Bastian Contrario
Nell’Ottocento: La Stampa, La Politica e la Libertà di espressione (parte seconda)
IL LETTORE E L’AZIENDA GIORNALISTICA – Nel corso del secolo, la diffusione dell’istruzione contribuisce a elevare il livello culturale e di conseguenza ad accrescere la curiosità dei lettori, costringendo il giornalismo e il mercato dell’editoria a proporre testate fra loro diverse: riviste specializzate e di qualità, ma anche fogli illustrati dedicati al grande pubblico delle città, disponibili a fornire cronache piccanti sui personaggi della buona società; giornali attenti alle dimensioni locali e regionali; quotidiani e riviste a diffusione nazionale, dedicate al mondo della politica e all’attività parlamentare.
Sul mercato dell’informazione, a grande richiesta, si impongono i periodici umoristici. Terra d’elezione della vignetta è la Francia, dove il famoso “Le Chiavari”, fondato nel 1832, sopravvive alle turbolenze della politica e ai vari regimi messi alla berlina. In Inghilterra è invece il “Punch” che condisce lo humor inglese, inserendo nel testo piccole illustrazioni denominate pictures o sketches.
Le esigenze connesse a uno spazio politico, sociale ed economico non più limitato ai confini nazionali, ma ormai europeo e mondiale, spingono le redazioni dei giornali a sviluppare una complessa rete di corrispondenti e collaboratori. Inoltre, chi decide di lanciarsi nell’editoria giornalistica deve assumere il ruolo dell’imprenditore e deve fare i conti con il mercato, con la pubblicità, con la concorrenza legata sempre più alla tempestività delle informazioni e alla frequenza degli scoop. In questo contesto assume una grande importanza la nascita e lo sviluppo delle agenzie di informazione che confezionano notizie, le vendono e le mettono a disposizione delle redazioni abbonate. Anche se nella prima metà del secolo non mancano società che si avvicinano a questo tipo di agenzie, è a partire dal 1848, negli anni Cinquanta e Sessanta, che nascono la francese Correspondance Gènèrale Havas e l’inglese Reuter.
LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE – La rapidità delle comunicazioni premia la stampa e il mondo dell’informazione. La rete di comunicazione postale, perfezionata grazie allo sviluppo dei trasporti su terra e via mare, e in particolare l’invenzione e la diffusione del telegrafo contribuiscono a rendere sempre più tempestivo lo scambio delle corrispondenze e dei dispacci di agenzia. I teatri di crisi e di conflitto militare hanno i loro corrispondenti di guerra collegati alle capitali europee, esemplare è il caso della guerra di Crimea che viene seguita quotidianamente dall’opinione pubblica tramite puntuali ricostruzioni giornalistiche, diventando così oggetto di discussione, di polemica e di confronto pubblico.
Nel corso del secolo, inoltre, si diffonde la tecnica della litografia, scoperta già nel 1796, indispensabile per la riproduzione delle illustrazioni. La stampa, quotidiana e periodica, estende in questo modo le sue possibilità di comunicazione, rendendo più gradevole ed efficace la lettura del giornale. Impressionante è anche lo sviluppo delle tecniche di stampa, che consentono un notevole guadagno in velocità, in qualità e in abbassamento dei costi.
Il “Times” guida la corsa tecnologica fin dai primi decenni del secolo e nel 1811 il quotidiano di Londra, stampato solamente da una parte del foglio, viene impressionato da un cilindro meccanico: il risultato è di trecento fogli all’ora. Pochi anni dopo, le rotative vengono azionate con macchine a vapore in grado di portare la tiratura a 1100 copie orarie, ma è nel 1816 che si raddoppia il cilindro e il “Times” viene stampato sui due lati del foglio, con un aumento del numero delle informazioni e con la possibilità di abbattere notevolmente i costi. Si è tuttavia ancora agli esordi di una industria e di una tecnologia della stampa capace di soddisfare lettori sempre più esigenti. Le 1100 copie del 1816 sono infatti poca cosa rispetto ai risultati della macchina Walter, prima rotativa cilindrica alimentata da una bobina di carta continua che nel 1862 riesce a sfornare 12 mila copie del “Times” in un’ora.
Nel corso dell’Ottocento, i numeri della stampa giornalistica crescono per la quantità di copie vendute e di lettori, ma anche per la varietà di testate e di argomenti trattati. Cosi, negli ultimi decenni del secolo, la stampa e il giornalismo assumono caratteri sempre più vicini alla contemporaneità: il loro ruolo cresce a dismisura e già è possibile riconoscere e intravedere i caratteri di un “quarto potere”, un potere che si aggiunge alla triade cara al costituzionalismo, composta dal legislativo, dall’esecutivo e dal giudiziario. Quella della stampa e del giornalismo è dunque la storia di un potere che oscilla continuamente fra la rivendicazione, il raggiungimento dell’indipendenza e la subordinazione a interessi di ordine politico, sociale ed economico.
02 Aprile 2017 – (parte seconda)
LA PRIMA PARTE: Nell’Ottocento: La Stampa, la Politica e la Libertà di espressione (parte prima)
NOTA: I testi sono tratti da “Storia della civiltà europea. l’Ottocento. Volume 10: Storia Economia, Società”.
Un Commento
Vittorio Sartarelli
Peccato che il Giornalismo di oggi sia contagiato, commisto e, a volte, anche invaso e sostituito dalle Fake News, una sorta di “quinto potere” occulto, deteriore e falso, un fenomeno negativo che purtroppo è figlio del progresso, della tecnologia e del cattivo costume, personalmente, anche se appartengo alla categoria, preferisco il Giornalismo di una volta!
Vittorio Sartarelli