Cronaca
Messina: Cateno De Luca chiede il trasferimento del processo presso il Tribunale di Reggio Calabria
Stamattina Cateno De Luca ha presentato presso la Corte di Cassazione l’istanza di rimessione del processo dal Tribunale di Messina a quello di Reggio Calabria.
Le ragioni di questa richiesta sono racchiuse in ben oltre 200 pagine di istanza con 155 allegati articolati in oltre 5000 pagine.
Tra tutte spicca la convinzione ormai consolidata in Cateno De luca e nei suoi legali, il Prof. Carlo Taormina e l’avv. Tommaso Micalizzi, che una serie di condizioni, dettagliatamente descritte nell’istanza, non siano sono altrimenti eliminabili per come confermato dal continuo e crescente abuso esercitato dai Pubblici Ministeri sulle prerogative di imputato De luca e sulle altri parti processuali.
“Abbiamo spiegato, ha affermato De Luca, le motivazione che non consentono al Tribunale di Messina di poter emettere una sentenza priva di quei condizionamenti che si sono ulteriormente palesati nell’ultima udienza del 7 dicembre 2016 ove in luogo della sentenza e’ arrivato un rinvio al 7 febbraio 2017, frutto delle pressioni che ancora imperano in qualche angolo del Palazzo di Giustizia di Messina definito ingiustamente un vero e proprio verminaio. Io, ha proseguito De luca, non ci sto più a farmi massacrare la vita da Pubblici Ministeri e Giudici che non si sono dimostrati liberi di poter valutare l’ultimo processo a mio carico. Dico questo, ha proseguito, per difendere comunque l’operato della stragrande maggioranza di giudici che fanno bene e con onestà il loro lavoro anche nel Tribunale di Messina. Forse, ha aggiunto De Luca, sono stato sfortunato con quest’ultimo processo a differenza degli altri sedici procedimenti penali già chiusi con la massima formula di innocenza. Infatti, ha spiegato ancora De Luca, non mi sarei aspettato di avere a che fare con Pubblici Ministeri con i propri figli assunti nel mondo della formazione professionale da me combattuto perché era , ora pare non è più così , un sistema clientelare ed affaristico che costava ai Siciliani oltre 400 milioni di euro annui; così come non mi sarei aspettato che un giudice del collegio avesse avuto la residenza a Fiumedinisi proprio nell’attuale abitazione mia e della mia famiglia con rancori risalenti a tanti anni fa. Ho aspettato con dovere, ha concluso De Luca, la sentenza fino al giorno 7 dicembre 2016 ma ora il tempo è scaduto. Sarà la suprema corte di cassazione a decidere tra 4/5 mesi se il Tribunale di Messina e’ ancora idoneo a giudicarmi oppure bisogna ricominciare daccapo a Reggio Calabria.”
Magari in quella sede qualcuno ascolterà finalmente le ragioni di De Luca dal momento che la Pubblica Accusa ha rinunciato all’esame dell’imputato De Luca per evitare, si legge in fondo all’istanza presentata stamani, l’ulteriore plateale smentita del teorema accusatorio: non solo la Pubblica Accusa ha paradossalmente evitato in aula il confronto diretto con il De Luca con l’evidente timore di essere per l’ennesima volta smentita ma non ha formulato alcuna domanda in occasione dell’esame del 18 luglio 2016 a cui il sottoscritto si è sottoposto su richiesta della sua difesa.”
Tanti altri sono gli elementi analizzati e riportati con dovizia di particolare nell’istanza presentata stamani e tutti portano a ritenere la necessità di ricominciare in un ambiente giudiziario libero dall’ombra di qualsivoglia condizionamento esterno.
30 Gennaio 2017
COMUNICATO STAMPA
Invia un Commento