Politica
“CHI LAVORA PER L’ITALIA E CHI NO”. LETTERA DELL’AVV. GIANNI MIASI
Intendo fare una piccola e amara riflessione sul periodo non bello che l’Italia sta attraversando.
Non voglio insistere sulla figura miserrima che abbiamo fatto dinnanzi al mondo per la vicenda della donna kazaka deportata nel proprio Paese con la complicità della autorità italiane, le quali, a quanto pare, si sono messe al servizio dell’ambasciatore kazako, il quale impartiva ordini alla nostra Polizia di Stato senza che nessuno (capo della polizia, questori, prefetti etc.) ci trovasse alcunché da ridire.
Siamo un Paese che non ha più sovranità, che non ha alcuna considerazione in campo internazionale e che viene condotto al guinzaglio dalla finanza mondiale.
La mia impressione è che la gran parte dei ministri dell’attuale governo non conti nulla e che le decisioni effettive vengano prese da due-tre persone e in primo luogo dal ministro dell’economia SACCOMANNI.
Spiego il perché. Alcuni giorni orsono SACCOMANNI ha dichiarato che, per arginare il deficit e non fare pagare l’IMU sulla prima casa e l’aumento dell’IVA, occorre privatizzare e vendere al più presto le più grandi aziende statali: Enel, Eni, Finmeccanica e così via, lasciando il nostro paese senza un’industria in grado di competere sui mercati internazionali.
Senza le industrie strategiche l’Italia non conterà più nulla a livello mondiale e sarà trattata alla stregua, nella migliore delle ipotesi, dei Paesi del terzo mondo.
Chi è che acquisterà, dopo la privatizzazione, le industrie italiane?
La grande finanza internazionale.
Con chi parla, in Italia, la grande finanza internazionale?
Con SACCOMANNI, ministro del tesoro, con VISCO, governatore della Banca d’Italia e con DRAGHI, capo della Banca Centrale Europea.
Questi signori, assieme ai pochi altri che hanno le leve effettive del potere, tengono un comportamento assurdo e lesivo degli interessi dell’Italia, che pure rappresentano ai massimi livelli, proponendo azioni che hanno lo scopo di azzerare l’industria pubblica del nostro Paese così consegnandola alla grande finanza internazionale.
Vorrei osservare che anche i bambini sanno che se mantieni, come sistema Italia, una burocrazia famelica e arrogante, strapagata centinaia di migliaia di euro l’anno, e non incidi sulle spese (ad esempio rinunziando ad acquistare gli aerei F35 che, da soli, ci costeranno 35 miliardi di euro, o riducendo le nostre missioni militari all’estero, che già ci sono costate più di un centinaio di soldati morti e decine di miliardi di euro), o riducendo del 35% la retribuzione dei burocrati strapagati e di tutti coloro che percepiscono oltre 10.000,00= euro al mese, potremmo agevolmente non fare pagare l’IMU sulla prima casa, evitare l’aumento dell’IVA e programmare cospicui investimenti per l’occupazione giovanile.
Se tutto ciò che ho scritto non fosse vero, il minimo che uno Stato dovrebbe fare sarebbe di denunziarmi per diffamazione e vilipendio e, a maggior ragione, dovrebbero farlo il ministro dell’economia Saccomanni, il governatore della Banca d’Italia Visco e quello della Banca Centrale Europea, Draghi.
State pur certi che non lo faranno, perché sanno perfettamente che io ho ragione, che io sono certamente dalla parte dell’Italia, che amo, mentre loro proprio non so.
Magra consolazione, direte voi.
Però, chissà che, scrivendo oggi, scrivendo domani, ce la faremo a mandare dove meritano questi signori?
Le elezioni,prima o poi, arriveranno.
Cordiali saluti. Gianni MIASI
22 Giugno 2013
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