Il resto della Sicilia
SICILIA. LA PROTESTA GIUNGE AL TERZO GIORNO E AGGIUNGE: NO ALLE STRUMENTALIZZAZIONI
Innanzitutto, un Grazie a Roberta che ci scrive su FB (Giovanni BonarRigo credo che tu sia la persona adatta per diffondere la notizia in maniera corretta). In realtà, ben poco potrò fare per una battaglia così imponente contro i mass media nazionali. Per la cronaca, Roberta è roccalumerese nonchè figlia e sorella di camionisti professionisti e di lunga esperienza. Sono daccordo con te, la protesta che sta mettendo (secondo certi organi di informazione) in ginocchio l’economia dell’intera Isola, è in realtà una protesta che nasce da un pregesso stato di abbandono del popolo siciliano che lavora, abbandono che risale a governi passati, (tranne in taluni casi offrire circostanziati e clientelari favori, nonchè assistenzialismi che hanno messo oltremodo in cattiva luce i tanti siciliani onesti), sia comunali, sia provinciali, regionali e tantopiù nazionali.
Certo, a nessuno di noi fa piacere trovare supermercati vuoti, rifornimenti chiusi, autostrade e porti bloccati, ma, se il popolo da solo (in questi giorni senza rappresentanze di partiti politici), ha deciso di passare le notti all’addiaccio, di rischiare di essere perfino tacciato di autolesionismo, ciò vorrà pur dire qualcosa, qualcosa di molto grave. E’ vero, c’è una crisi dilagante che non è solo siciliana nè solo italiana od europea, ma forse in questi giorni sta nascendo un Movimento di Azione Popolare che dice basta alle orrende nefandezze di un “sistema” politico istituzionale bugiardo e truffaldino fine solo ai propri interessi. Rialza dunque la Testa o Sicilia dei Lavoratori, tu che mille battaglie ha combattuto e vinto negli anni e nella Storia. Auguri perchè la Vostra voce sia esaudita molto in alto! Leggete il comunicato stampa:
IL TESTO PUBBLICATO SU BLOG:
Sono 3 giorni ormai che la Sicilia ha detto basta alle ingiustizie che da troppo tempo subisce. 3 giorni in cui televisioni e giornali hanno taciuto i fatti, limitandosi a qualche breve accenno su pressione degli stessi manifestanti. Peggiore del vergognoso silenzio dei mass media è però l’inesattezza delle poche notizie diffuse; per questo motivo occorre fare chiarezza.
Il blocco delle autostrade e lo sciopero degli autotrasportatori sicuramente stanno causando dei disagi: buona parte dei distributori di benzina è a secco e i generi alimentari iniziano a scarseggiare. Tuttavia, la Sicilia non è in ginocchio per la protesta, ma protesta perché in ginocchio!
La ‘minaccia’ delle conseguenze negative di una simile agitazione può forse funzionare laddove c’è un’alternativa valida, laddove la gente ha ancora fiducia nel sistema. Quando invece non si ha più nulla da perdere, si tenta il tutto per tutto. E non pensate che la gente non abbia in realtà timore di non trovare più nulla al supermercato, solo che la disperazione e la rabbia hanno prevalso, stavolta. Ed il vergognoso tacere delle Istituzioni, dei mezzi di informazione e di quanti dovrebbero avere il dovere di ascoltarci, non fa che alimentare l’esasperazione, sappiatelo.
Qualche sito ha riportato che dietro al Movimento dei Forconi si nascondo partiti politici, principalmente di destra. Vorrei precisare in merito che dietro la protesta non c’è alcuna forza politica, solo l’esasperazione delle persone. La prova sta nel tentativo, da parte di alcuni esponenti politici e simpatizzanti tali, di screditarla, definendola disorganizzata, pericolosa, persino banale. Il motivo di tanta diffidenza sta, a mio avviso, probabilmente nel fatto che l’iniziativa per una volta è partita dal popolo e non da loro, come dire: se la manifestazione è organizzata da tal partito, ben venga. Altrimenti, è dannosa. Altra accusa proveniente da questi signori è di essere opportunisti poiché in passato, tra le persone che oggi protestano, ci sono anche coloro che hanno dato fiducia al governo, lo hanno appoggiato, hanno acconsentito affinché perpetrasse soprusi ai loro stessi danni. Questo purtroppo ha un fondamento di verità.
