Motori, Sport
NELSON PIQUET. GOLIARDICO, TOMBEUR DE FEMME E TRICAMPIONE DEL MONDO
La sezione di Fogliodisicilia.it “MOTORI”, vuole ricordare i Grandi Piloti della Formula Uno e non solo. Molti indicano nell’argentino Juan Manuel Fangio (cinque titoli mondiali), il più grande di tutti i tempi, ma altri attribuiscono al brasiliano Ayrton Senna (tre titoli mondiali), la palma di inarrivabile. Per altri, il Professor Alain Prost (quattro titoli mondiali), pilota di cervello ineguagliabile per il suo stile, ma che dire del Leone Nigel Mansell (un titolo mondiale in F1 e in Formula Indy), tutto grinta e coraggio anche se autore di errori madornali? Ma la storia della F1 conta tanti grandi del passato come Tazio Nuvolari, (arrivò al traguardo senza il volante), Stirling Moss, Nino Farina, (il primo vincitore di un Gp mondiale, 1950), Alberto Ascari, Jack Brabham, e che dire di Niki Lauda (tre titoli mondiali), di Gilles Villeneuve (definito “l’aviatore” per i suoi spettacolari incidenti, ma che fu il più amato da Enzo Ferrari, per il suo immenso coraggio in gara). Qualcuno ricorda invece che è Michael Schumacher il più titolato di tutti (cinque allori mondiali), ma forse, non sono solo i numeri a fare i più grandi della Storia.
FORMULA UNO. Motori, aspirati o turbo dalle potenze mostruose, monoposto ad effetto suolo, (Wing Car), con le sospensioni attive, sino ad arrivare in una velocissima carrellata ai giorni nostri, al Kers e alle ali mobili. Tantissimo ci sarebbe da dire e cercheremo di farlo. Oggi, vi parliamo un pilota degli anni ottanta, di Nelson Piquet. Tombeur de femme, volgare ed irriverente a volte, ma grande pilota in un momento storico in cui ci si doveva confrontare con alcuni fra i migliori fuoriclasse di tutti i tempi.
Nelson Piquet Souto Maior (Rio de Janeiro, 17 agosto 1952) è un ex pilota automobilistico brasiliano, vincitore di 3 campionati mondiali di Formula 1. Durante la sua carriera in Formula 1, che si è sviluppata principalmente nel corso degli anni ottanta, si è confrontato con diverse generazioni di piloti, agli inizi ha avuto come compagno di team il già pluricampione Niki Lauda, da cui, per sua stessa ammissione, ha potuto apprendere molto sulla messa a punto della vettura, poi è riuscito a emergere nel confronto con piloti che avevano animato il decennio precedente come Carlos Reutemann. Nella parte centrale della sua carriera ha rivaleggiato con Alain Prost, Ayrton Senna e Nigel Mansell, mentre a fine carriera si è trovato ad avere come compagno di squadra il debuttante Michael Schumacher.
Aveva uno stile di guida equilibrato: non freddamente calcolatore come Lauda o Prost, ma nemmeno eccessivamente irruente come Mansell; pilota versatile ha vinto con vetture e motorizzazioni molto differenti, dalle wing-car a motore aspirato fino alle vetture turbo, con le quali è stato il primo a diventare campione del mondo, ha sempre dimostrato grande capacità di adattamento su circuiti nuovi, vincendo le prime edizioni dei Gran Premi svolti sui circuiti di Imola e dell’Hungaroring. Dagli anni ottanta fino all’avvento di Schumacher è stato, con Prost e Senna, l’unico pilota a vincere almeno 3 titoli mondiali.
Ma il ricordo lasciato da Piquet non può essere circoscritto alle sole capacità velocistiche, la goliardia e la fama di tombeur de femme fanno tutt’uno con il personaggio e gli hanno dato una grande popolarità, ma anche le polemiche fanno parte del suo repertorio: all’occasione, ha saputo attrarre l’attenzione dei mezzi di comunicazione, con uscite sensazionalistiche. Chi ricorda la ragazza sulla griglia di partenza con le tette di fuori? Chi ricorda Piquet, dopo la collisione durante le prove del GP di Germania 1982 (vedendo Pironiì agonizzante fra le lamiere), venire quasi alle mani con Eliseo Salazar? E chi ricorda le sue dichiarazioni all’indirizzo del compagno di team Nigel? “Mansell è un porco, disse”, non potè mai soffrire l’inglese. Definì “frocio” Ayrton Senna.
