Storie di Sicilia
GIUSEPPE MAZZINI. IL RISORGIMENTO ITALIANO E IL PROGETTO REPUBBLICANO
Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un patriota, politico, filosofo e giornalista italiano nato nella Repubblica Ligure, annessa da pochi giorni al Primo Impero Francese. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d’Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte.
Fu uno dei maggiori protagonisti del Risorgimento italiano, un punto di riferimento costante per i patrioti. L’ideale mazziniano si può riassumere con le formule “libertà e patria” e “Dio e popolo”.
Nei suoi numerosi scritti, Mazzini indicò nella Repubblica l’unica forma di governo in grado di garantire lo sviluppo democratico di una Nazione. Si trovava, quindi, in contrapposizione con Cavour e sarebbe rimasto deluso dell’esito del processo risorgimentale che portò all’unità d’Italia.
Ma il pensiero di Mazzini si rivolgeva anche ai problemi locali. Occorreva assicurare ai popoli condizioni di vita migliori in campo economico e culturale; era necessario che fra tutte le categorie sociali (borghesia, lavoratori e contadini) ci fosse concordia.
Per divulgare le sue idee e renderle operative Mazzini fondò nel 1831, la Giovine Italia, una società che raccolse l’adesione solo in parte degli intellettuali borghesi. Essa organizzò azioni armate in molte località italiane, che tuttavia fallirono in modo drammatico.
Nel 1834-1836 fondò la Giovine Europa, una organizzazione europea che intendeva raccogliere e coordinare l’esperienza di tutti gli esuli politici che lottavano per l’indipendenza dei rispettivi paesi.
MAZZINI: LA GIOVINE ITALIA E’ REPUBBLICANA E UNITARIA
In questo passo Mazzini delinea i principi fondamentali a cui si doveva ispirare la sua associazione. Alla base dell’idea di un governo repubblicano c’è il principio, di origine illuminista, secondo cui la sovranità di uno Stato risiede nel popolo.
“La Giovine Italia è repubblicana e unitaria. Repubblicana: – perché, teoricamente, tutti gli uomini di una nazione sono chiamati, per la legge di Dio e dell’umanità, ad esser liberi, eguali e fratelli; e l’istituzione repubblicana è la sola che assicuri questo avvenire – perché la sovranità risiede essenzialmente nella Nazione, sola interprete progressiva e continua della legge morale suprema – perché, dovunque il privilegio è costituito a sommo dell’edificio sociale, vizia l’eguaglianza dei cittadini, tende a diramarsi per le membra e minaccia la libertà del Paese – perché dovunque la sovranità è riconosciuta esistente in più poteri distinti, è aperta una via alle usurpazioni, la lotta riesce inevitabile tra questi poteri, e all’armonia, ch’è legge di vita alla società, subentra necessariamente la diffidenza e l’ostilità organizzata – perché l’elemento monarchico, non potendo mantenersi a fronte dell’elemento popolare, trascina la necessità d’un elemento intermediario d’aristocrazia, sorgente d’ineguaglianza e di corruzione all’intera Nazione. […].
La Giovine Italia è unitaria: – perché senza unità non v’è forza, e l’Italia, circondata da Nazioni unitarie, potenti e gelose, ha bisogno anzi tutto d’essere forte – perché il federalismo, condannandola all’impotenza della Svizzera, la porrebbe sotto l’influenza necessaria d’una o d’altra delle Nazioni vicine – perché il federalismo, ridando vita alle rivalità locali oggimai spente, spingerebbe l’Italia a retrocedere verso il medioevo – perché il federalismo, smembrando in molte piccole sfere la grande sfera nazionale, cederebbe il campo alle piccole ambizioni e diverrebbe sorgente d’aristocrazia – perché, distruggendo l’unità della grande famiglia italiana, il federalismo distruggerebbe dalle radici la missione che l’Italia è destinata a compiere nell’umanità – perché la serie progressiva dei mutamenti europei guida inevitabilmente le società europee a costituirsi in vaste masse unitarie – perché tutto quanto il lavoro interno dell’incivilimento italiano tende da secoli, per chi sa studiarlo, alla formazione dell’unità. […]
La Giovine Italia non intende che l’unità nazionale implichi dispotismo, ma concordia e associazione di tutti”.
18 Settembre 2013
Da Mazzini e i democratici, Tomo 1, in Scrittori politici dell’Ottocento, Ed. Ricciardi, 1969.
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