Storie di Sicilia
I BIZANTINI IN SICILIA (l’architettura e le testimonianze sacre nelle varie città)
Fin dalla sua ascesa al trono di Costantinopoli, Giustiniano I (527-565) proseguì l’idea di ricostruire l’Impero Romano nelle sue antiche estensioni geografiche e dimensioni politiche. In questa ottica egli avviò il recupero per Bisanzio di quelle regioni occidentali una volta appartenute all’Impero, ma occupate durante il V secolo da popoli germanici: l’Africa settentrionale tenuta dai Vandali e l’Italia degli Ostrogoti.
Nel 535 d.C. l’esercito bizantino guidato da Belisario conquista in pochi mesi la Sicilia: i Goti, per mancanza di forze militari di stanza nell’Isola, opposero soltanto una debole resistenza.
La Sicilia aveva una funzionalità logistica per i bizantini, in quanto base navale, granaio per l’esercito e a volte anche per le città affamate dell’Italia, e come luogo sicuro ove si ritiravano i rifugiati aristocratici. Vivevano sull’Isola genti di etnie diverse: locali, greci, latini, orientali ed ebrei e tutti contribuivano con la propria cultura all’arricchimento artistico delle opere in corso di realizzazione.
Importante è la cultura figurativa bizantina costituita essenzialmente dall’arte del mosaico – di cui restano frammenti pavimentali a motivi geometrici, zoomorfi e floreali -, affreschi e arredi appartenenti a edifici liturgici di nuova fondazione oppure costruiti all’interno di edifici preesistenti. Il temine mosaico, definisce la decorazione di una superficie architettonica (pavimento, parete, soffitto), realizzata per mezzo di frammenti di pietra, terracotta, pasta vitrea, lavorati in forma di piccoli cubi e fissati su uno strato di supporto con superficie liscia. Noti sono i resti di pavimento bizantino a mosaico ritrovati a Salemi (Trapani) in Contrada San Michele, a Carini (Palermo), nella basilica bizantina di Via dott. Consoli a Catania, nella basilica della Contrada Pirrera presso Santa Croce Camerina (Ragusa) e all’interno della cattedrale di Cafalù (Palermo) riferibile ad un edificio liturgico precedente la costruzione del duomo.
Anche il settore della scultura mostra una notevole varietà di tipologie e decorazioni e una sostanziale adesione ai dettami artistici bizantini. Consuetudine diffusa dell’epoca fu il reimpiego di blocchi e di elementi decorativi provenienti da monumenti in disuso o parzialmente distrutti oltre a tante opere come: colonne, icone, sarcofagi, plutei, architravi, sculture e decorazioni architettoniche e di arredo liturgico.
L’arte dell’oreficeria e dell’argenteria era di estrema ricchezza e raffinatezza tale come viene confermata dai tesori di Campobello di Mazara e di Canicattì Bagni (VI-VII sec.). Collane, bracciali, anelli, orecchini oggi conservati nei musei siciliani, mostrano nella varietà della lavorazione e nelle tipologie una committenza amante del lusso, ma anche del decoro negli oggetti d’uso comune.
In Sicilia, sono inoltre rimaste importanti testimonianze bizantine di cappelle rupestri, nella trasformazione di templi pagani, in alcune chiese e basiliche fuori dei centri abitati, talora eredi della tradizione eremitica, e nella solennità auto celebrativa delle cattedrali normanne.
Profondamente condizionata dalla cultura cristiana, l’architettura bizantina si manifestò soprattutto in una diversa concezione dello spazio sacro, nelle chiese a pianta centrica e nell’esaltazione e diffusione della Cupola che si imporrà anche per la presenza delle sue decorazioni figurative, diventando per i fedeli punto di direzione delle preghiere, “immagine e porta del cielo”.
Fra i principali esempi di architetture bizantine in Sicilia possono ricordarsi:
– La Gulfa di Alia, presso Palermo: è una camera con tetto a volta (Thalos) scavata nella roccia lungo una delle strade che dall’entroterra conducono agli imbarchi della costa settentrionale; è sacro a Demetra Proserpina e sembra essere stato un santuario pagano. Le pareti dell’ampio vano convergono verso l’alto dove c’è una apertura nel vertice, inoltre sono adiacenti ambienti minori, forse di epoche differenti.
– San Micidiario a Pantalica, presso Siracusa: è una piccola chiesa intagliata nella rupe calcarea, sede della città protostorica affacciata sul mitico corso dell’Anapo. Nel piccolo oratorio, il presbiterio, isolato nelle navate da una struttura divisoria di cui rimangono le tracce, contiene l’abside centrale, l’ambiente dove si preparava l’occorrente per le funzioni sacre (prothesis), e la sagrestia sulla parte destra (diaconicon).
