Cronaca
ETNA. ERUZIONI A RAFFICA: LAPILLI SULLA RIVIERA JONICA, TERREMOTO
ROCCALUMERA (Messina) – 25 Febbraio 2013 – Stamane – come ieri mattina – ci siamo svegliati con i tetti e le strade invase da un pietrisco nero, non la solita cenere tipica delle eruzioni del Mungibeddu.
Nella nottata, a qualcuno era sembrato si trattasse di grandine sentendo il rumore da dentro casa, ma grandine non era. Gli effetti del vulcano Etna in eruzione si notavano infatti, anche a grandi distanze. Tutto dipende dal vento: la colonna di cenere è arrivata sino a Catanzaro, riversandosi anche su alcuni comuni del messinese. A Catania, prima era avvenuta la chiusura dell’aeroporto (poi riaperto), che ha comportato il dirottamento dei voli a Palermo, poi la pioggia di cenere e pietre.
Ieri mattina, il risveglio alle falde dell’Etna era amaro, la conta dei danni era ingente, mentre lo scalo restava aperto ma in stato di allerta. A Liguaglossa, fortissimo odore di zolfo nell’aria dopo l’eruzione dell’Etna, ma soprattutto grande quantità di cenere abbattutasi sul piccolo centro Etneo. Macchine di curiosi in giro, a passo d’uomo, e forze dell’ordine in giro a vigilare. Molti sono intenti a scattare fotografie al grande spettacolo della natura.
Sabato 23 febbraio ore alle 20:14, una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 a 10.2 km di profondità ha interessato il Golfo di Patti e Milazzo, con epicentro tra le isole Eolie e il litorale tirrenico del messinese. La scossa è stata avvertita su gran parte della provincia e anche, debolmente, in città dove in quei minuti stava “piovendo” la cenere della forte eruzione dell’Etna in atto proprio in quelle ore.
L’attività esplosiva di un vulcano è prodotta dalla violenta ed improvvisa espansione dei gas vulcanici contenuti nel magma, che ne provocano la “frammentazione”.
La composizione del magma determina il tipo di attività esplosiva: i magmi con alto contenuto in silice, ovvero il materiale di cui è composto il vetro. La frammentazione del magma forma diversi tipi di prodotti, detti anche tephra o piroclastiti. In base alle loro dimensioni si dividono in: bombe oltre i 64 mm; lapilli compresi tra 2 e 64 mm; ceneri minori di 2mm. Durante gli episodi di fontana di lava più violenti, una colonna eruttiva formata da gas e piroclastiti può raggiungere alcuni km di altezza. Cenere e lapilli, sospinti lateralmente dai venti dominanti, formano una specie di ombrello dal quale iniziano a cadere depositandosi a terra.
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