Spettacolo e Cultura
I° FESTIVAL VALLE D’AGRO’: L’IN-CANTO ETNEO DELLE VOCI DEL CORO LIRICO SICILIANO
Prosegue il grande successo del Primo Festival della Valle d’Agrò sotto la direzione artistica, attenta e accurata, del noto concertista Gianfranco Pappalardo Fiumara che ha scelto di far risuonare nella stupenda cornice barocca del Duomo di Casalvecchio Siculo le voci eteree della formazione femminile del Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa in un repertorio che spazia dalla contemporanea alla musica antica.
Di grande impatto emozionale e di elevata raffinatezza è stato il concerto che il 21 Dicembre il Coro Lirico Siciliano ha eseguito nella cittadina della Valle d’Agrò: la prima parte ha visto impegnata la compagine in un’opera di indiscusso spessore e di grande effetto sia per la ricchezza melodica che per il trascinante incalzare ritmico: “A Ceremony of Carols” op. 28 di Benjamin Britten composta nel 1942, nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale, affidando alla partitura l’urgenza di un messaggio di pace universale. La raccolta è incorniciata dall’intonazione dei canti Procession (in apertura) e Recession (in chiusura), le cui melodie sono derivate dal Hodie Christus natus est (antifona gregoriana al Magnificat dei secondi Vespri di Natale); all’interno, una grandiosa festa musicale che alterna vere e proprie esplosioni di gioia e giubilo (come inWolcum Yole! o nella virtuosistica scrittura a canone di This Little Babe) a momenti maggiormente pacati di riflessione e introspezione (There is no rose e That Yongë Child).
Impeccabile, raffinata e ricca di grande dinamica è stata l’esecuzione della formazione femminile del Coro Lirico Siciliano, diretto magistralmente e con accurata precisione da Francesco Costa, che ha curato anche la preparazione degli stessi artisti, in qualità di Maestro del Coro, realizzando una esecuzione precisa ma mai esasperata, tecnicamente corretta e puntuale come la partitura impone ma riuscendo a sviscerare il significato vero di questa opera in una esecuzione che può definirsi “romantica”. L’esecuzione è stata poi impreziosita dalle belle voci soliste del soprano Lella Arrigo e del mezzosoprano Antonella Arena, le cui voci brunite e pastose hanno impresso forte pathos alle difficili parti solistiche e in duetto. In particolare il pubblico ha potuto apprezzare, applaudendo lungamente, la potente voce da soprano lirico spinto della Arrigo, che la cantante ha saputo piegare, quando necessario, ai pianissimi richiesti dall’autore e liberare nei momenti di maggiore slancio e la buona esecuzione del mezzosoprano Arena nel complesso recitativo, nonché nelle sicure discese verso il registro più grave sempre ben udibile e distinto.
Nella seconda parte sono stati eseguiti diversi brani della tradizione natalizia e, ancora una volta, si sono avvicendati come solisti, diversi elementi dell’ensemble vocale femminile del Coro Lirico Siciliano, dando prova di essere “un coro di solisti”, come lo definiscono lo stesso Maestro del Coro, Francesco Costa e il Co Direttore Artistico, il soprano Giovanna Collica. In effetti, proseguendo nella serata abbiamo possibilità di riascoltare ancora una volta le due cantanti già descritte e ancora altre belle voci: il timbro pastoso e di qualità del giovane soprano Annamaria Pennisi, distintasi nella esecuzione di una lauda del XVI sec. arrangiata per coro femminile da Daniele Cannavò, nell’Ave Maria attribuita a Giulio Caccini (nell’arrangiamento di Steven Mercurio) e in altri brani tradizionali, cantati con particolare cura e dolcezza. Serana Cravana, un giovane mezzosoprano che ha interpretato con voce sicura e con pianissimi ricercati Stille Nacht; il soprano Muriel Giannini, che ci ha fatto gustare un brano di Tagore (musicato da Ivo Meini e arrangiato dallo stesso Costa) con delicatezza e misura e, infine, la potente e sicura voce del contralto Daniela Calcamo che ci ha regalato una viscerale interpretazione dell’Ave Maria di Charles Gounod (scritta, com’è noto, sul preludio n. 1 in do maggiore di J. S. Bach) eseguita nella tonalità di do maggiore e, anche quest’ultima, arrangiata per contralto e coro femminile da Francesco Costa.
Sempre di Costa è l’arrangiamento della famosa “Pavane” di Fauré, eseguita dall’ensemble a bocca semi chiusa con un sorprendente effetto che ha evocato le sonorità del pucciniano coro a Bocca Chiusa della Madama Butterfly, ricordando la matrice lirica del coro che quest’estate abbiamo potuto apprezzare nella esecuzione della Norma di Bellini andata in mondovisione dal Teatro Antico di Taormina, diretta da Giuliano Carella per il Bellini Festival sotto la direzione artistica del regista e scenografo Enrico Castiglione. Ad accompagnare i solisti e il coro la pianista Annalisa Mangano che ci ha regalato, tra l’altro, una bella “reminiscenza” di Stille Nacht per pianoforte che ha inframezzato la parte del solista con quella assieme al coro.
“…La musica consiste nel disseminare ad arte silenzi più o meno lunghi tra le note. E’ un piacere dell’essere supremo, l’intensità che raggiunge l’infinito…”
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