Spiritualità, Storie di Sicilia
UN PO’ DI CHIAREZZA SULL’ ARON DELL’ ANTICA EX- SINAGOGA DI AGIRA
Nell’aprile del 2002 l’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica presieduto dal prof. Titta Lo Jacono realizzò ad Agira un ben riuscito Convegno Internazionale sull’Aron.
L’evento portò alla ribalta un reperto, forse unico al mondo, che prima d’allora era a conoscenza solo di pochi studiosi e sensibilizzò (almeno così parve) gli Enti pubblici sulla necessità della ricostruzione dell’ex Sinagoga e del restauro del suo Aron.
Oggi è assodato che ad Agira esiste un manufatto in pietra (Echal) che è riconducibile all’armadio (Aron) santo (Ha qodesh) in cui si custodivano i Rotoli del Pentateuco (Torah) con le leggi di Mosè.
Di questo prezioso reperto tanto si è scritto e, a volte, senza volerlo si è fatta un po’ di confusione, quindi per rispetto della verità storica ci sembra opportuno ripercorrere cronologicamente le fasi di come si è giunti alla scoperta e alla individuazione della Sinagoga di Agira e del suo Aron.
Nel 1748 lo storico Giovanni Di Giovanni in L’ebraismo della Sicilia escludeva che ad Agira vi fosse mai stata una comunità di ebrei. Nel 1890, invece, i fratelli Bartolomeo e Giuseppe Lagumina, in un loro studio dal titolo Codice diplomaticodei giudei in Sicilia dimostrano che nel 1489 tra le quarantatre comunità ebraiche del regno di Sicilia c’era quella di Agira.
Ma fu solo nel 1910 che lo studioso agirino mons. Pietro Sinopoli Di Giunta individuò nella chiesetta di Santa Croce l’ex Sinagoga sicuramente esistente nel 1459 in quanto tale data, così gli era parso, era leggibile nella scritta del portale contenuto al suo interno.
Dopo anni di silenzio, nel 1947 il prof. Enzo Maganuco in qualità di relatore della tesi di laurea di Giuseppe Morina dà una sua interpretazione della dedicatoria sul portale, diversa da quella data dal Sinopoli confermandone però la datazione.
Nel 1974 Matteo Gaudioso in La comunità ebraica di Catania nei secoli XIV e XV pubblica una foto del manufatto di poco anteriore al suo prelievo e conseguente collocazione nella chiesa parrocchiale SS. Salvatore, dove venne incastonato nella navata di sinistra per chi entra.
Il primo che mise in discussione che il portale fosse qualcosa di diverso fu lo storico agirino Filippo Maria Provitina che nel 1980 in una monografia ( la sua prima Storia Patria è datata 1967), lo individua come altare della ex Sinagoga.
Lo stesso studioso, volendo poi indagare sul prezioso reperto, nel 1995 avvia e porta avanti un’operazione di archeologia storico- religiosa che concretizza conducendo ad Agira il semitista mons. Benedetto Rocco di Marineo.
Le visite di mons. Rocco ad Agira si sono svolte in tre tornate, dal novembre 1995 all’aprile 1996, il suo “aiutante in campo” è stato sempre Filippo Maria Provitina, il quale da me telefonicamente raggiunto a Palermo dove vive attualmente, mi ha riferito alcuni retroscena delle tre visite, e in particolare mi ha comunicato che il primo sopralluogo si svolse il 4 novembre 1995 e che vi parteciparono, oltre a lui e a mons. Rocco, il sicilianista Pippo Scianò, lo studioso di ebraismo Titta Lo Jacono, e autorità locali. Il Provitina specifica che Titta Lo Jacono si era aggregato su invito di Pippo Scianò, che non era egli mai stato ad Agira e che comunque non fu presente alle altre due visite in cui mons. Benedetto Rocco individuò con certezza nel manufatto di pietra l’ARON o Arca Santa interpretando inconfutabilmente l’iscrizione riportata sul suo cornicione : “ Nell’anno di : . Cioè nell’anno 1454“. Nell’occasione della 3° visita del 22 aprile del 1996, la 2° si era svolta il 23 gennaio 1996 , Filippo Maria Provitina si avvalse del forestale Michele Rocca, per la scrupolosa misurazione dei ruderi dell’ex Sinagoga. Quella volta fu presente il prof. Salvatore Mangione, pure coinvolto dal Provitina, e il Sindaco di Agira con l’Assessore al ramo.