è opinione di chi vi scrive che se la situazione è così drammatica, la colpa è sicuramente di scelte politiche sbagliate e di promesse non mantenute. In parte però è anche di chi ha appoggiato tale operato, di chi si è fidato, di chi credeva di scegliere il meglio. Detto ciò, riconosciute le colpe, cosa si poteva fare? Pagare ammenda tutta la vita, per la serie: ” hai sbagliato prima, adesso zitto e buono”? La mia risposta è no! Essendo con le spalle al muro, la decisione era tra arrendersi, come sempre, o reagire: la Sicilia ha scelto la seconda opzione.
A tutti i politici e i politicanti che stanno tentando di screditare questa protesta pacifica, dico: non è dando addosso alle persone che si ricucirà la frattura politica/popolo.
Nessuno nega l’importanza del sistema democratico, basato sull’elezione di rappresentanti che devono fare propri gli interessi della collettività. E nessuno dice che questo sia un ruolo facile da ricoprire, né che non si possa sbagliare. Ma se l’agitazione è così grande, se il malumore è così profondo, vuol dire che l’errore di chi doveva rappresentarci è stato troppo grave. Le persone non si riconoscono più nei rappresentanti che hanno eletto: hanno sbagliato ad eleggerli forse, ma è un loro diritto accorgersi dello sbaglio e fare di tutto per rimediare. Non è invece un diritto dei rappresentanti salire al potere pensando al denaro e dimenticandosi dei cittadini.
Allora, anziché puntare il dito contro, riflettete sul perché le persone non vogliono più essere associate ad un qualsivoglia partito politico e sul perché la protesta, partita dalla Sicilia, si sta espandendo a macchia d’olio anche nelle altre regioni d’Italia. Smettete i panni di politici per un giorno, se ci riuscite, ed entrate in quelli dei normali cittadini. Sarà dura per voi, me ne rendo conto, immaginare di vivere con meno di mille euro al mese, di scegliere se pagare la bolletta della luce o comprare un paio di scarpe nuove ai vostri figli, ché quelle vecchie si sono bucate. Sarà dura disperarsi perché non c’è lavoro, perché ci sono l’affitto o il mutuo da pagare. Sarà dura svegliarsi ogni mattina senza avere alcuna certezza. Vi verrà da impazzire.
Ebbene, sappiate che tutto questo milioni di persone lo affrontano quotidianamente e sono stanche. E fortemente incazzate.
Che abbiate capito o meno, comunque, smettetela di criticare: non fate che peggiorare le cose. Fatevi da parte, la misura è colma.
19 Gennaio 2012
E… L’ASSESSORE AL TURISMO DANIELE TRANCHIDA DICE:
“Sono pienamente condivisibili le ragioni della protesta messa in atto in Sicilia da lunedì scorso dagli autotrasportatori.” Lo dichiara l’assessore del Turismo Daniele Tranchida che sottolinea di sostenere quanto dichiarato oggi dal Presidente della regione Siciliana Raffaele Lombardo al termine dell’incontro svoltosi con i rappresentanti dei dimostranti.
“E’ già scandaloso che in Sicilia i costi del carburante, alle stelle, siano i più alti d’Italia considerato che l’isola paga già un alto prezzo dal punto di vista paesaggistico, cosa che sicuramente danneggia anche il turismo, a causa delle varie raffinerie presenti sul territorio. – aggiunge Tranchida – E’ un duro colpo per l’intera economia regionale, fattore che, inevitabilmente, graverà sull’itera penisola. Sono in ginocchio tutti i settori produttivi, dall’agrumario (una delle punte di diamante siciliane) al caseario, zootecnico, ortofrutticolo, artigianale. Le rivendicazioni sono serie e non c’è più tempo per provvedimenti temporanei. Occorre una stabile strategia di sostegno per il rilancio, per non dire addio a tutte le piccole e medie imprese che con enormi sacrifici si sono impegnate per affrontare la crisi in atto, in tutta Europa e che ancor di più colpisce la nostra terra. Produttori agricoli, pescatori, allevatori e gli stessi autotrasportatori hanno il diritto di essere ascoltati e sostenuti, così come hanno ribadito anche in sindaci dell’Anci Sicilia, un differenziale che prevale nelle area nord-ovest e sud-est dell’isola. La speranza – conclude l’assessore – è tutta nella forza che l’intero governo regionale metterà nel farsi portavoce e soggetto attivo delle qualificate ragioni e rivendicazioni di fondo che stanno alla base della protesta legittima e giustificata e che finora si è mantenuta entro i giusti limiti”.
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