Storie di Sicilia
“FURCI SICULO ANNI 40-50”. Mariano Spadaro: LA SANTA PASQUA
Un vecchio detto recita: “Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi”. Negli anni cinquanta non era molto in sintonia con i tempi. A parte alcuni emigranti, cui era complicato il rientro in paese più di due volte l’anno: ferragosto e Natale, anche la Pasqua era una festa molto familiare.
La mattina quasi tutta la famiglia andava ad assistere alla celebrazione della Santa Messa prendendo la comunione. Poi tutti a pranzo con parenti e amici intorno a grandi tavolate ad assaporare i vari piatti, cementando il rapporto fra i partecipanti e qualche volta mettendo da parte alcune incomprensioni che si fossero manifestate negli ultimi periodi. I cibi che per tradizione venivano preparati in questa occasione erano la pasta al forno, l’agnello e i vari dolci tradizionali come l’agnello fatto con la pasta di mandorle, la “cuddura”e per i più piccoli l’ovetto pasquale.
Era anche il periodo dei fidanzamenti ufficiali con tante feste, grandi regali di lui verso lei. Ho ancora ben presente una usanza che credo in Furci fosse l’emblema di una società in continua evoluzione. L’uovo con dentro la sorpresa personalizzata o l’agnello pasquale variamente raffigurato, da quello più semplice a quello “sacrificato” su un tronchetto, sempre con una lavorazione degna dei migliori artisti. Produttore di questi squisiti dolci era il bar Foti (Saro barista) in piazza Sacro Cuore che in quegli anni era in qualche modo associato a Chillemi, la cui pasticceria si trovava in via Napoli, quella di fronte alla piazza e quindi vicinissima al bar. Quanta gente in quel periodo usciva dal locale con delle grosse confezioni, orgogliosa del regalo che si apprestava a fare.
Era anche il momento di sfoggiare i “nuovi” vestiti primaverili. Il lunedì di Pasqua era di rigore il picnic sulla montagna liscia luogo di ritrovo della grandissima maggioranza dei furcesi. Una montagna ben diversa da quella attuale: molto terrazzata, tanto deturpata; uno scempio che grida vendetta se qualcuno la grida, io si. Le nostre mamme preparavano il “fagottello” con dentro la “cuddura” con le uova sode, le fettine panate, la “suppessata” e una parte dell’agnello Pasquale avanzato dal giorno prima. Noi ragazzi nei giorni antecedenti ascoltavamo con molta attenzione il famosissimo colonnello Bernacca, unico che in televisione dava le previsioni del tempo, nella speranza che fossero buone, ma purtroppo non sempre lo erano…anzi…! Mentre gli adulti passavano il tempo chiacchierando, giocando a carte o le nostre mamme lavorando all’uncinetto, noi ragazzi facevamo tanti giochi anche per metterci in mostra con le coetanee. Gli approcci fra i due sessi erano ben diversi da quelli odierni, io romanticone voglio credere che fossero migliori allora, troppo facili adesso o … mi sbaglio?
Mariano Spadaro
NOTA: Nella foto, un gruppo di ragazzi nella loro Pasquetta del 1954.
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