Nello stesso 1996 mons. Benedetto Rocco pubblicava su Ho Theològos 1996, 129-138 le risultanze del metodo scientifico seguito per la traduzione del testo biblico.
Tali studi e scoperte sono stati resi pubbliche in una affollata conferenza voluta dal Sindaco pro tempore che il Provitina tenne nella sala consiliare del Comune di Agira l’ 8 aprile 1998, e ne scrive in Storia di Agira e del suo Santo pubblicata nel 1999 (vedi pagg. 79, 156, 224, 225, 232, 251, 252, 253)e ristampata con integrazioni nel 2006 dalla Casa Editrice Abbadessa.
In occasione del Seminario Internazionale sul Giudaismo in Sicilia agli osservatori più attenti non sfuggirono e non si spiegarono le assenze dei personaggi che avevano di fatto e di merito contribuito allo studio del prezioso manufatto ( mons. Benedetto Rocco e Filippo Maria Provitina).
L’Aron è stato riconosciuto “Il più antico d’Europa”dallo studioso Nicolò Bucaria (condotto ad Agira dal Provitina insieme a mons. Benedetto Rocco nella primavera del 1996) e nella due giorni si fecero tanti buoni propositi: la ricostruzione della sinagoga e il suo inserimento in un apposito circuito turistico denominato “ percorso della memoria ebraica in Sicilia”, il restauro dell’Aron e l’attivazione di un centro studi sull’ebraismo medioevale in Agira valorizzandola come “luogo del dialogo e della storia”, essendo colà ancora ben individuabile l’antica casba araba (rione Rocche).
Da allora dell’Aron Ha Qodesh di Agira, tranne una visita di una folta delegazione di studiosi americani avvenuta nel novembre 2005, non se ne è sentito più parlare, e di tutte quelle belle intenzioni espresse al Convegno Internazionale non si è realizzato nulla.
Ad agitare le acque ci ha pensato il Lo Jacono con un suo articolo sul periodico del Lions Club questo scritto ci sono inspiegabili dimenticanze e inesattezze che oscurano il suo grande merito nell’avere organizzato il Simposio del 2002. di Leonforte pubblicato nel maggio 2007;
Leggendo l’articolo si ha sensazione che egli abbia sentito parlare per la prima volta degli Ebrei d’Agira nel 1991 grazie ad una lettera speditagli dall’Argentina dal benemerito dott. Juan Canzonieri che ha condotto uno studio (non completato) sugli ebrei d’Agira e ciò è quantomeno inspiegabile per uno studioso di ebraismo del suo calibro visto che studiosi come i Lagumina, Sinopoli, , Managuco, Gaudioso, Provitina già ne avevano scritto in note pubblicazioni.
Poi scrive che in occasione della sua prima visita ad Agira ( che egli dice essere avvenuta nel 1992, quando invece si svolse nel 1995) notò che il portale della Sinagoga era alto appena 80 cm. , quando è sotto gli occhi di tutti che è ad altezza d’uomo ( pubblichiamo il disegno dell’ Arca Santa con le relative misure).
Quindi accusa mons.Benedetto Rocco di essersi appropriato di una sua “indimostrabile illuminazione” e cioè di aver per la primo riconosciuto l’Aron.
E poi quasi a volerlo punire lo dà per morto, quando mons. Rocco è vivo e vegeto. Però gli riconosce il merito di aver interpretato la scritta in ebraico dedicatoria dell’Aron, sostenendo che l’ha ricostruita attraverso vecchie foto. Peccato che queste ultime siano illeggibili. In effetti la scritta nella sua completezza venne decifrata grazie ad una lastra fotografica di vetro che per insistenza del Provitina venne messa a disposizione di mons. Rocco da don Roberto Zito, parroco del SS. Salvatore nel cui archivio era conservata, nella 3° e ultima visita.
