Spiritualità
CHI E’ IL CATECHISTA? (riflessione di Rita Briguglio)
Rispondo a questa domanda con una frase pronunciata dal Papa Benedetto XVI, che vorrei fosse da stimolo per tutti noi catechisti: “il catechista non è un clown e non svolge un lavoro ma ha ricevuto un dono”. Mons. Costa, in un incontro formativo con i catechisti della riviera jonica, ha paragonato, in modo molto significativo, il catechista al discepolo maggiormente amato da Gesù, cioè Giovanni, come Lui anche noi dobbiamo appoggiare il capo sul petto del Maestro; siamo dei discepoli che annunciano il Vangelo!
Ecco perché è fondamentale e necessario mettere al centro della catechesi la Parola di Dio, già nel 1970 nel documento base del catechismo della CEI vi era scritto: “la catechesi deve essere incentrata sulla Parola di Dio,che non deve essere mai data per scontato”.
Il compito di noi catechisti non è semplice, bisogna studiare e prepararsi per gli incontri… anche perché i bambini ed i ragazzi su queste cose sono molto attenti e se ne rendono subito conto! Ecco perché l’insegnamento deve essere accompagnato dalla Parola di Dio e dalla testimonianza di vita.
Questo spesso è difficoltoso ed avvolte siamo anche assaliti dal dubbio di non fare abbastanza ma, c’è una parabola molto bella che fa al caso nostro, quella del Seminatore:
«il seminatore usci a seminare», la parabola inizia cosi e bisogna proprio soffermarci sul verbo “uscire”, in pratica è essenziale l’Annuncio! Questo è stato infatti il tema dell’anno pastorale appena trascorso: “Ascolta! Uscì il seminatore a seminare”.
Non dobbiamo gettare la spugna se i ragazzi non ci ascoltano o come purtroppo spesso accade dopo la I comunione, non continuano a frequentare la Chiesa, dobbiamo invece continuare ad “uscire” ed annunciare cosi la Parola di Dio!
Ecco perché, giustamente, dobbiamo utilizzare la Bibbia nei nostri incontri, deve essere un utile strumento di cui avvalerci, dobbiamo dare più spazio e tempo a questo momento durante il quale i ragazzi possono leggerne i brani,quindi non è sufficiente raccontare ma fare in modo che loro stessi entrino in contatto con la Parola di Dio.
Il tema di quest’anno,che giustamente si collega con quello dell’anno appena concluso,è: “Li chiamò…stette con loro…li mandò”.
Il catechista viene chiamato dalla sua comunità,come Gesù chiamò i Dodici,e deve vivere nella sua comunità,non esserne distaccato…la comunità deve sostenerlo con la preghiera,in primis,e con il sostegno anche materiale e psicologico;lo dico per esperienza personale,il compito del catechista è davvero importante e gravoso.
Noi dobbiamo educare i più piccoli ed aiutarli ad amare il cuore di Gesù…essere dei mediatori tra Dio e l’uomo…quando penso a tutto ciò, non mi sento in grado, sono anche un po’ timorosa!
Il modello e lo stile del catechista dovrebbe essere improntato su quello del Maestro…come ci si può mai confrontarsi con il metodo di Gesù? Nessuno di noi né è degno,ma il Suo esempio ci deve rendere consapevoli di essere testimoni per gli altri,il catechista educatore è colui che è discretamente distante dalla folla ma non ne è separato, al modo di Gesù.
05 Gennaio 2012
Rita Briguglio
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