– La Basilichetta in Contrada Vigna di Mare a Camarina-Santa Croce (Ragusa): piccola Basilica a pianta cruciforme, coperta con volte e cupola centrale; all’interno di quest’ultima si scorgono i misteriosi fori aperti verso l’alto della calotta.
– Il Ninfeo in territorio della frazione Torrenova a San Marco d’Alunzio (Messina): costruzione a pianta circolare inscritta in un ottagono, con nicchie interne, e coperta da calotta semisferica nella struttura sono evidenti le tracce di successive e ripetute trasformazioni, le quali, sia per le tecniche esecutive, sia per le incongruenze con gli spazi interni, lasciano intendere rinnovati usi, anche religiosi, dell’edificio. Il Ninfeo venne successivamente inglobato nel piccolo monastero di San Pietro di Deca.
– La Chiesa di San Salvatore a Rometta (Messina): la sontuosa struttura della chiesa di San Salvatore dispone di pianta cruciforme inscritta in un quadrato e coperta da una cupola centrale, poggia su volte a “testa di chiodo”, che potrebbe preludere alle successive, sofisticate piante “a quinconce”.
– “La Cuba” a Malvagna (Messina): il termine “Cuba”, diffuso nella toponomastica siciliana, deriva dall’arabo kupa che significa cupola. Nelle vicinanze del paese di Malvagna si trova questa costruzione a cella trifora: ovvero un vano quadrangolare a tre absidi, coperta da una pseudo cupola a profilo rialzato, realizzata a corsi di blocchetti di pomice e che nella parte esterna vedono un tetto a padiglione a quattro falde. Carente di elementi decorativi, impiega nelle sue pareti conci policromi basaltici e in laterizio.
– La chiesa Bizantina di Santa Domenica – “La Cuba” presso Castiglione di Sicilia (Catania): risalente all’VIII – IX secolo, l’antica cappella intitolata a Santa Domenica, si presenta con un impianto molto articolato nonostante la semplicità della pianta e le dimensioni ridotte. Si tratta di un ambiente quadrato coperto da una volta a vela, fiancheggiato da due strettissime navate, di minor altezza, coperte con volte a crociera; vi si scorgono tracce di interventi successivi, come i resti della trifora coperta sul fronte principale. In essa tutto è improntato alla più assoluta essenzialità e nessuna concessione viene fatta ad elementi puramente decorativi. Gli archi delle conche absidi interne presentano l’usuale bicromia, con alternanza di conci rossicci in pomice e conci di basalto nerastri.
Fra i principali esempi di riconversione bizantine in Sicilia di Templi risalenti alla “Magna Grecia”, possono ricordarsi:
– Il Tempio della Concordia ad Agrigento: Tempio dorico del V secolo a.C., in origine probabilmente sacro ad Ercole e Trittolemo, viene cristianizzato fra il 596 ed il 597 dal vescovo Gregorio, il quale, col permesso degli imperatori e del Papa lo ridedica ai Santi Pietro e Paolo. All’interno della cella si scorgono le tracce del presbiterio che vi era stato realizzato, insieme alle archeggiature aperte lungo i muri perimetrali.
– Il Tempio di Giove Polieo ad Agrigento: tempio dorico del V secolo a.C., è stato successivamente intitolato a Santa Maria dei Greci. Qui vengono rifatte le absidi e le colonne che suddividono la navata centrale.
– Il Tempio di Atena a Siracusa (nella foto): l’attuale Cattedrale della città era un Tempio dorico del V secolo a.C., trasformati in chiesa tra il VI ed il VII secolo d.C., probabilmente intorno al 608; all’interno della cella, nelle pareti, sono state aperte archeggiature che la ripartiscono in navi.
– Il Tempio di Demetra a Catania: sul luogo dove sorgeva il tempio, viene cristianizzata l’ampia sala circolare di un edificio termale (Salvadorello); coperta da una cupola emisferica, essa offre l’occasione per articolare uno spazio culturale a pianta centrica e con estensioni laterali, seguendo uno schema cruciforme.
– Il Tempio di Ercole San Marco d’Alunzio (Messina): nell’antica città di Aluntia-Demenna il Tempio di Ercole viene consacrato a San Marco.
– Il Tempio di Giove a Taormina: questo Tempio viene dedicato al culto di San Pancrazio.
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