Cronaca, Santa Teresa di Riva
Santa Teresa Riva. Otto rinviati a giudizio
Abuso d’ufficio e violazione della normativa edilizia. Il Gup De Rose accoglie le richieste del pm Fradà. Via al processo il prossimo 19 aprile.
Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Messina, Carmine De Rose, ha rinviato a giudizio otto imputati di abuso d’ufficio e violazione della normativa edilizia di Santa Teresa di Riva: due ex tecnici comunali, l’ingegnere Pietro Mifa e il geometra Francesco Cisto; gli architetti Carmelo Lenzo e Salvatore Massimo Trimarchi e quattro “privati”, tra cui l’attuale capogruppo di maggioranza consiliare Dario Miano e una familiare.
Il Gup, dopo aver sentito gli indagati e i legali difensori, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Antonella Fradà, che ha coordinato le indagini svolte dalla polizia municipale di Messina, e ha decretato l’apertura del processo, che inizierà il 19 aprile dinanzi alla I Sezione penale del Tribunale.
Mifa e Cisto sono imputati di abuso d’ufficio perché nelle loro qualità di direttore dell’Area Territorio e Ambiente il primo (dal 2009 al 2012) e di tecnico responsabile il secondo (in servizio fino al 2015), avrebbero rilasciato una concessione edilizia nel dicembre 2011, sulla base di un progetto elaborato da Lenzo, il quale non avrebbe goduto dei requisiti della legge regionale 6/2010 (Piano Casa), che ha previsto l’edificazione di un fabbricato a due elevazioni fuori terra per abitazione in via Vittorio Emanuele Orlando con un ampliamento della cubatura pari al 25,52%, firmando la concessione per la ristrutturazione e sopraelevazione in violazione del Piano Casa in quanto il fabbricato era originariamente un magazzino-deposito e non abitazione e inoltre non risultava in regola con il pagamento della tassa rifiuti al momento della presentazione dell’istanza.
Al Cisto verrebbe addebitato un altro caso, nella qualità di vicedirettore dell’Utc, per aver rilasciato nel dicembre 2010 una concessione edilizia a una società del capogruppo Miano (eletto alle Amministrative 2017) e di una familiare, per la costruzione di due immobili a più elevazioni sul lungomare nel quartiere Barracca (9 appartamenti e 3 depositi, per un totale di 1.501 mc) con un progetto redatto dal Trimarchi, comprensivi dell’incremento di cubatura del 25%. Anche un questo caso, secondo l’accusa, non sarebbero stati i requisiti in quanto il fabbricato era prima un deposito e non era in regola con il pagamento Tarsu e Ici al tempo della richiesta di concessione. Una vicenda questa che, visti i soggetti coinvolti farà discutere.
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