Cronaca
Schifezze tra i fornelli… ci vorrebbe WikiLeaks
Ieri, dalla Guardia Costiera di Palermo, è stato effettuato un blitz in vari ristoranti della città e dei dintorni. Tanti, troppi violavano le rigide e benemerite norme sulla conservazione e somministrazione del cibo agli ignari, sfortunati clienti. In un noto sobborgo marinaro sembra, stando a notizie divulgate alla stampa,che su 10 ristoranti “visitati” ben il 100% propinasse agli avventori pesce surgelato al posto di quello fresco. Senza specificarlo nel menù e con consistente ritorno economico.
Sentendo il Giornale Radio della Sicilia si è pure saputo che altri “ristoratori” servivano pure pesce scongelato scaduto da tempo. Un “famoso” ristorante in prima linea.
Quale ? Dove, esattamente ?….Mistero !!
Su questo e su tutti i locali non si è saputo nulla di nulla.
Già in altre occasioni ho posto all’attenzione dei media questo problema,incredibilmente trascurato da autorità, informazione, associazioni dei consumatori e, cosa molto piú grave, dagli stessi cittadini interessati.
Sembra ai più la cosa maggiormente normale del mondo non rivelare il nome dei locali che truffano la gente spacciando pesce surgelato per fresco.
O, peggio, servendo alimenti scaduti chissà da quando che tanto bene fanno alla salute. Magari dei bambini che, nei giorni festivi, affollano ristoranti e trattorie.
Perché questa “omertà” di stato ?
Non sono mai riuscito a capirlo.
Anche per reati piú gravi come sofisticazioni di oli, vini, alimenti di tutti i generi, acque minerali comprese, solo raramente è uscito fuori qualche nome.
Alcuni gentili giornalisti mi hanno informato che sono le stesse autorità a “non divulgare” la identificazione dei locali ed aziende coinvolte. Loro non possono far niente di più.
Mah !! La RAI, quando vuole, fa questo ed altro. Così la “grande” stampa nazionale.
Niente, a quanto conosco,hanno fatto le associazioni dei consumatori.
O,perlomeno,nulla hanno ottenuto.
E così il cittadino cliente che va a mangiare fuori rischia seriamente di essere ingannato, addirittura avvelenato, da esercenti disonesti. Oltreché ladri.
Non pensandoci minimamente, salvo sentendosi male, non può prestare attenzione alla notizia che non identifica con esattezza “dove,come e perché”.
Magari il giorno dopo ci ritorna inconsapevolmente.
Forse la informazione libera presente su internet potrà ottenere di più battendo sul tema. Sempreché ritenga sacrosanta la richiesta di conoscere esattamente cosa mangiamo e se ove spendiamo soldi sia un posto affidabile .
Dovesse fallire pure questo tentativo, proverò a rivolgermi a WikiLeaks.
Può essere che tra i miliardi di file segreti che hanno si possano trovare quelli che riguardano i ristoranti (e tutto il resto) da mettere al bando.
Grazie per l’attenzione. Vincenzo Mannello – 21 Agosto 2013
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