Infine chiude l’articolo facendo un’ipotesi rispettabilissima anche se discutibile e cioè che la Sinagoga di Agira forse non sia mai esistita, ma che ci troviamo in presenza di un Bet ha midrash Echal per l’Aron così imponente si giustifica col fatto che apparteneva ad un ricco ebreo; in quel secolo ad Agira non c’è però alcuna traccia di tanto dovizioso cittadino.
Seminario Internazionale sul Giudaismo di Sicilia
di G. Primavera
Agira, per due giorni, culla della tolleranza e dell’integrazione tra culture e religioni diverse. Dal paese di Diodoro Siculo dove hanno convissuto pacificamente fianco a fianco ebrei, musulmani e cattolici un messaggio di pace nel mondo. L’Aron Ha Kodesh, nel paese che diede i natali allo storico Diodoro Siculo, al centro di un Seminario Internazionale sul Giudaismo di Sicilia. L’Aron o arca santa, l’armadio, cioè, dove venivano conservate le scritture, la torah, è costruito in pietra aragonese (pietra locale), piuttosto che in legno, per cui è motivo su cui studiosi di tutto il mondo si confrontano, è sistemato all’interno della Chiesa Collegiata del San Salvatore vicino alla sinagoga che sorgeva in pieno quartiere arabo. Un simbolo ebraico ospitato in una chiesa cattolica a testimoniare, oggi come 500 anni fa, una tolleranza e integrazione tra le religiosi, la cattolica, l’ebraica e la musulmana.
A un centinaio di metri della collegiata esistono i ruderi di un oratorio appartenuto alla confraternita di Santa Croce, si sa con certezza che fino al 31 marzo 1492, giorno in cui Ferdinando il Cattolico emanò l’editto di Granata col quale espulse gli Ebrei da tutti i territori che ricadevano sotto la giurisdizione spagnola, quel luogo fu la sinagoga della comunità giudaica. “Una vera rarità in tutta l’area mediterranea” ha detto il prof. Titta Lo Jacono de Malach presidente dell’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica sim, anima del seminario e profondo conoscitore dell’ebraismo siciliano. E sulla rarità di questo simbolo religioso, unico aron, costruito intorno al 1452, si è dibattuto, il 24 e 25 aprile, nel tentativo di riportarlo nel luogo originario, la sinagoga di cui rimangono solo i ruderi nella parte alta del paese. “Il nostro messaggio è contenuto nel logo di questo seminario. Una colomba che attraversa la stella di David e la luna, simbolo della religione araba, con un ramoscello di ulivo in segno di pace” ha aggiunto Lo Jacono. La due giorni organizzata dal Comune con la partecipazione della Charta della Judeche e dall’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica Sim, dalla Presidenza e della Regione siciliana, dall’assessorato regionale ai Beni Culturali e dalla Provincia regionale di Enna, è stata ospitata nel suggestivo Palazzo Zuccaio. Studiosi provenienti da tutte le parti del mondo, esperti di ebraismo a confronto sul tema dell’Aron. “Il più antico d’Europa” secondo lo studioso Nicolò Bucarla. “L’Aron sarà finalmente riportato al suo posto” ha annunciato Alfio Musumeci, l’architetto che ha messo a punto il progetto di restauro, già finanziato dalla Regione, così come ha confermato il vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Mirello Crisafulli. Agira, dunque, dispiega le sue ali e vola alto forte della sua storia, un luogo dove avrebbero convissuto pacificamente ebrei, musulmani e cattolici. Asher Slah docente all’Università ebraica di Gerusalemme, autore di un libro dal titolo “Bibliografia ebraico-sicula” presentato nel corso del seminario, testimonia un crescente interesse nei confronti del mondo ebraico in Sicilia. Il sogno di ricostruire il Santa Santorum ad Agira ha richiamato anche il rabbino Stefano Di Mauro, rettore della Maimonides University della Florida, che dopo avere benedetto i suggestivi resti della Sinagoga riscaldati da un pallido sole primaverile, ha dichiarato “Il popolo ebraico ha una missione speciale e pericolosa, quella di portare l’unità di Dio al mondo”.
