Spettacolo e Cultura
La carneficina delle donne. La responsabilità dello Stato (di Adduso)
Com’è purtroppo noto, qualche giorno addietro abbiamo dovuto assistere all’ennesimo massacro di due donne, stavolta pure giovanissime, una di 17 morta, e l’altra appena 18 enne tuttora molto grave, poiché ripetutamente pugnalate dall’ex fidanzato 22 enne della seconda ragazza.
Non desidero raccontare questa tragedia rimandando per questo ai link in calce che la descrivono, ma piuttosto, come anche ho fatto altre volte, vorrei cercare di analizzare, seppure da profano, questo orribile fenomeno del femminicidio, peraltro anche molto italiano, che sta insanguinando la nostra Nazione come fosse una sorta di contagiosa psicopatia seriale. D’altronde basta vedere che le uccisioni di questo genere dall’inizio di quest’anno sono state circa 100 con una frequenza di una ogni due giorni.
Comincio dunque escludendo intanto la ovvia quanto necessaria repressione penale. E tolta pure tutta la parte ascetica che solitamente s’invoca a vario titolo in questa ripetute tragiche vicende, ritengo al contrario che ci si dovrebbe innanzitutto chiedere chi siamo noi esseri umani, come siamo fatti, chi c’è dentro di noi, come siamo arrivati fino a qui.
Infatti, indipendentemente dall’essere stati forgiati da un Creatore, oppure da alieni che ci hanno modificato geneticamente o, ancora, cosa che mi trova più propenso, che siamo il frutto dell’evoluzione (ma di un susseguirsi di coincidenze ancora non tanto chiare, e sicuramente molto uniche e rapide, visto che siamo comparsi solo da qualche milione di anni, mentre nei centinaia precedenti nulla come noi pare sia mai esistito), una cosa mi sembra tanto veritiera, ovverosia che siamo di base degli esseri animali. Direi anche molto animali, con tutti quindi gli innati istinti e pulsioni delle altre specie, in particolare dei nostri prossimi cugini primati e, più in generale, dei nostri parenti mammiferi, in cui la sottomissione della femmina è piuttosto diffusa (escluso qualche caso, come tra le iene, tra le quali la situazione è ribaltata). Pertanto c’è qualcosa di primordiale, direi quasi bestiale, dentro di noi. D’altra parte un noto psicanalista del ‘900 diceva che potenzialmente siamo tutti criminali.
E d’altronde, non sarà un caso che anche certi primitivi meccanismi familiari, culturali e fondamentalisti, purtroppo ancora più o meno diffusi in alcune parti del mondo, sono stati con tutta evidenza pensati allorquando sono sorte le prime stanziali comunità, così da imporre dei rigidi controlli all’aggressività propria del primate che c’è in ognuno di noi. Quelle dure “regole” avevano certamente il precipuo intento di fissare una sorta di civilizzazione, ovviamente con la tribale visione di quei tempi remoti, così da evitare che quelle società continuassero ad essere delle accozzaglie di meri clan in perpetua lotta, uccisioni, stupri, ecc. Solo che stiamo parlando di atavici dettami che andavano bene secoli addietro. Difatti quel genere di formazione educativa è ormai chiaramente rancida rispetto ai nostri tempi, per fortuna ed in generale, più moderni e meno sciamanici.
Ma è proprio quest’ultima condizione palesemente inconciliabile che produce il sintomo finale anche dell’attuale femminicidio, come pure tante altre orride e folli manifestazioni mentali sia del singolo che delle collettività. Invero la nostra società ha conosciuto negli ultimi secoli, in particolare dal 19° secolo in poi, un balzo di vivibilità economica ed esistenziale mai forse verificatosi nella storia umana. Con le macchine a vapore e poi a scoppio, elettriche o a reazione, l’essere umano si è in buona parte svincolato dalla fatica per potersi muovere, così potendo viaggiare in quasi ogni direzione. La medicina ha scoperchiato il mondo microscopico dei parassiti, dei batteri, dei virus, ecc. liberandoci in parte dall’oppressione delle malattie. La tecnologia ci ha permesso di comunicare a grandissima distanza pur rimanendo fermi nelle nostre case, ecc. Mentre di contro la diffusione cultuale è rimasta in linea di massima sostanzialmente sempre quella di quando il Sole girava intorno alla Terra.
Ora, noi umani nasciamo risaputamente prematuri, sia fisiologicamente che cerebralmente. Abbiamo infatti bisogno sin da bimbi di essere anche informati e ragguagliati. Il romanzo di Tarzan, alias Lord Greystoke, è invero solo una fantasia. Difatti la scienza della psiche, dopo numerosi casi esaminati a partire dal 1800 di bambini abbandonati e cresciuti nella giungla o nella foresta, ha compreso che non c’è ad oggi alcuna possibilità di potere riportare a comportamenti civilizzati quegli individui. Ciò spiega quindi quanto siano determinanti per ogni essere umano i suoi primi 10-15 anni di vita.
E allora una delle soluzioni anche al drammatico problema del femminicidio è di conseguenza la scuola, in cui sin dalle prime classi, gradualmente e proporzionalmente, ma quotidianamente, si deve insegnare ai nostri bambini e poi adolescenti, come materia al pari dell’italiano, le norme del vivere civile, poi anche cosa c’è nella nostra testa, come siamo composti, cos’è la Terra, l’universo, ma pure a cadenza mensile abituarli a visitare gli ammalati, gli anziani, per imparare a darsi, ecc. Insomma, bisogna rimettere URGENTEMENTE al centro della Nazione l’alunno, lo studente, e perciò l’insegnante, e dunque la scuola, che deve essere considerata come la primaria fucina per formare dei cittadini con una conoscenza concreta, moderna, veritiera, naturale, scientifica, con il senso del sociale, della tolleranza, della solidarietà e del rispetto dell’altro. Diversamente assisteremo sempre più ad un peggioramento dell’individuo e quindi della collettività, poiché ogni anno continueremo a sfornare unicamente primati intelligenti. Magari alcuni preparati, competenti, esperti, tecnici, luminari, ma sostanzialmente egocentrici “scimmioni intelligenti”. Se in questa Penisola non si cambia l’attuale stantia concezione dell’essere umano, andrà sempre peggio.
Fonti:
Palermo, uccisa a coltellate a 17 anni per difendere la sorella dall’ex fidanzato
Violenza sulle donne, Telefono Rosa: 100 uccise dall’inizio dell’anno
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