Santa Teresa di Riva, Spettacolo e Cultura
Santa Teresa Riva. Un concerto che unisce
Chiesa Madonna di Porto Salvo. Un momento di aggregazione e socializzazione. L’associazione Musicale “Vincenzo Bellini” diretta dal M° Carmelo Garufi insieme all’Associazione Musicale Carmelo Puglia di Giardini Naxos, diretta dal M° Carmelo Ricciardi, (i due maestri li vediamo insieme nella foto), hanno dato luogo ad un coinvolgente ed ottimale concerto in onore di Santa Cecilia, protettrice dei musicisti.
Santa Teresa di Riva (Messina). Prima di scendere nel tema e sui brani della serata, credo sia doveroso spendere un paio di parole sulle due Associazioni Misicali, ove permettere al lettore di apprezzarne maggiormente il valore. La “Carmelo Puglia” è stata riconosciuta ufficialmente quale Banda musicale di Giardini Naxos dal Consiglio Comunale nel 2016. Nata nel 1966 come attività musicale all’Oratorio “Don Bosco” di Giardini Naxos sotto la giuda di Monsignor Salvatore Cingari, incarico che gli è stato affidato dal compianto M° Carmelo Puglia. Oggi, i circa 40 musicisti, (iscritti al Liceo Musicale o al Conservatorio e alcuni cono diplomati o laureati) manifestano sempre più interesse verso l’arte della musica e si propongono ad un pubblico sempre più vasto ed intenditore non solo a Giardini Naxos, ma ampliando i loro orizzonti partecipando a molteplici Raduni Bandistici tanto a livello nazionale quanto internazionale. Lo stesso dicasi per l’Associazione “Vincenzo Bellini” che ha sede a Santa Teresa di Riva. Le due Associazioni hanno intenzione di esibire il loro naturale talento anche in altre occasioni future.
Dopo il cordiale saluto di padre Agostino Giacalone e del vicesindaco Giammarco Lombardo, “Marching song” è il primo brano eseguito. Di Gustav Holst, tratto dall’Opera orchestrale “Two Songs Without Words”, arrangiato da John Moss, il brano è la gemma rara tratta dagli archivi della letteratura per Banda e rielaborata con una strumentazione più pratica secondo lo stile vintage, armonioso e coinvolgente di Holst.
Come secondo brano “A Longford Legend” del compositore americano Robert Sheldon. Basandosi su una collezione di ballate di strada tipicamente irlandesi, composte da Grainger, Holst e Vaughan Williams, 3 poeti irlandesi dell’800, che mettono in musica tre leggende: la prima “A Longford Legend”, parla di un ricco ufficiale terriero che trascorre le sue giornate sul lago a bordo di un battello a vapore. La seconda “Young Molly Brawn”, narra di un cacciatore che all’imbrunire uccide la sua amata, scambiandola per un cigno. La terza e quella di “Killyburn Brae”, una località dove viveva un vecchio uomo con la moglie che lo picchiava di continuo. Un diavolo allora la volle con se ma di lì a poco anche lui iniziò ad essere picchiato e allora fu rimandata indietro perché era troppo malvagia anche per l’inferno.
Terzo brano, nientemeno che la “Sinfonia n° 5” in do minore Op. 67 composta da Ludwig Van Beetoven, la quale fu eseguita per la prima volta a Vienna in contemporanea alla Sinfonia n° 6 o “Pastorale”. Si racconta che non ebbe particolare successo, forse a causa del freddo e della lunghezza del programma che durò ben 6 ore. È caratterizzata da un famosissimo inizio con tre note brevi ripetute e una lunga. Questo tema continua a ribattere continuamente durante il primo tempo, tanto che lo stesso Beethoven ispirato da un critico dell’epoca, affermò che questa è la “musica del destino che bussa alla porta”. La 5° Sinfonia venne rivalutata ed è stata inserita in numerosi film, trasmissioni e una sua versione fu arrangiata per il film “La febbre del sabato sera”.
Quarta esecuzione, ancora un brano di Gustav Holst, “First Suite”. Occupa una posizione leggendaria nel repertorio per Bande ed è considerata dalla critica un dei primi esempi della moderna strumentazione di gruppi di fiati ancora oggi frequentemente eseguita. La sua influenza è così significativa che diversi compositori ne hanno fatto fonte di ispirazione per le proprie opere. Con “Arabian Dances”, (quinto brano), Ronald Barret ha trasportato il pubblico presente come in un fantastico viaggio musicale multiculturale, che ha raffigurato una celebrazione notturna intorno ad un fuoco scoppiettante. Un breve assolo di clarinetto ha aperto la scena, preludio di una danza audace. A sottolineare l’energia implacabile del fuoco della danza, le melodie sono state caratterizzate dal ritmo del battito di mani degli stessi musicisti.
Sesta “A Klezmer Carnival” di Philip Sparke, è un brano che trae spunto dai viaggi e dai ghetti dell’Europa orientale, dove trovatori itineranti ebrei, noti come “klezmorim”, si esibivano durante le celebrazioni, in particolare i matrimoni. La parola “klezmer” deriva da una combinazione delle parole ebraiche kli, che significa”strumento, utalsile”, e zemer, che significa “per fare musica”; da cui deriva k’li zemer “strumento musicale”. In “A Klezmer Carnival” si è potua apprezzare una danza per matrimonio, una danza in cerchio ebraica e una pastorale tedesca; tutto ciò ha formato una suite che ha trasportato idealmente il pubblico in una vera e propria atmosfera di festa. A concludere il ventaglio di prelibatezze, “African Synpony” di Van McCoy, arrangiato da Naohiro Iwa. Questo brano ha traslato la mente e lo spirito di chi ascoltava il concerto in Africa ed ha fatto assaporare i colori ed i suoni della foresta, dove è possibile udire infiniti silenzi, vedere i suoi tramonti, il suo cielo e le sue limpide stelle, nitide e splendenti. Una immensa bellezza che togli il respiro e fa pensare: “Ecco, questo è il mio mondo”.
Le due associazioni, a lungo applaudite ieri sera, torneranno ad esibirsi insieme, – dirette ancora dai M° Carmelo Garufi e Carmelo Ricciardi -, domenica 24 novembre presso la chiesa di San Pancrazio a Giardini Naxos.
Invia un Commento