Bastian Contrario
Frana di Letojanni: due gallerie per 12,5 milioni
Il governo Crocetta prima di congedarsi lascia una grossa eredità al Cas. Si tratta 124,5 milioni abbondanti in progetti, in vario stadio di avanzamento, per rimettere a nuovo le martoriate autostrade siciliane.
Messina-Palermo e Messina-Catania. Ieri mattina, nella sede Cas di contrada “Scoppo” a Messina, anche se Crocetta non era presente per un malanno, (ma lo era il presidente Rosario Faraci), il “bottino” del cosiddetto “Patto per il Sud-Sicilia”, quella della Grande viabilità, è stato ufficialmente consegnato.
Ma, visto che è un argomento che ha particolarmente colpito questo scrivente nei giorni scorsi, dato l’impegno di uomini di buona volontà nel “festeggiarne” il secondo compleanno, parlerò della frana di Letojanni.
La festa-protesta delle settimane scorse, ha fatto giungere il caso, – che altri non è se non la punta dell’iceberg della vergogna di un’autostrada su cui tutti, bene o male, viaggiamo pagandone il pedaggio e nel contempo rischiando talvolta anche la vita -, sino allev televisioni nazionali. Adesso vediamo quali soluzioni concrete si prospettano per il futuro della suddetta frana:
A sorpresa, ecco la presentazione del progetto esecutivo, (Gazzetta del Sud del 21 ottobre 2017), che risolverà il restringimento di corsia in autostrada a Letojanni. Trattasi di un fuoribusta del Patto per il Sud-Sicilia, che la Regione ha messo nelle mani del Cas, e prevede un investimento di 12,5 milioni di euro. Secondo i progettisti, ci vorranno tre o quattro mesi per le autorizzazioni e poi un anno di lavori. Insomma, per tornare a transitare su quattro corsie su quel tratto, occorrerà attendere almeno la primavera del 2019.
Un progetto, quello redatto dall’ing. Gioacchino Marino della Protezione civile regionale e dal prof. Fabio Cafiso, che non prevede lo spostamento dei 50.000 metri cubi di materiale precipitato sulla carreggiata lato monte dell’A18, ma la realizzazione di ben due gallerie, una delle quali attraverserà da parte a parte la frana.
“Non è la quantità di terra che rende complesso il lavoro, – ha spiegato Cafiso, docente di Uni-Pa -, perché a San Fratello abbiamo lavorato su 10 milioni di metri cubi, la la difficoltà sta nel far lavorare in sicurezza gli operai e la necessità di dove agire senza chiudere il traffico autostradale, della Statale e della ferrovia. Sarà realizzato un piede della frana che la bloccherà al costone e del quale sono parte integrate le due gallerie che costruiremo in entrambi i sensi di marcia. Sopra le stesse, ci sarà un rilevato di terra di cinque metri, che sta stabilizzerà il fronte e garantirà sicurezza ai tunnel. Si tratta di un fronte di intervento di 140 metri, per una frana alta 140 metri e spessa 6. Il fenomeno franoso, tuttavia si sta allargando”.
Non vogliono sentir parlare di ritardi, i professionisti, il Cas e il prof. Luigi Bosco. Ora il Cas dovrebbe tirar fuori fuori 8,5 milioni per i lavori a cui si aggiungono i 4 stanziati dalla Protezione Civile, che resta soggetto attuatore e che dunque prenderà in carico il progetto appena completato. Come detto, serviranno le autorizzazioni, a cominciare da quella del Genio Civile di Messina, mentre l’area è stata dissequestrata dalla magistratura qualche settimana fa.
BASTIAN CONTRARIO
Invia un Commento