Storie di Sicilia
“FURCI SICULO ANNI 40-50”. Mariano Spadaro: IL FERRAGOSTO
Il mese di agosto è per noi italiani quello delle ferie. Cinquant’anni fa non si poteva parlare di ferie per le tante famiglie contadine costrette ad alzarsi prestissimo la mattina per arrivare all’alba nei campi, nè per gli altri lavoratori autonomi: dal piccolo artigiano al pescatore, dal manovale al trasportatore. Per questi le ferie certamente non esistevano. Diverso era per chi svolgeva altri lavori o viveva in città. Queste venivano parzialmente abbandonate dai loro abitanti per lasciar posto a quei turisti che incominciavano a visitare la nostra bella Italia che lentamente si riprendeva dopo anni di privazioni e di stenti. Nel mio paese non tutti riuscirono a trovare un lavoro, quindi furono costretti a lasciarlo per andare al nord o all’estero. Oltre alle entrate di chi lavorava sul posto, iniziarono ad arrivare le rimesse di chi era lontano e con esse anche il ritorno a casa di quanti se lo potevano permettere. Per noi ragazzi questo mese era da ricordare per il “mezz’agosto”. Il pomeriggio della vigilia eravamo impegnati a cercare la maggior quantità di legna da portare sulla spiaggia dove la sera organizzavamo dei grandi falò intorno ai quali si ballava e cantava. Piccola precisazione: eravamo quasi tutti maschi! Poi, allo scoccare della mezzanotte tutti in acqua per il tradizionale bagno notturno! Il giorno successivo era veramente festa…Finalmente si mangiava il pollo! Oggi questo può sembrare strano ma, vi assicuro, era proprio così. Le nostre mamme, alcuni mesi prima, compravano dei pulcini. Ricordo ancora quel signore che sul capiente portabagagli della sua bici aveva montato una grossa gabbia (stia) dentro la quale ne erano stipati molti. Ogni tanto si fermava lungo le vie del paese e richiamando l’attenzione, con voce possente, offriva la sua vivente mercanzia. Immancabilmente un capannello di donne accorreva cercando di scegliere quelli che secondo loro dovevano diventare galline per produrre uova. Quale miglior sistema per stabilire il sesso se non quello di soffiare sotto la pancia! Non so cosa guardassero con tanta attenzione, visto che da grandi in maggioranza risultavano dei bei galli. Questo soffiare sotto la pancia lo facevo anch’io, quando con un amico andavo a catturare i cardellini specialmente se “ramaci”, cioè quegli uccellini nati da poco che non avevano ancora fatto la “muta” e quindi assunto i meravigliosi e variopinti colori di cui madre natura li ha forniti. In effetti, non ci capivamo nulla, come le donne che compravano i pulcini; solo dal modo di cantare quando questi diventavano grandi potevamo saperlo. I maschi, infatti, avevano un canto più prolungato. La delusione che le tante mamme provavano nel vedere che le loro scelte erano state sbagliate veniva in qualche modo compensata dalle scorpacciate che si facevano per ferragosto. Era una grossa tradizione, si cucinava nei modi più svariati ed era buonissimo. Si allevavano quasi sempre in casa, in qualche stanza o sulla soletta. Appena grandicelli, di giorno venivano messi per strada dove passavano la giornata a gironzolare per “farsi le ossa” o mangiucchiare quello che potevano trovare di loro gradimento; ma non si buttava quasi nulla! Venivano loro dati tutti gli scarti dei pasti della famiglia e qualche volta si comprava a “canigna e u ranuni”. Questi alimenti, uniti al gran camminare li rendevano poi a tavola una pietanza veramente squisita, non come quelli allevati in batteria che oggi mangiamo.
Ma agosto non era soltanto il periodo delle ferie: infatti, in questo mese cade una delle tre feste ecclesiastiche quella dell’Assunzione, anche se ultima per importanza ma non per partecipazione popolare. Grandissima era quella che si svolgeva allora e ancora oggi si svolge a Messina. Giungevano persone da ogni parte della Sicilia, soprattutto per assistere alla processione in onore della Madonna e la “Vara” con i suoi tiratori vestiti di bianco che la trascinavano letteralmente e per vedere le due grandi statue di cartapesta “il Gigante e la Gigantessa”, portate a passo di danza per le vie cittadine fino a giungere davanti al Municipio. La leggenda vuole che Mata e Grifone, questi i nomi dei giganti, siano i progenitori del popolo messinese e quindi i fondatori della città. Quello che più mi impressionava era il gran numero di catanesi che si riversavano nella città dello stretto con ogni mezzo, dai pullman organizzati, alle macchine e moto; ma era il treno quello più usato. Ne venivano organizzati anche di straordinari ed erano sempre pieni. Mentre l’afflusso degli etnei si divideva nell’arco della giornata, al ritorno, la mattinata del giorno dopo, era un vero caos. Gente che viaggiava in piedi ma soprattutto tante persone coricate sui porta bagagli di quei treni con i sedili in legno che, se non sbaglio, nelle zone interne della Sicilia ancora oggi esistono. Ho, però, anche un ricordo molto triste che ancora oggi è vivo in me tanto che mentre scrivo queste righe i miei occhi si velano di lacrime. Una delle macchine di ritorno dalla festa, passando per Furci, vicino all’incrocio fra via 4 Novembre e via Firenze, quasi di fronte a dove ore sorge il bar di Mimmo, finì sul marciapiede investendo un ragazzo poco più giovane di me. Arrivai subito dopo l’incidente e la scena che mi si presentò non la dimenticherò mai. La guardia Peppe Briguglio, chino sulla sagoma del ragazzo, la macchina investitrice sul marciapiede con dentro una donna piangente e l’autista con le mani nei capelli che girovagava nei dintorni in preda al panico. La vita di quel ragazzo restò in sospeso per qualche giorno poi non riuscì a superare il grave trauma e volò in Cielo. Probabilmente mi è rimasto così impresso perché lo conoscevo bene, spesso servivamo la messa insieme.
Ma non dovevo parlare di festa? La festa coincide quindi con le ferie estive di cui parlerò in altre parti e, a proposito di queste, voglio ricordare una frase dei miei figli mentre percorrevamo l’autostrada ME-CT: “Papà sembra di stare a Roma”. Tante erano le macchine così targate che la percorrevano … I tempi per fortuna cambiavano !
Cordialmente Mariano
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