davanti all’ospedale Piemonte di Messina.
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