Bastian Contrario
Carlo Cavicchi. “Però lo scoop è mio”
“Per chi l’ha letto e ci ha lavorato, Carlo Cavicchi resta honoris causa e per sempre Direttore di Autosprint. Che nella carriere abbia avuto successo comunque e ovunque, fino a diventare Direttore di Quattroruote, era inevitabile…”. Così inizia il pezzo di quattro pagine dedicato a Carlo Cavicchi che Autosprint di questa settimana ha pubblicato in occasione dell’uscita del romanzo “PERO’ LO SCOOP E’ MIO” della Minerva Editore.
QUELLA COVER ARANCIONE. Ieri mattino, manco a farlo apposta mentre ero presso lo studio di un amico, mi raggiungeva la telefonata di… Carlo Cavicchi. No. Non era uno scherzo de “la zanzara”. Ho infatti conosciuto lo storico Direttore nel già lontano 2005, andandolo a trovare a Bologna quando dirigeva un giornale sportivo che non molti ricorderanno: “SportAutoMoto”. Mi ringraziava al telefono per i complimenti che gli avevo fatto (tramite messaggino) per il suo ultimo capolavoro. Cavicchi, a 71 anni, ha pubblicato un romanzo dalla cover arancione: “Però lo scoop è mio”. Un romanzo che nelle pagine di As n° 26 viene descritto così: “Atmosfere noir, sullo sfondo di una Bologna anni ‘70 perfettamente geo e socio-ricostruita, tramite goduriosa pignoleria a metà tra Stanley Kubrick e Stephen King. Poi un pilota da rally mezzo sfigato – Charlie puntualizza “Oè, non è mica un’autobiografia, èh” -, una misteriosa Porsche nera e un’impresa. Difficile, inspiegabile ma entusiasmante”. Un romanzo tutto da leggere che arriva dopo il best seller su Senna, Alen, Mansell “Destra 3 lunga chiude” che stesso Cavicchi ha pubblicato pochi anni fa.
Quasi mi viene da ridere, pensando che, due anni fa gli inviai in un plico il mio modesto manoscritto di narrativa intitolato: “Figlio di Sicilia: racconti di uomini ed eroi”. Dove uno sfigato Cesare, (il sottoscritto) nasce in una Roccalumera anni ’60 e cresce e fa esperienza fra l’essere una promessa forte di un misero diploma e poco più, fino diventare suo malgrado un emigrante in Terra di Sicilia. Cavicchi lo lesse. Tutto. Trasse delle conclusioni che mi comunico è che certamente, lui che la Sicilia la conosce appena ma di cui in varie occasioni ne ha scritto sui suoi giornali dopo averla visitata, mi ha fatto riflettere e lo avrà fatto riflettere a sua volta.
Tornando al 2005, mi preme ricordare la gentilezza che mostrò il Direttore nei miei confronti accogliendomi nella sua stanza: mi aveva invitato telefonicamente a pranzare con tutta la redazione del giornale, ma, causa ritardo del mio treno giunsi dopo che mi avevano atteso inutilente. Cevicchi in persona, si prodigò affinchè trovassi un albergo per passare la notte. Tutto pagato, con mia grande sorpresa.
Cari lettori di questa sgangherata rubrica “Bastian Contrario”, se il curriculum di un personaggio di eccellenza come Carlo Cavicchi è degno di passare alla Storia non solo del giornalismo nazionale, non mi illudo invece io di essere un giorno ricordato per aver scritto per qualche lustro su un modesto sito o su dei blog. Certamente mi pregio però, pur nell’anonimato di nemo profeta in patria, di aver talvolta condiviso opinioni, stima, passioni, conoscenza della storia (ancorchè dei motori) non solo con siciliani, per i quali la mia riconoscenza rimarrà indelebile nel tempo. Bene: se volete, andate a comprare e leggete “Però lo scoop è mio” di Carlo Cavicchi.
Bastian Contrario
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