1981 (il primo titolo)
La stagione cominciò con l’annullamento del Gran Premio del Sud Africa, vinto da Carlos Reutemann con Piquet secondo, per il proseguire della polemica tra FISA (sostenuta dalle squadre italiane e dalla Renault che disertarono la gara) e FOCA. Si cominciò il campionato dopo essere giunti a un accordo che bandì le minigonne e richiese una altezza minima da terra, della vettura, di 6 cm escluse le gomme.
Piquet conquistò il mondiale con una grande rimonta che cominciò con la vittoria al Gran Premio di Germania, mentre Reutemann veniva osteggiato all’interno del suo team dove si preferiva che a vincere fosse l’anglofono Jones. Il brasiliano arrivò all’ultimo Gran Premio un punto dietro Reutemann. A Las Vegas nel Gran Premio finale, che si svolse nel parcheggio del Caesars Palace, Piquet giunse quinto ottenendo i 2 punti necessari per la vittoria finale, mentre il rivale argentino, che per la delusione lascerà di lì a poco l’automobilismo, chiuse solo ottavo a causa di problemi alle gomme.
1983 (il secondo titolo)
A causa degli incidenti mortali del 1982 nella nuova stagione vennero definitivamente bandite le Wing-car, il direttore tecnico della Brabham Gordon Murray che aveva già preparato la Brabham BT51 a effetto suolo, decise di ripartire da zero e realizzò in soli 4 mesi la BT52, la vettura dalla forma a freccia fu subito vincente con Piquet in Brasile primo Gran Premio della stagione, lasciando stupito lo stesso pilota.
Fu il primo titolo mondiale per un pilota al volante di una vettura a motore turbo, a campionato finito ci furono delle contestazioni sulla regolarità delle benzine usate dalle Brabham, ma poi il titolo venne confermato dalla FISA.
1986 (un mondiale perso stupidamente)
Il brasiliano lasciò la Brabham, per passare alla Williams-Honda, team in grande crescita alla fine del 1985 (tre vittorie nelle ultime tre gare) dove nelle sue intenzioni avrebbe dovuto recitare un ruolo di prima guida assoluta. A detta di Piquet gli accordi verbali con Frank Williams su questo punto erano chiari, ma poco prima dell’inizio della stagione Williams subì un grave incidente automobilistico che lo tenne lontano dalla squadra per molto tempo e gli causò una disabilità motoria permanente; la squadra venne così diretta dal tecnico e socio di Williams Patrick Head: questi, vedendo che anche l’altro pilota del team, il connazionale Nigel Mansell, era in grado di lottare per il titolo, cominciò a occuparsi direttamente della messa a punto della macchina di Mansell lasciando assistere Piquet dal secondo tecnico del team Frank Dernie, nonostante il brasiliano fosse primo pilota per contratto e disponesse di diritto del muletto. Questo provocò una guerra “fratricida” che penalizzò entrambi; Piquet in particolare commise degli errori per il nervosismo creatosi nel team.
1987 (l’anno del terzo Titolo)
La superiorità della Williams fu tale da non permettere a nessun’altra scuderia di poter lottare per il titolo, tuttavia Piquet non disputò una delle sue stagioni più memorabili, condizionato da un grave incidente.
Il compagno Mansell nella prima parte della stagione risultò più competitivo, Piquet provò a rimediare con tattiche di gara diverse, in Francia provò a fare un cambio gomme in più rispetto a Mansell, mentre in Gran Bretagna partito in testa provò a non fare soste, ma in entrambi i casi la scelta fu errata e Piquet si dovette accontentare della piazza d’onore. Recuperò vincendo i gran premi di Germania, d’Ungheria e d’Italia, ma anche grazie al maggior numero di ritiri per guasti meccanici occorsi a Mansell. La lotta con l’inglese si chiuse al penultimo Gran Premio in Giappone, dove questi fu protagonista di uno spettacolare incidente durante le prove, che gli impedì la partecipazione agli ultimi due gran premi. Piquet, che era già in vantaggio e a cui sarebbe bastato un mancato arrivo di Mansell per vincere il campionato, ottenne il terzo titolo di campione del mondo.
Nelson Piquet ha disputato 204 Gran Premi di Formula 1, con 23 vittorie, 24 pole position, 23 giri più veloci in corsa e 485,5 punti conquistati, di cui 481,5 validi a fini della classifica; si è classificato per 100 volte nei primi sei (delle quali 60 sul podio), ed è partito per 43 volte in prima fila.
15 Febbraio 2012
Redazione
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