Politica
L’ANNO CHE VERRA’: “TARTASSATI PER MANTENERLI”, CAMBIERA’ QUALCOSA?
Cuperlo al 18%, Civati al 14, Renzi ha totalizzato il 68%. Se i continui attacchi del M5S al Presidente Giorgio Napolitano hanno un solo scopo, ossia lo scioglimento delle Camere per mandare tutti a votare nella convinzione di “Grillo” di vincere le elezioni e governare da solo. Il Sindaco di Firenze, un giovane, potrebbe essere l’unica alternativa alle Destre ed ai vecchi tromboni della Sinistra. Ma, fra falchi, colombe e caimani, sradicare un “sistema” sarà durissima.
Ma, prima di parlare di ritorno alle urne, al primo punto una nuova legge elettorale, (finalmente), al secondo i tagli ai costi della politica, (era ora, ma sarà possibile?), al terzo – ma vorrei dire in pole position – le prime concrete misure necessarie a far ripartire il Paese strangolato dalle tasse e dai privilegi dei soliti noti. Intanto, proprio stanotte è iniziato lo sciopero dei forconi, sciopero che dilaga con presidi in tante città d’Italia: in strada, camionisti, commercianti, artigiani, ma anche pescatori, pensionati e studenti. Da Torino a Catania, volantinaggio e falò. Uno striscione recita: “Tartassati per mantenervi”. Roma, Milano, Ancona, Napoli… nemmeno la già piagata (dall’alluvione) Sardegna fa eccezione. Manifestano coi mezzi pesanti al porto di Cagliari e distribuiscono volantini ovunque.
Si sa da tempo, non vanno per nulla bene le cose in Italia, e va peggiorando al Sud e in Sicilia. Sono a titolo di esempio, voglio citare, neanche per caso, un paesello sullo Jonio di nome Roccalumera: un cliente, stamane, recandosi al bar si sentiva dire dal titolare: “con la fine dell’anno chiudo. Troppo alti i costi e la tasse, non ce la faccio più a sostenerle”. Anche una macelleria, sarebbe pronta a cedere la propria attività, ammesso che ci sia un temerario pronto a rilevarla. Intanto si avvicina il Natale e, un nuovo anno di austerity si avvia alla conclusione.
Da questo stesso sito, poco tempo fa, additammo lo stesso microscopico puntino sulla carta geografica dove la crisi aveva già mietuto le prime vittime sacrificali, vi raccontammo di serrande abbassate e di lamentele più o meno velate, ma la “pestilenza” della imposizioni fiscali pare essere inarrestabile. Ancora di recente, un commerciante santateresino mi proponeva il confronto tra gli anni ’70 – ’80 e oggi: “allora – mi diceva – non si lavorava perché la vecchia generazione fosse più intelligente o capace della vostra, semplicemente, in un modo o in un altro c’era lavoro per tutti e si guadagnava”.
Concludendo, ma tanto ci sarebbe da dire. Quando un piccolo Comune (e sono tanti in Sicilia, e fra questi anche Roccalumera di cui vi ho parlato) è sommerso dai debiti, e oggi (come altri Comuni) ricorre alle imposizioni fiscali e ai mutui per tornare in attivo, è come quel padre che ha perso il lavoro e pretende soldi dai propri figli che chiedono l’elemosina o si prostituiscono per strada. A questo ci ha portato la politica nazionale, a scannarci fra noi. Malgrado ciò dobbiamo guardare al futuro, operando le scelte giuste, con fiducia e con la stessa tenacia che permise alla passata generazione (nonostante l’ignoranza e la macerie del dopoguerra), di creare un boom economico.
09 Dicembre 2013
Giovanni BonarRIGO
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