Bastian Contrario
Con questa mia “addirvi” (una parola)
Caro Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, caro Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, vengo con questa mia “addirvi” riprendendo le parole di un amico, “ogni giorno che passa diminuisce in me la fiducia in quella “fase due” meglio conosciuta come “ripartenza”.
Non ho fiducia, perché secondo me non ci sono ancora le condizioni di sicurezza per “ripartire”. In effetti, sembra che qualcuno in Alto ci stia dicendo: “voi andate a lavorare, poi com’è si farà. Poi, se prendete il contagio fate il tampone e in… venti giorni, avrete il risultato”.
Non possiamo andare avanti così. Siamo riusciti a contenere il contagio rimanendo chiusi in casa, abbiamo fatto i nostri sacrifici. Chiaramente, mentre la pandemia Coronavirus rimane un male catastrofico per l’Italia intera (oltre che per l’intero pianeta), se accettiamo di “ripartire” lo facciamo solo e soltanto perché siamo al “collasso economico”. Dal 4 maggio (dopo oltre 24 mila morti per Covid-19), pare che tutto possa essere considerato “sotto controllo” per permetterci di uscire, lavorare, tenere rapporti sociali ecc. Eppure, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dice: “troppo presto per la “fase due”.
Lo sapete cosa penso, cari presidenti? Mi permetto di dirvelo: “penso che, ben sapendo che la pandemia Coronavirus mieterà ancora migliaia di vittime in tutta Italia, tenere la gente in casa stava diventando un grosso problema per voi che temevate una rivolta popolare. Penso che, gli aiuti economici (vedi Partite Iva, vedi Cassa Integrazione, vedi lavoratori in nero) non avrebbero potuto essere estesi per uno o due anni così come necessario fino alla messa in vendita del vaccino (le fasi, dalla sperimentazione clinica, test ecc. saranno molto lunghe). Penso che, dando il via libera apparentemente “in sicurezza” (mascherine e guanti diventeranno indumenti intimi come le mutande e la canottiera), mantenendo ancora un metro tra persone, mani pulite ecc. si da alla gente la speranza di farcela da soli. Di aiutarsi da soli.
In realtà, se è vero come è vero che anni di mala gestione politica hanno messo in ginocchio le attività commerciali tanto più al sud ed in Sicilia, maggiormente quella piccole, questo dannato Covid-19 darà il colpo di grazia e manderà al suicidio migliaia di padri di famiglia. Intendo dire che si spareranno letteralmente alla tempia senza aspettare che li uccida il virus.
Non è un film di Totò, caro Presidente Conte, non è la “morìa delle vacche, caro Presidente Musumeci. Questa è una catastrofe annunciata che si vuole ottusamente arginare con la solita superficialità con la quale la politica dei “baroni” e delle poltrone ha sempre fatto il proprio comodo ben sapendo che, in sede di elezioni i “poveracci” si sarebbero accontentati di un piatto di minestra senza chiedere altro.
Ma, ricordate, “non c’è peggior cattivo di un buono quando diventa cattivo”. Spero vivamente di sbagliarmi, ma se rivoluzione popolare ci dovrà essere, salteranno delle teste e, forse non solo metaforicamente. La Sicilia ha una lunga storia di battaglie sanguinose. Non è una minaccia ma solo una ponderata e ragionata riflessione di chi vive la realtà dal lato giusto dei problemi. Dal lato del popolo sovrano.
Cordiali saluti caro presidente Conte e caro presidente Musumeci.
Giovanni Bonarrigo
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