Bastian Contrario
Senza più bisogno di elezioni
Nel famoso testo di Giorgio Gaber, del 1965 “Eppure sembra un uomo”, leggiamo: “Sul muro c’era scritto / alzateci il salario / l’ha cancellato un grande cartellone / con scritto costa meno il mio sapone”.
La spiegazione a questa frase, mi risale addirittura al tempo in cui frequentavo le elementari. L’insegnante, ci fece immaginare il classico operaio scontento del misero salario percepito che scrive sul muro “alzateci il salario”. Ecco che il padrone, scaltro ma anche tempisticamente opportunista, fa realizzare un manifesto (con scritto “costa meno il mio sapone”), che verrà incollato proprio sul messaggio di protesta. In questo modo: 1) oscura il messaggio degli operai i quali vorrebbero un salario decente; 2) pubblicizzando un suo prodotto che copre il messaggio, fa pensare al “sapone” e dimenticare tutto il resto.
Perché faccio questa riflessione per quanto possa essere inutile e vi spiegherò di seguito il perché: soprattutto in politica, è il “messaggio” che conta. Se infatti Silvio Berlusconi promette un milione di posti di lavoro, cosa che ha fatto parecchi anni fa, il messaggio arriva subito nella testa del disoccupato o del precario e così se promette l’innalzamento della pensione minima a mille euro. Che queste (od altre) promesse, a parte siano mantenute o meno, ma “coprano” ben più importanti obiettivi dell’imprenditore in questione, ciò va oltre l’umana comprensione di chi legge (magari guidando la propria auto in coda in città), il messaggio elettorale.
Nel nostro caso, potremmo parlare di un paese qualsiasi, diciamo casualmente Roccalumera. Se l’amministratore pro tempore fa scrive: “risanati tutti i debiti”, la gente capisce subito. “Caspita, – dirà -, allora tutte le tasse che abbiamo pagato in questi cinque anni sono servite a qualcosa!”. Poi, magari scopre che le cose non stanno proprio così. Che i debiti sono stati pagati solo in minima parte e che magari i metodi e le forme, se fossero stati discussi in un’assemblea ampia e condivisa, magari oggi parleremmo, soprattutto di “bilanci familiari” sorridenti. Mi rendo conto che il concetto è un po’ vago, ma proseguiamo nel discorso.
A questo punto, visto che nel marketing (perché di marketing si tratta), conta l’immagine, ecco che la compagine amministrate utilizza abilmente un cosiddetto “front man”, un uomo immagine insomma, ben sapendo che, se ne utilizzasse altri il risultato sarebbe un bumerang. A ciò si aggiunge, la “qualità percepita”. Si, pare che, i lunghi e tortuosi avvicinamenti e riallontanamenti fra gruppi politici paesani di questi mesi, siano proprio dovuti, ancorchè a personalismi lotte intestine di potere, soprattutto alla convinzione che, l’amministrazione attuale “abbia operato bene”. Si, nonostante una zona artigianale (ereditata pronta consegna), i cui lotti venduti senza dilazioni stiano attendendo non si sa che cosa ma certamente non stiano producendo certo lavoro ma solo erbacce. Nonostante la totale assenza di dialogo con le categorie produttive, proprio in un momento storico di grave crisi, crisi che continua a mietere “vittime” rappresentate da serrande che si abbassano per non essere più risollevate. E qui si potrebbe parlare per ore, prendendo in esame ciò che effettivamente ha sortito risultati non solo di apparenza ma efficaci, a Santa Teresa di Riva.
Insomma, dicevamo che, il sentimento popolare, nonostante molto più cose discutibili di quante solo accennate in queste righe, sarebbe di.. soddisfazione. Quantomeno di “minore dei mali”. Beh! Se così è, e lo conferma il già citato all’inizio ping pong fra i gruppi e gruppetti politici, perché non risparmiarcele queste elezioni. L’ho anche detto in riunione. Perché non confermare questo “vincente” organico, per altri cinque anni. Almeno.
Dicevo a me stesso all’inizio, che questa potrebbe essere una riflessione inutile. Lo è infatti se chi si propone come alternativa giovane e lo ha fatto anche cinque anni fa è pronto a baciare appassionatamente il dott. Argiroffi quasi fosse un “innamorato”; lo è se si parla ancora di una rosa di candidati a sindaco nello stesso gruppo proposta al gruppo che si vuole affiliare; lo è se “Sicilia Vera” ha mosso le acque solo per tirare iscritti ad una causa che travalica le misere questioni di paese ma mira ad obiettivi ben più alti ed ambiziosi. Il “puparo” in questo ultimo caso, non può che essere l’immarcescibile Cateno De Luca, nonché Deputato regionale, ma soprattutto potente ed influente su molta gente che lavora sul territorio. “Sul muro c’era scritto / alzateci il salario / l’ha cancellato un grande cartellone / con scritto costa meno il mio sapone”.
Bastian Contrario
Invia un Commento