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1.620 miloni, ma buche fino al 2023
Per rimettere in sicurezza le strade delle Province, arrivano 1.620 milioni di euro. Peccato che siano diluiti in sei anni. E suddivisi a pioggia tra 100 enti locali.
Quasi sicuramente non basteranno a risolvere il problema delle buche. Però i 1.620 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio 2018 “per il finanziamento degli interventi relativi ai programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di Province e città metropolitane” dovrebbero consentire ai più bistrattati e, secondo alcuni, inutili enti locali intermedi, sopravvissuti ad ogni tentativo di soppressione, di uscire almeno dall’emergenza: riaprire le strade chiuse perché ormai impraticabili, ammettere nuovamente alla circolazione alcune categorie di veicoli, tipicamente a due ruote, in passato messi al bando a causa del pessimo stato della pavimentazione, riportare a livelli minimi di sicurezza una parte fondamentale della rete viaria di secondo livello, quasi sempre di collegamento tra quella urbana e quella statale e autostradale.
La parte più complicata è stata la suddivisione delle risorse tra le 100 Province coinvolte, se è vero che l’accordo tra il ministero delle infrastrutture e la Conferenza Stato-città è arrivato soltanto a metà febbraio. Non illudiamoci, però, che l’emergenza-buche sarà superata tanto presto. I finanziamenti, infatti, arriveranno col contagocce, diluiti nell’arco di ben sei anni: 120 milioni nel 2018 e 300 milioni all’anno nel quadriennio 2019-23… Per la Sicilia, la cifra stanziata è 140.193.159 euro.
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