Gli Ebrei in Sicilia, pare, abbiano vissuto in una posizione di privilegio. “La comunità ebraica di Enna era forte e tenuta in grande considerazione” dice l’archeologa Anna Maria Corradini che ha studiato antichi e inediti documenti storici che testimonierebbero nel 1786 alcuni canti ebraici recitati nel corso dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Visitazione, patrona di Enna. Mentre il Soprintendente ai Beni Culturali di Enna Giuseppe Lo Iacono racconta come dell’Aron già agli inizi del ‘900 Monsignor Pietro Sinopoli, ispettore onorario del mandamento di Agira scrivesse dell’Aron al Soprintendente di Siracusa Paolo Orsi. I lavori del ‘Seminario Internazionale sul Giudaismo’ sono stati aperti dal il sindaco Gaetano Giunta, con la fascia tricolore indosso a testimoniare la sacralità del momento, lanciando un messaggio di pace e speranza. “Andremo avanti -dice l’assessore comunale alla Cultura Giovanni Senfett- vogliamo restituire ad Agira e agli ebrei di tutta la Sicilia la sua sinagoga. Inoltre, il seminario è il primo passo per porre Agira al centro dell’attenzione di studiosi e cultori. Tutta l’amministrazione comunale è impegnata in questo sforzo”. Presente anche Paolo Mineo il pediatra editore che non manca mai un appuntamento nel panorama culturale. Mineo è, infatti, l’editore di un libro dal titolo “Bibliografia ebraico-sicula” da Asher Salah docente dell’Università ebraica di Gerusalemme che ha presentato il lavoro nel corso della due giorni. Hanno pure portato le loro testimonianze Elisha Linder, dell’university of Haifa; il prof.Aldo Sparti, della soprintendenza archivistica della Sicilia; il prof.Cesare Colafemmina, dell’Università di Bari, il dott.Vincenzo Cannata, coordinatore della Charta delle Judeche per l’area delle Madonie; la prof.ssa Maria Grazia Sillato, del Cielt Parigi e la prof.ssa Angela Scandagliato; la tavola rotonda è stata curata da Bent Parodi di Belsito, presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia e dal giornalista del Foglio, Pietrangelo Buttafuoco.
Il progetto di restauro dell’Aron ha kodesh e la ricostruzione della sinagoga di Agira, che nasce dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale e l’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica SLM, intende dare concreto seguito agli obiettivi statutari della ‘Charta delle Judeche’ -federazione tra 54 comuni ed Enti territoriali di Sicilia- nella quale, tra gli scopi sociali, vi è quello della riscoperta delle affinità socio culturali e socio strutturali, sarà inserito in un apposito circuito turistico denominato: “percorso della memoria ebraica in Sicilia”, che si snoderà attraverso i luoghi più significativi di quello che fu l’ebraismo di Sicilia. La fase progettuale, che è conseguente ad una lunga fase di ricerca scientifica condotta per più di un decennio dall’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica, si sviluppa in due fasi: la prima consiste nel ricreare un esempio di antica mescita come luogo di attrazione culturale e turistica di qualità, la seconda con l’attivazione ad Agira di un centro studi sull’ebraismo medioevale in area mediterranea, per diventare sede di appositi stages. “Agira con tale progetto si candida a diventare la sede di una serie di manifestazioni che avranno come tema dominante il dialogo tra le religioni monoteistiche, specifica il prof.Titta Lo Jacono de Malach, e a somiglianza di Erice, oramai conosciuta come la cittadina della scienza, Agira sarà la cittadina del dialogo e della storia.
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