Spiritualità
Buona Pasqua a tutti voi lettori, con i simboli a noi più cari
Per il sottoscritto, ancora oggi, maneggiarne la meccanica è assai più difficile che utilizzare la tastiera di un banalissimo PC od una macchina fotografica digitale. La mia pur modesta “Olivetti Lettera 35 l”, però è un caro ricordo, un regalo che mi volle fare mio nonno Giovanni al conseguimento del diploma di Geometra nell’oramai lontano 1985. Simbolo di questa Santa Pasqua, invece, è il pane che rappresenta il Corpo di Cristo, lo intravedete nella foto insieme alla foglia di palma. Così, ho inteso unire idealmente un simbolo del tutto laico ma dal duplice valore (affettivo e giornalistico, si, oggi potrei azzardare il termine “giornalistico”), e dall’altro ciò che dalla fede cristiana mi rimane simbolicamente tangibile, oserei dire “tattile”, dopo un Giovedì pomeriggio da apostolo nella funzione della “Lavanda dei piedi” presso il Santuario a Sant’Antonio di Padova in Roccalumera. Nel paese dal quale vi scrivo, cari lettori del mondo, ogni parrocchia “vive” con immutata presenza nel tempo, i “segni” di fede la Settimana Santa.
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Credetemi, non è cosa facile ricoprire il ruolo di Apostolo. Non lo è, in particolare pensando alla immensa importanza intrinseca che ricopre in se il ruolo. Una Messa come tante altre? No. Eppure anche una Messa qualsiasi è un momento di grande “immersione” nel messaggio di Cristo. Una tunica. Una tunica da indossare insieme a persone differenti nei ruoli della vita, ma uguali nello spirito -almeno così ci si dovrebbe porre- davanti agli occhi di Cristo. Non provo nemmeno a parlarvi del significato della Pasqua cristiana e tantomeno della Pasqua ebraica, tema che lascio trattare a prelati e colti della chiesa.
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A me, a noi laici, però, credo basti cogliere il significato più semplice e diretto che la Santa Pasqua cristiana, di anno in anno, per poterci definire in grazia di Dio. Il senso del rispetto dell’altro, mai così facile da attuarsi quanto a dirsi; il senso della condivisione, fra chi è “testa”, chi è “braccio” e chi è piede della società; il senso della Speranza. Speranza, che bella parola, quante volte cadendo sotto il peso di inattesi guai la perdiamo? Diamo la colpa agli altri, magari, di errori commessi proprio da noi.
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Il perdono. E’ Pasqua, perché si può, si deve perdonare agli altri ma anche a sé stessi. E’ Pasqua di Resurrezione, nel senso più ampio della parola. Risurrezione da angosce, da vuoti interiori, da odi profondi, risurrezione a nuova vita, a nuovi orizzonti. Quindi, Buona Pasqua, cari lettori di Fogliodisicilia.it. Che Voi siate siciliani o meno, italiani od europei od americani o cinesi od africani o australiani. Sinceri Auguri a tutti.
06 Aprile 2012
Giovanni Bonarrigo – Responsabile di Fogliodisicilia.it
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